Archiviato procedimento penale a carico di Alberto Filippi accusato per attentato intimidatorio del 2018 ad Ario Gervasutti, ex direttore del GdV

Le indagini della Procura antimafia hanno ritenuto infondate le accuse del pentito calabrese Domenico Mercurio.

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Da sx avv, Renzo Fogliata, Alberto Filippi e avv. Cesare Dal Maso
Da sx avv, Renzo Fogliata, Alberto Filippi e avv. Cesare Dal Maso

“La fine di un incubo per me, la mia famiglia e la mia azienda”, ha dichiarato Alberto Filippi preannunciando una pesante azione risarcitoria nell’odierna conferenza stampa svoltasi, alla presenza dei suoi legali, all’Hotel Viest di Vicenza. Filippi, 59 anni, residente ad Arcugnano, imprenditore nel settore della chimica, ex deputato e senatore della Repubblica ed ex esponente politico di vari partiti di centro destra come Lega e Fratelli d’Italia, è stato, infatti, “archiviato” dopo essere stato al centro di una controversa vicenda che lo vedeva accusato di essere il mandante di un atto intimidatorio di stampo mafioso molto pesante contro Ario Gervasutti, ex direttore de Il Giornale di Vicenza, ma all’epoca dei fatti al lavoro con Il Gazzettino.

È un Alberto Filippi da una parte raggiante, per la decisione presa dal GIP Carlotta Franceschetti, ma dall’altra sul piede di guerra per il trattamento subito a livello mediatico,

Tornando ai “fatti” odierni e ricostruendoli per comprenderne l’evoluzione odierna nel luglio del 2018 alcuni sconosciuti, peraltro tuttora non identificati, spararono dei colpi di pistola all’indirizzo dell’abitazione del giornalista padovano Ario Gervasutti, ex direttore del Giornale di Vicenza e all’epoca e da tempo con un incarico al Gazzettino.

La procura avviò un’inchiesta ascoltando, tra gli altri, anche il pentito legato alla ‘ndrangheta Domenico Mercurio che fece il nome di Filippi come mandatario dell’attentato, previo un compenso di 25 mila euro. I due erano in contatto in quanto Mercurio, come mafioso, si sarebbe infiltrato in un’azienda veronese fornitrice di infissi per la villa dell’imprenditore vicentino, senza che questi fosse al corrente del reale intento.

Il pentito, reputato credibile per lo meno per molte altre vicende, come spesso riportato anche da Report, avrebbe accusato l’ex parlamentare per alleggerire la sua posizione legata alla mafia calabrese, sperando di ottenere sconti di pena con la sua collaborazione, vendicandosi allo stesso tempo per la fornitura su cui sarebbe sorto un contenzioso. Mercurio avrebbe detto agli inquirenti che il movente di Filippi sarebbe stato quello di intimidire l’ex direttore del Giornale di Vicenza che si era interessato in pasato della pubblicazione di articoli su vicende ambientali legate alla sua azienda Unichimica, con sede ad Arzignano.

La Procura anitimafia ha analizzato varie intercettazioni e valutato la “super prova” realizzata dalla difesa con gli avvocati Cesare Dal Maso e Renzo Fogliata, consistente in una registrazione di 5 ore, effettuata dallo stesso Filippi, in cui Mercurio avrebbe ammesso di essere stato costretto da qualcuno a inventarsi le accuse verso Filippi.

Il castello accusatorio è così crollato ed ora è stata scritta la parola fine, almeno per quanto riguarda questa inchiesta che, quindi, non andrà a processo.

Rimane aperta ora tutta la vicenda umana e professionale con Filippi che intende rivalersi su chi aveva sparato a zero sulla sua figura senza attendere la conclusione giudiziaria della vicenda.

“Ovviamente c’è grande soddisfazione – ha dichiarato questa mattina Alberto Filippi in conferenza stampa – perché ne esco completamente pulito dimostrando la mia completa estraneità, rimane la grave ferita umana ed il danno professionale che ho subito. Nell’agosto del 2023 ho saputo dai mass media nazionali e locali di essere accusato di crimini pesantissimi e questo ha avuto un effetto devastante sulla mia famiglia; ricordo solo che mio padre ha subìto un ictus dopo aver letto i giornali e ho dovuto far cambiare scuola alle mie due bambine. La mia reputazione ha subito un danno altissimo e anche da un punto di vista economico ho avuto gravi perdite sul bilancio aziendale con ostracismi di varia natura da parte di banche e fornitori. Con i miei avvocati abbiamo deciso di adire azioni legali risarcitorie molto rilevanti per chi avesse agito in maniera scorretta”.


Note del direttore Giovanni Coviello

Alberto Filippi, in passato, da parlamentare e socio di Confindustria Vicenza, chiese con forza a Roberto Zuccato, allora referente del GdV per l’associazione imprenditoriale che ne era e ne è comproprietario, di adoperarsi perché il quotidiano si schierasse a suo favore per l’affaire CIS – Unichimica. Nonostante l’evidenza documentale della sua tentata interferenza, Filippi depositò, quindi, una querela che coinvolse la nostra testata, colpevole di aver raccontato i fatti, come ci riconobbe ampiamente il magistrato che si occupò del caso. Ma tant’è, da potente si attaccano i deboli salvo poi accorgersi che non perseguire in ogni caso il vero è sconveniente se non altro per… la legge del contrappasso. Ma oggi noi, come allora, raccontiamo i fatti, per lo meno come riferiti in conferenza stampa dall’ex parlamentare che ne aveva anticipato un passaggio (sempre da noi riportato).

Filippi, per completare il quadro, ha recentemente ceduto anche il controllo della sua azienda a un gruppo straniero, magari ricavando meno del giusto, da cui le sue rimostranze magari accentuate perché l’operazione è stata chiusa quando lo spiraglio dell’archiviazione si era aperto da giugno scorso, e dopo averne affidato il ruolo di amministratore pro… termine a Leonardo De Marzo.

Questo “bravo” giovane, impegnato in politica come consigliere comunale, prima con la civica di Rucco e ora passato a Forza Italia, proprio per il suo impegno avrebbe dovuto, nostra opinione da “vecchi”, evitare di assumere un ruolo che Filippi, per sua “copertura” operativa, doveva affidare a qualcuno, ma che lui, aspirante servitore pubblico, avrebbe dovuto rifiutare a meno che non avesse tali competenze manageriali da poter guidare Unichimica oltre le difficoltà dichiarate dal navigato imprenditore.

Ma, anche qui, tant’è, magari pecunia non olet, salvo futuri proclami puritani del giovane… forzista.

L’ex parlamentare ha, infine, annunciato con soddisfazione in conferenza stampa che sta scrivendo un libro sulla vicenda il giornalista vicentino Ivano Tolettini, che ha curato la precedente e questa conferenza stampa, da tempo impegnato con L’Identità, giornale gradito dall’imprenditore, ed ex redattore di giudiziaria del GdV in passato non sempre apprezzato dai suoi “accusati”, alcuni dei quali, incluso chi scrive, lo tacciavano di parzialità o insufficiente ascolto di tutte le ragioni oltre quelle della Procura.

C’è da immaginare, quindi, che Tolettini, all’epoca delle lagnanze di Filippi una delle firme più accreditate del giornale locale, non facesse parte di chi sul foglio confindustriale non trattava con i guanti chi ora sarà il suo ispiratore da autore.
A meno che ora i due non navighino in acque Identita…riamente comuni.

Giovanni Coviello