Caso Silva (ex Safond): la battaglia si allarga, Vicenza dice no all’impianto a Montecchio Precalcino. Emergono immagini shock del sito T50

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Un'immagine dei terreni delle attività della Silva (video Marco Milioni, VicenzaToday)
Un'immagine dei terreni delle attività della Silva (video Marco Milioni, VicenzaToday)

Mentre aumentano le prese di posizione contro l’impianto per rifiuti pericolosi proposto dalla ditta Silva Srl (ex gruppo Safond ora Ecoeridania)a Montecchio Precalcino, scoppia un nuovo caso legato alla gestione attuale del sito di trattamento sabbie T50: immagini e video pubblicati da Vicenzatoday a firma Marco Milioni mostrano sversamenti sospetti di acqua contaminata nei terreni circostanti, riaccendendo le paure di cittadini e comitati.

A prendere posizione in modo netto è ora anche il Comune di Vicenza (clicca qui), che ha approvato il 2 luglio scorso una delibera di giunta con cui sostiene apertamente il no al progetto, già bocciato da Dueville e Costabissara. Il testo parla chiaro: «Il principio di precauzione non è un’opzione, ma un dovere, soprattutto quando si parla di salute pubblica». La delibera sottolinea come sia «inammissibile autorizzare un’attività potenzialmente pericolosa per la risorsa idrica senza considerare appieno il quadro conoscitivo e normativo».

Nel frattempo, i riflettori si accendono anche sull’Assemblea dei 134 sindaci del Bacino ATO Bacchiglione, convocata per il 17 luglio con voto finale entro il 24, chiamata ad approvare le nuove zone di salvaguardia idrica a Dueville e Villaverla: aree che, se confermate, renderebbero illegittima la costruzione del nuovo impianto, secondo il Decreto Legislativo 152/2006 che vieta in queste aree attività come la gestione di rifiuti, stoccaggi pericolosi e trivellazioni.

Ma il fronte del “no” all’ampliamento si arricchisce oggi di elementi ancora più inquietanti: Marco Milioni su Vicenzatoday ha diffuso immagini girate da residenti in cui si documentano episodi di sversamento di “acqua nera” nel fondo cava e nei terreni adiacenti il sito T50, a Villaverla. Secondo l’autorizzazione provinciale vigente, Silva Srl dovrebbe trattare il 100% delle acque di dilavamento, provenienti da pioggia contaminata da sabbie con metalli pesanti. Ma le immagini mostrerebbero l’opposto: piazzali fatiscenti e drenaggio incontrollato.

Cresce così la preoccupazione per la falda acquifera sottostante, che alimenta l’acquedotto padovano. A queste immagini si aggiungono ulteriori dubbi sulla gestione interna dell’impianto: le emissioni in atmosfera delle sabbie non sarebbero mai state monitorate in modo adeguato, e un continuo via vai di camion pieni di sabbie nere farebbe pensare al trasferimento non tracciato di materiali contaminati dalla T50 all’ex cava Barbieri, sempre di proprietà di Silva.

Il Comitato Tuteliamo la Salute ha formalmente chiesto al Comune di Montecchio Precalcino di verificare se la ditta Silva Srl abbia adempiuto agli obblighi già previsti: dalla relazione annuale sulle attività e le emissioni, al report sull’integrità dei piazzali e il monitoraggio delle acque sotterranee e acustico.

Il prossimo 24 luglio si attende il voto dei sindaci dell’ATO, mentre la Regione Veneto avrà l’ultima parola sull’effettiva entrata in vigore delle zone di salvaguardia. La battaglia è ancora aperta, ma il fronte contrario all’impianto si fa sempre più ampio e documentato.

🔗 Articolo VicenzaToday con video e foto
🔗 Sezione ATO Bacchiglione per documenti e convocazione
🔗 Delibera del Comune di Vicenza (2 luglio)

Articolo redatto con il contributo del Comitato “Tuteliamo la Salute” di Montecchio Precalcino e fonti stampa pubbliche.