Mostra Venezia 2025, la leggendaria attrice Kim Novak Leone d’oro alla carriera

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(Adnkronos) –
Leone d'oro alla carriera dell'82esima Mostra internazionale d'arte Cinematografica della Biennale di Venezia (27 agosto-6 settembre 2025) alla leggendaria attrice statunitense Kim Novak ('La donna che visse due volte', 'Picnic', 'Una strega in paradiso').  La decisione è stata presa dal Cda della Biennale, che ha fatto propria la proposta del direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera. Per l'occasione, sarà presentato in prima mondiale il documentario 'Kim Novak's Vertigo' di Alexandre Philippe, realizzato con la collaborazione esclusiva dell'attrice. Kim Novak, 92 anni, nell'accettare la proposta, ha dichiarato: "Sono molto, molto colpita di ricevere il prestigioso premio del Leone d'oro da un festival cinematografico tanto rispettato. Essere riconosciuta per l’insieme del mio lavoro in questo momento della mia vita è un sogno che si avvera. Conserverò nella memoria ogni momento trascorso a Venezia. Riempirà il mio cuore di gioia". A proposito di questo riconoscimento, il direttore Alberto Barbera ha affermato: "Assurta al ruolo di diva senza averne l'intenzione, Kim Novak è stata una delle protagoniste più amate di un’intera stagione del cinema hollywoodiano, dall'esordio casuale alla metà degli anni Cinquanta, sino al prematuro e volontario esilio dalla prigione dorata di Los Angeles, non molto tempo dopo. Un sistema che l’attrice non ha mai smesso di criticare, scegliendo i suoi ruoli e anche il suo nome. Costretta a rinunciare a quello di battesimo, Marilyn Pauline, perché associato alla Monroe, si batté per conservare il cognome, accettando in cambio di tingersi di quel biondo platino che fece epoca. Indipendente e anticonformista, creò una propria casa di produzione e scioperò per rinegoziare uno stipendio molto inferiore a quello dei suoi partner maschili".  "All'esuberante bellezza, alla capacità di dar vita a personaggi ingenui e discreti ma anche sensuali e tormentati, al suo sguardo seducente e talvolta dolente – continua Barbera – deve l'apprezzamento di alcuni dei maggiori registi americani del momento, da Billy Wilder (Baciami stupido), a Otto Preminger (L'uomo dal braccio d’oro), Robert Aldrich (Quando muore una stella), George Sidney (Incantesimo, Un solo grande amore, Pal Joey) e Richard Quine, con il quale diede vita ad alcune indimenticabili commedie romantiche (Criminale di turno, Una strega in paradiso, Noi due sconosciuti, L'affittacamere). Ma la sua immagine resterà per sempre legata al doppio personaggio di La donna che visse due volte di Hitchcock, diventato il ruolo della sua vita. Il Leone d’oro alla carriera intende celebrare una star libera, una ribelle nel cuore del sistema, che ha illuminato i sogni della cinefilia prima di ritirarsi in un ranch nell’Oregon per dedicarsi alla pittura e ai cavalli". Kim Novak, l'ultima delle grandi stelle del cinema dell'epoca d'oro, che fu la star numero uno al box office mondiale nel 1958, 1959 e 1960, vive oggi come una felice leggenda. A dispetto della sua fisionomia glamour, pochi sanno che è stata la prima donna ad avviare una propria società di produzione nel 1958. Sapeva che così poteva avere il controllo, e non le interessava essere una marionetta di Harry Cohn alla Columbia. Cohn diceva di aver "fabbricato Novak per rendere nervosa Rita Hayworth".  La sua brillante interpretazione in 'La donna che visse due volte' di Alfred Hitchcock, con James Stewart, è diventata indimenticabile e continua oggi a emozionare e ossessionare il pubblico. 'La donna che visse due volte' è stato definito il miglior film mai realizzato dal BFI e da altri autorevoli sondaggi, ed è stato il primo film a diventare parte della Library of Congress. I film di Kim Novak sono oggi considerati dei veri classici: 'Picnic' (1955), 'L'uomo dal braccio d'oro' (1955), 'Pal Joey' (1957), 'La donna che visse due volte' (1958), 'Una strega in paradiso' (1958). Tutti questi titoli hanno contribuito a rendere Kim Novak la star numero uno al box office mondiale tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60. Le sue performance toccanti e segnate dalla "vita vera", non sono mai state tratteggiate per il periodo in cui furono realizzate. Purtroppo il suo lavoro di attrice non è stato sempre apprezzato dalla critica dell'epoca. Tuttavia, Novak viene tuttora considerata autentica e importante, sopravvivendo così alla prova del tempo per il pubblico di tutto il mondo. Negli ultimi anni, i critici hanno cambiato idea e hanno precipitosamente riscritto le loro opinioni sulle sue interpretazioni.  E' diventata una leggenda vivente, guadagnandosi la giusta collocazione nella storia del cinema, con il rispetto e la stima della critica e dell'industria. Kim Novak è stata premiata dal Festival di Toronto nel 2015, dal Festival di Praga nel 2014 e dal Festival di Cannes nel 2013. È stata anche insignita dell’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino. Nel 2003 le è stato assegnato l'Eastman Kodak Archives Award per il suo contributo al cinema (in precedenza erano stati premiati Greta Garbo, Audrey Hepburn, James Stewart, Martin Scorsese e Meryl Streep). È apparsa due volte sulle copertine delle riviste Life, Look e Time e in tutte le principali pubblicazioni dal 1955 ad oggi. Kim Novak non ha mai scelto di diventare un'attrice.  Da giovane ricevette due borse di studio grazie alle quali frequentò il prestigioso Chicago Art Institute. Durante il suo secondo semestre al Wright Junior College nella sua città natale, Chicago, accettò un impiego estivo viaggiando da una grande città all'altra, lavorando come modella con il nome di Miss Deep Freeze. Quando il tour finì a San Francisco, lei e un'altra modella decisero di fare una deviazione a Hollywood, dove ottenne un ruolo da modella nel film La linea francese (1953), con Jane Russell. Lì fu notata da un talent scout che le offrì un contratto con la Columbia Pictures. Cosa insolita per una nuova attrice appena scritturata, le sono stati assegnati nel suo primo anno di attività, dal capo della Columbia Harry Cohn, i ruoli da protagonista in Criminale di turno (1954) e 5 contro il casinò (1955). Cohn, una persona molto dura, era interessato a lanciare la sua carriera come minaccia per la sua stella ribelle, Rita Hayworth. Invece, Novak e Hayworth diventarono amiche, entrambe con carriere di grande successo.  Dopo la morte di Harry Cohn, lo studio frenò per un certo periodo, incapace di trovare o offrire sceneggiature di qualità degne della Novak. Lei valutò attentamente le insidie ​​della perdita della propria identità, così come il possibile rischio di perdere la vita stessa, come accadde con Marilyn Monroe. Pertanto, trovò il coraggio di abbandonare fortuna e fama alla ricerca di un proprio io, volendo dimostrare che una donna indipendente valeva abbastanza per farcela da sola. Si è stabilita in una dimora sulla scogliera sull'Oceano Pacifico vicino a Carmel, in California, chiamata Gull House, dove ha lavorato per sviluppare il proprio talento come artista visiva. Ha sposato il suo primo marito, l'attore britannico Richard Johnson, nel 1965. Hanno divorziato dopo un anno. Dopo diversi anni vissuti da sola, ha sposato il dottor Robert Malloy, l'amore della sua vita, un veterinario equino. Hanno creato un paradiso personale che hanno chiamato Wingsong sul fiume Rogue, nel sud dell'Oregon, rispettando e prendendosi cura della natura selvaggia che hanno esplorato a cavallo, insieme ai loro cani e ad altri animali. Le opere d’arte di Kim Novak sono state esposte e omaggiate in una retrospettiva sul suo lavoro dal prestigioso Butler Museum of American Art a Youngstown, Ohio, dove alcuni dei suoi pezzi sono in mostra permanente. Le sue opere sono state esposte anche alla San Francisco Historical Society e al Museo Nazionale di Praga. Il Butler Museum ha pubblicato un libro sulla sua vita e sulla sua arte nel 2020. Kim Novak ha dipinto opere che simboleggiano l'influenza che su di lei hanno avuto sia l’infanzia travagliata, sia il periodo a Hollywood. È stato solo dopo la fine della sua carriera nel mondo dello spettacolo, che le è stata diagnosticata la bipolarità. Dopo la morte del marito nel 2020 per un tumore, ha dedicato la sua vita alla pittura e alla scrittura di poesie. Ha pure continuato a coltivare il sogno di cavalcare il suo cavallo preferito, Poet, e a vivere in casa con i suoi tre cani da salvataggio. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)