Parola d’ordine di Confartigianato Vicenza (Cavion): diversificare i mercati facendo di necessità virtù

94
Gianluca Cavion sui mercati da diversificare
Gianluca Cavion sui mercati da diversificare

(Articolo di Gianluca Cavion sui mercati da diversificare da VicenzaPiù Viva n. 297, sul web per gli abbonati ora anche il numero di 298 di maggio, acquistabile in edicola in versione cartacea).

L’intervento del presidente Gianluca Cavion sui mercati, vice presidente della Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Vicenza.

I tanto temuti dazi americani sono diventati una realtà e ciò avrà delle inevitabili ripercussioni anche per le imprese vicentine di molti settori, dall’agroalimentare al fashion, dall’orafo al meccanico, solo per citarne alcuni.
Le nostre stime prevedono che nel 2025 l’export della nostra provincia subirà un calo del 17% circa per cui dobbiamo cercare delle alternative. Chi è maggiormente esposto sul mercato americano dovrà fare ragionamenti importanti e guardare a mercati alternativi seguendo anche ciò che stiamo facendo. Come Confartigianato Imprese Vicenza abbiamo iniziato, in tempi non sospetti, a lavorare intensamente per diversificare i mercati andando oltre a quelli di Germania e Stati Uniti, rispettivamente il primo ed il secondo per volume d’affari.
Quando si lavora a breve distanza o con partners abituali non si cerca altro ma se improvvisamente capita un terremoto allora si comincia a guardare anche più lontano e a nuovi orizzonti. È quanto sta accadendo, ed accadrà, agli imprenditori berici che dovranno fare di necessità virtù.
Recentemente abbiamo organizzato degli incontri dedicati a nuovi mercati in forte sviluppo per permettere alle nostre aziende di investire in modo alternativo; abbiamo aperto dei desk con le Camere di Commercio in Russia, Cina, India, Brasile e Guatemala. L’ultimo meeting è stato dedicato al Sudafrica, un mercato ancora poco sfruttato anche se comunque Vicenza è la seconda provincia per l’export dopo Milano. La distanza è notevole ma con la tecnologia attuale, le piattaforme digitali dedicate e una base ben consolidata sul posto che può fare da tramite, anche il paese africano può rappresentare uno sbocco importante. Non ci dobbiamo scoraggiare ma impegnarci a trovare delle soluzioni perché da questa vicenda rischiamo di uscirne tutti penalizzati, in particolare il ceto medio che vedrà una possibile instabilità nel mondo del lavoro e la crescita dell’inflazione con l’aumento dei costi.
Chi avrà più problemi saranno le piccole e medie imprese che esportano prodotti di largo consumo perché i grossi brand non risentiranno troppo dei dazi. Un ricco americano che aveva intenzione di comprarsi una Ferrari non cambierà certo idea mentre un operaio o un insegnante il problema se lo pone. E a proposito del settore Automotive, un altro dove Vicenza ha un ruolo importante, i dazi americani incideranno molto su questo comparto che era già andato in crisi con le politiche europee del Green Deal, forse ancor più devastanti della decisione presa dal presidente americano Trump.