Sicurezza Vicenza: l’istanza sociale sempre più oggetto di propaganda

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Comunicati di propaganda del Comune di Vicenza sicurezza

Negli ultimi mesi, tenendoci stretti, il tema della sicurezza a Vicenza, nato come istanza sociale, è sempre più terreno di propaganda politico-elettorale.

Da queste pagine ci occupiamo spesso di questa istanza, che parte dal basso, raccogliendo le voci di cittadini e comitati che segnalano le zone del degrado della città. Parallelamente, cerchiamo di dare conto dell’azione delle forze dell’ordine e della politica nel mettere in campo azioni di contrasto alla microcriminalità e, più in generale, al peggioramento delle condizioni di vita pubblica in ogni sua forma. Cerchiamo, di contro, di azzerare o quanto meno di limitare interventi sul tema della sicurezza a Vicenza che si vestano del mero scopo di propaganda.

Questo ampio preambolo per chiedere ai nostri lettori di accompagnarci in una riflessione che riguarda questo aspetto che – ne siamo certi – tocca molto da vicino i loro interessi e la loro richiesta di vivere una città, un territorio nella maniera migliore possibile.

Le parti politiche che si fronteggiano a Vicenza e nella provincia (ma il discorso è chiaramente estendibile al livello nazionale) a volte si applicano alla questione con un chiaro ed unico intento propagandistico. Ed è così che spesso la redazione si trova ad analizzare interventi che strumentalizzano la questione, distogliendo da quel che dovrebbe essere il fine unico: proporre e generare soluzioni. Le quali – ad onor del vero – non mancano.

Lo diciamo spesso e in modo chiaro. Il problema della sicurezza, percepita o reale che sia, a Vicenza come ovunque, non è un ambito nel quale si possa individuare come solutore un governo di livello comunale e riferibile a un solo contesto urbano. È il Governo nazionale, sulla base delle interlocuzioni locali, che può e deve intervenire. E questo vale a Vicenza come a Milano, a Napoli tanto quanto a Torino o a qualsiasi latitudine dello Stivale.

A indurci in questa riflessione, questa mattina, l’ennesima nota politica che commenta la ben nota vicenda della commerciante di Vicenza Margherita Parolin, partendo dalla decisione di destinare nuovamente a un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) il soggetto straniero responsabile di condotte di intimidazione e minaccia nei suoi confronti, costringendola a chiudere la propria attività fino al suo allontanamento definitivo.

La parte politica titolare della nota (non specifichiamo quale, non essendo importante ai fini dello scopo di questo commento) “ne approfitta” per dare addosso all’altra parte politica “rea” di lodare oggi i Cpr, ma di essersi espressa in senso contrario nel passato.

Strumentalizzazione, e propaganda, su un tema sensibile, di ampio interesse per la cittadinanza insomma. Così una posizione contraria (tra l’altro, quanto meno presunta tale) e un singolo caso isolato diventano motivo di impegnare uno staff della comunicazione in una mezza dozzina di righe vuote di significato, accompagnate dalla cortese dicitura che sostiene la richiesta di pubblicazione.

Questa testata continua a credere nell’importanza dell’opera politica per la soluzione del problema sicurezza, a Vicenza come ovunque. Ma con fatti concreti e, segnatamente, più uomini e più mezzi, questi ultimi comprensivi anche di leggi più efficaci. E continuiamo a sostenere l’inutilità per i cittadini di commenti di stampo propagandistico, espressi nella convinzione che cavalcare la paura del momento generi consenso a proprio favore e a discapito degli altri.

Riteniamo che i cittadini meritino più rispetto e un impegno concreto, non propagandistico.