Guidolin, il Vicenza e quella Coppa delle Coppe svanita per un soffio

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Vicenza Chelsea Coppa delle Coppe
Vicenza Chelsea Coppa delle Coppe

Entrare nella storia e farlo non dalla porta principale, ma da una porticina stretta. Francesco Guidolin è stato uno dei tecnici più apprezzati del calcio italiano, senza ombra di dubbio uno dei più amati dai tifosi del Vicenza. Alla fine degli anni Novanta, però, scrisse con il sodalizio biancorosso una delle pagine più belle di storia, arrivando ad un soffio dal vincere in Europa.

Underdog, le squadre che sorprendono gli appassionati di scommesse

Quel Vicenza si può tranquillamente definire come underdog, un termine particolarmente caro a tutti coloro che amano le scommesse sportive che, nel corso degli ultimi tempi, hanno a disposizione un ulteriore strumento per poter cercare di vincere con una maggiore costanza, mettendo a frutto i propri investimenti in questo ambito.

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Tra il 1996 e il 1998, un piccolo Vicenza diventato… grande!

Era il 1996 quando Francesco Guidolin cominciava a far parlare di sé alla guida del Vicenza: ebbene, fino al 1998 fu in grado di abbattere ogni record della storia biancorossa, portando questa squadra ad essere considerata come una delle cenerentole del calcio italiano. Una compagine che venne costruita con pochi soldi in tasca, il budget era decisamente limitato, ma con una folta schiera di idee, quelle sì ricche e ben organizzate, potendo contare anche su una struttura societaria molto forte alle spalle.

C’è in realtà un errore, visto che Guidolin approdò sulla panchina del Vicenza nel 1994, nel momento in cui la compagine veneta era sprofondata nella serie cadette e sembrava avere l’urgente necessità di riappropriarsi di un campionato più consono alle sue ambizioni e ai suoi sogni. Dopo sedici anni dall’ultima volta in Serie A, Guidolin compie già il primo mezzo miracolo.

Il terzo posto conquistato nella serie cadetta, infatti, trascinò il Vicenza in Serie A. Fu il primo di tanti momenti estremamente felici, che probabilmente nemmeno i tifosi più ottimisti si sarebbero mai aspettati, per una squadra che sarebbe entrata dalla porta principale nella storia non solamente biancorossa, ma anche del calcio italiano.

Un Vicenza che, al primo anno tra i grandi, ottenne un risultato eccezionale, ovvero quello di portarsi a casa una salvezza comodissima. Un nono posto al termine di quel campionato che non fece altro che testimoniare la grande crescita del gruppo, che aveva un’anima decisamente italiana, con pochi stranieri al suo interno, ma frutto di acquisti ben mirati e, è bene sottolinearlo, più che azzeccati.

Uno degli stranieri che i tifosi vicentini ricordano senz’altro con maggiore affetto corrisponde a Marcelo Otero. Uruguagio, i suoi 13 gol nella stagione 1996/97 hanno fatto impazzire e innamorare un po’ tutti i tifosi del Vicenza. E quel campionato venne chiuso dalla squadra biancorossa in una posizione ancora migliore in confronto a quanto è avvenuto l’anno precedente.

Infatti, Guidolin portò i suoi fino all’ottavo posto: un traguardo che venne applaudito anche all’estero. In quel periodo, in effetti, la Serie A era vista come il campionato più bello e difficile al mondo, in cui anche gli stranieri facevano a gara per raggiungerlo all’apice della loro carriera. Eppure, quell’ottavo posto non era che il preludio rispetto a quello che sarebbe accaduto poco dopo in Coppa Italia.

Il Vicenza, infatti, partito dai sedicesimi contro la Lucchese, fu protagonista di una vera e propria cavalcata irresistibile, eliminando in sequenza Genoa, Milan e Bologna, con la doppia finale contro il Napoli decisamente emozionante. Persa l’andata 1-0 a Napoli, al ritorno il gol di Maini valse i supplementari. Le reti di Iannuzzi e Maurizio Rossi certificarono l’impresa a una Coppa Italia in bacheca, che valse la qualificazione alla Coppa delle Coppe, in cui il cammino finì solo in semifinale al cospetto del Chelsea di Zola e Vialli.