
Pubblichiamo di seguito la nota della Segreteria Regionale Veneto PRC e della Segreteria Provinciale Vicenza Partito della Rifondazione comunista. Apprendiamo con sconcerto e indignazione la notizia delle denunce a carico di una decina di attivisti vicentini, colpevoli – secondo la Digos – di aver preso parte a due manifestazioni “non autorizzate”: una contro le forniture militari a Israele, l’altra contro la devastazione ambientale dei cantieri Tav. Il loro vero crimine? Aver osato manifestare in modo pubblico, pacifico e nonviolento. In uno Stato che si definisce democratico, questo dovrebbe essere un diritto. In Italia, invece, diventa reato.
Lo ribadiamo con chiarezza: esprimere dissenso non è una minaccia alla sicurezza, è il fondamento di ogni democrazia degna di questo nome.
Il 30 marzo, davanti alla caserma Ederle di Vicenza, un gruppo di cittadini ha denunciato pubblicamente il ruolo dell’Italia nella filiera bellica che alimenta la carneficina a Gaza. Il 5 aprile, presso il bosco di Cà Alte, attivisti No Tav hanno protestato contro l’ennesima opera inutile che distrugge territori per arricchire lobby e multinazionali del cemento. In entrambi i casi, la risposta dello Stato è stata l’identificazione dei promotori e l’avvio delle denunce: per lo Stato chi si oppone va zittito.
In questo quadro, si inserisce un ulteriore elemento di forte preoccupazione: l’approvazione del cosiddetto “decreto sicurezza” da parte del governo in carica. Una norma che, con il pretesto di garantire l’ordine pubblico, mira in realtà a criminalizzare ogni forma di dissenso, portando il Paese su una pericolosa china autoritaria.
Di fronte a questo cupo scenario, esprimiamo la nostra più ferma e incondizionata solidarietà a chi, con determinazione e senso di responsabilità, continua a battersi contro la militarizzazione dei territori, contro la devastazione ambientale, contro la logica della guerra e del profitto.
Non saranno denunce e decreti a fermare chi difende i diritti del popolo palestinese e chi difende la terra da opere ciclopiche devastanti. E se manifestare è un reato, allora siamo pronti a dichiararci tutti colpevoli – concludono la Segreteria Regionale Veneto PRC e la Segreteria Provinciale Vicenza del Partito della Rifondazione Comunista.