
Due emergenze che toccano da vicino la quotidianità di cittadini e operatori sanitari si incrociano nel dibattito politico veneto e vicentino. Da un lato, la crescente insicurezza nei pronto soccorso; dall’altro, la crisi estiva delle case di riposo, aggravata da carenze croniche di personale. A sollevare i due allarmi, con proposte e prese di posizione distinte, sono il consigliere comunale ed ex sindaco di Vicenza Francesco Rucco (FdI) e la consigliera regionale Anna Maria Bigon (PD), vicepresidente della commissione Sanità del Veneto.
Rucco: «Body-cam per gli operatori sanitari nei pronto soccorso di Vicenza»

In risposta all’ondata di aggressioni subite da medici e infermieri nei reparti di emergenza – oltre 2.500 episodi nel 2024 a livello nazionale – Rucco propone di dotare il personale sanitario vicentino di body-cam e braccialetti smart con allarme geolocalizzato.
«Non è militarizzazione – spiega – ma un gesto di responsabilità. Chi cura non può lavorare nella paura. E chi aggredisce deve sapere che sarà identificato».
La proposta ricalca la sperimentazione avviata in ULSS 4 Veneto Orientale, dove l’uso delle microcamere ha già prodotto un calo delle aggressioni.
Il consigliere chiede che Vicenza avvii subito una sperimentazione, inserendo un emendamento specifico al prossimo bilancio comunale. Oltre alla dotazione tecnologica, Rucco chiede anche formazione obbligatoria per il personale sanitario e protocollo di attivazione controllato dalle forze dell’ordine.
Bigon (PD): «Emergenza estiva nelle RSA, la Regione deve intervenire ora»

Dall’altro fronte politico, la dem Anna Maria Bigon punta i riflettori sulla crisi estiva delle case di riposo, con organici ridotti all’osso per le ferie e liste d’attesa sempre più lunghe. «Serve una risposta immediata dalla Regione. Le strutture stanno resistendo, ma a prezzo di sacrifici insostenibili», dichiara.
Nel 2024, in Veneto, gli anziani in attesa di un posto in RSA sono saliti a 10.452, rispetto ai 7.582 del 2022, con picchi preoccupanti nell’ULSS Euganea (3.886) e nelle zone della Pedemontana (1.104) e del Veneto Orientale (1.055).
Bigon rilancia anche una proposta già avanzata in passato: corsi di formazione per OSS completamente gratuiti, accompagnati da risorse per aumentare gli stipendi. «Gli OSS sono la colonna portante dell’assistenza: meritano riconoscimento e condizioni adeguate».