La libertà d’espressione sotto attacco: il caso del “sudario per Gaza” a Paese e le denunce di Zanoni

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Un nuovo episodio che mette in discussione la libertà di espressione e la solidarietà per Gaza si aggiunge a una serie di contestazioni legate alle manifestazioni per il popolo palestinese in Veneto.

A Paese, comune in provincia di Treviso, il sudario bianco esposto dall’ANPI presso il monumento ai caduti della Resistenza, nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Un sudario per Gaza”, sarebbe stato preso dalla Polizia Municipale, che avrebbe addirittura proceduto a un sequestro penale per un non specificato “vilipendio”, A riferirlo è Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde.

“Quello a cui stiamo assistendo in queste ore – spiega – è un attacco sistematico e vergognoso alla libertà di espressione e alla solidarietà internazionale. Chi osa denunciare il genocidio in corso a Gaza viene intimidito, identificato, perseguitato dalle Forze dell’Ordine con metodi che ricordano i periodi più bui della nostra storia. Una deriva autoritaria inaccettabile con tre episodi gravissimi in pochi giorni che dipingono un quadro inquietante”.

Zanoni ha puntato il dito contro il “vergognoso silenzio di Meloni” che “alimenta la repressione, mentre Netanyahu – contro il quale pende un mandato di cattura internazionale della Corte Penale Internazionale del 21 novembre 2024 – continua il massacro sistematico del popolo palestinese con oltre 50.000 civili uccisi, tra cui migliaia di bambini, mentre il governo Meloni si volta dall’altra parte in un atteggiamento vergognosamente ‘complice’ del genocidio”. Per il consigliere, “Questo silenzio ‘complice’ alimenta un clima di repressione che colpisce chi ha il coraggio di denunciare crimini contro l’umanità”.

Zanoni ha voluto sottolineare la “grave situazione nel Comune di Paese, dove assistiamo a una discriminazione sistematica contro l’ANPI“. Ha denunciato che “mentre si accaniscono contro l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia per un sudario in memoria delle vittime di Gaza, ogni 25 aprile il sindaco ignora il monumento ANPI ai caduti del fascismo durante le commemorazioni ufficiali, vietando alle associazioni combattentistiche di fermarsi in questo sito con il pullman commemorativo”. Questo, secondo Zanoni, dimostra una “doppia morale inaccettabile: si discrimina l’ANPI tutto l’anno, ma quando si tratta di reprimere la solidarietà a Gaza improvvisamente si riconosce il monumento per giustificare sequestri”.

“Ricordo al Sindaco di Paese e a tutte le autorità – ha commentato Zanoni – che la Costituzione italiana ripudia la guerra. Esporre un lenzuolo bianco o la bandiera palestinese in solidarietà a un popolo vittima di genocidio non viola alcuna legge della Repubblica Italiana”. Zanoni ha aggiunto di aver esposto la bandiera della Palestina sia al monumento ANPI di Paese che dalla finestra di casa sua, con il sudario. Ha poi concluso avvertendo che “se qualcuno ha la sfrontatezza di mandare agenti, dovrà spiegare quale norma costituzionale violo sostenendo un popolo massacrato da un ricercato dalla giustizia internazionale responsabile di crimini inauditi anche contro migliaia di bambini innocenti. Questa caccia alle streghe non ci fermerà. Chi tace di fronte al genocidio è complice. Chi perseguita chi denuncia crimini contro l’umanità calpesta i valori della Resistenza e della nostra Costituzione”. Ha infine ricordato che scade il 5 giugno il bando regionale per progetti su Resistenza e antifascismo, finanziato grazie alla legge sull’antifascismo che ha fatto finanziare in Consiglio regionale del Veneto.

Questo episodio a Paese si aggiunge ad altri due casi recenti che hanno generato polemiche. Il primo riguarda un fatto accaduto a Treviso, sabato 24 maggio, durante un pacifico flashmob per Gaza. In quell’occasione, due agenti in divisa della Polizia di Stato hanno chiesto a Zanoni il motivo della loro presenza in Piazza Indipendenza, nonostante il Questore fosse stato regolarmente informato.

Il secondo episodio ha visto protagonista l’eurodeputata Cristina Guarda di Europa Verde, identificata dai Carabinieri a Lonigo (VI) per aver tenuto una bandiera palestinese nel suo stesso terreno agricolo.