
Neanche il tempo di archiviare la storica sentenza vicentina che ha condannato i manager Miteni per il disastro ambientale da PFAS, che lo spettro delle sostanze perfluoroalchiliche riemerge, questa volta insinuandosi addirittura nelle tute e nel sangue dei Vigili del Fuoco. Sì, proprio loro, gli eroi che accorrono per primi quando c’è da spegnere incendi, salvare vite e, pare, anche assorbire PFAS.
A lanciare l’allarme – con tanto di dati alla mano – è la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Erika Baldin, che annuncia un’interrogazione urgente alla Giunta Zaia. Il motivo? Durante una conferenza stampa organizzata a Roma da USB e Greenpeace, è emerso che sedici Vigili del Fuoco – in servizio a Padova, Verona e in altre quattro località italiane – risultano contaminati da PFAS, come confermato da analisi ematiche effettuate all’ospedale universitario di Aachen, in Germania. Valori oltre la soglia di rischio individuata dalla National Academy of Sciences. E nel frattempo, in Veneto, che si fa? Si aspetta.
«Ho chiesto alla Regione – incalza Baldin – di attivare subito un programma di biomonitoraggio volontario, non solo per chi è in servizio, ma anche per i pompieri in pensione e per i volontari. E, cosa non meno importante, di sostituire i dispositivi e le divise contaminate con materiali privi di PFAS».
Un appello che non nasce dal nulla, ma che arriva dopo che la Liguria ha già approvato all’unanimità un ordine del giorno simile, proposto sempre dai pentastellati. In Veneto, però, la strada è ancora tutta da battere, nonostante l’eco ancora fresca delle condanne Miteni – condanne che, come fa notare amaramente Baldin, non prevedono nemmeno un risarcimento per i lavoratori avvelenati dalla stessa azienda.
E proprio da lì parte il parallelo amaro: «Non vorrei – avverte la consigliera – che anche i Vigili del Fuoco, e in generale chi opera in ambienti contaminati, finissero per essere dimenticati come è accaduto ai dipendenti Miteni». Da qui la richiesta alla Regione di muoversi presso il Ministero dell’Interno per escludere definitivamente i PFAS da tutte le dotazioni dei pompieri: divise, guanti, schiume antincendio. Non è solo una questione ambientale, ma di salute e di rispetto per chi, ogni giorno, rischia la propria.
In attesa di risposte, resta un dato: i PFAS non bruciano con le fiamme. Ma intaccano organi, sangue e diritti. Anche dei Vigili del Fuoco. E continuare a ignorarlo è un fuoco – silenzioso – che brucia.