Comune di Trissino, bonifica dell’area ex Miteni. Approvato il documento di Analisi del rischio (ADR), entro sei mesi il progetto

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Risultato importante all’ultima conferenza dei servizi in tema Pfas cui hanno partecipato il Comune di Trissino, la Provincia di Vicenza e la Regione Veneto, oltre agli enti tecnici di supporto regionale (Arpav e ASL, a loro volta supportati da ISS ed ISPRA): è stato approvato il documento di Analisi del rischio propedeutico all’elaborazione del progetto di bonifica dai Pfas dell’area ex Miteni da parte delle ditte interessate.

L’approvazione dell’ADR dà il via al conto alla rovescia che porterà entro sei mesi alla bonifica dell’area dove sorgeva lo stabilimento ex Miteni, bonifica di cui dovranno obbligatoriamente farsi carico le aziende che facevano parte a vario titolo del sito industriale: Manifatture Lane Marzotto, Mitsubishi, Eni Rewind e ICI3.

L’assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Trissino, Agostino Mastrotto ha commentato con soddisfazione il risultato, arrivato dopo dodici anni di lavoro sul sito: «Nonostante tutte le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare in questi anni, cominciamo a raccogliere i frutti di un lunghissimo lavoro seguito dalle istituzioni, con la collaborazione di tutti gli enti. Un importante risultato ottenuto anche grazie al gioco di squadra fortemente voluto dalla popolazione dell’intera area delle province di Verona, Vicenza e Padova con circa 350.000 mila abitanti interessati, e alla sensibilizzazione a tutti i livelli fatta dalle associazioni e dalle mamme No PFAS».

L’ex assessore all’ambiente Gianpietro Ramina, che su incarico del sindaco di Trissino segue ancora la vicenda, ha messo l’accento su fatto che per la prima volta è stata approvata un’ADR sui suoli insaturi, relativa anche a composti (i PFAS raggruppano oltre 4500 sostanze) ancora non supportati da modelli scientifici consolidati. «La conferenza dei servizi – ha sottolineato Ramina – ha voluto dare un segnale forte per rompere il rallentamento e lo stallo che si era venuto a creare, fornendo riscontro alle indicazioni e alle proposte emerse nei tre tavoli tecnici organizzati dalla Prefettura e dalla Procura di Vicenza per arrivare a definire una quantificazione economica e di riparto a carico delle aziende che a vario titolo sono state presenti nell’area ex Miteni. Viene anche riaffermato che i valori analitici ai POC dell’acqua della falda nell’allestire il progetto di bonifica dovranno tener conto dei limiti sulle sostanze previsti per le acque ad uso potabile». Secondo Ramina poi deve essere riaffermato il principio, già previsto all’interno del T.U. 152 2006, che chi inquina paga e quindi non sono i cittadini a dover sostenere costi aggiuntivi per la depurazione e il filtraggio per ottenere acque potabili: «Sarebbe un controsenso – ha concluso – come si dice “oltre al danno, la beffa”».