Morti sul lavoro in Veneto, Bianco (Cgil Vicenza): “Chi ci governa è contro la salute e la sicurezza dei lavoratori!”

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morti sul lavoro in veneto
Massimiliano Bianco
Massimiliano Bianco, della segreteria Cgil di Vicenza

Si susseguono le riflessioni e i commenti preoccupati e indignati sull’inaccettabile tragedia dei morti sul lavoro in Veneto, una delle peggiori d’Italia nel 2025 con 51 vittime nei primi 6 mesi, con un drastico peggioramento rispetto allo scorso anno. Massimiliano Bianco, della segreteria provinciale della Cgil di Vicenza, sottolinea in un comunicato stampa la drammaticità della situazione, che non è solo una questione di statistiche: «Parliamo di dati, numeri, percentuali ma dietro a questi ci sono nomi e cognomi, – afferma Bianco – ci sono vite spezzate, ci sono figli, figlie, padri e madri. Ci sono tragedie che colpiscono chi resta. E siamo stanchi delle frasi ormai retoriche di circostanza pronunciate dopo ogni infortunio mortale».

Manca volontà di intervenire

Secondo il segretario Cgil al di là delle parole accorate, manca la volontà di intervenire in modo deciso per fermare la strage sul lavoro: «Abbiamo visto il governo varare un decreto sicurezza dai profili incostituzionali, che invece di proteggere lavoratrici e lavoratori li condanna se lottano e manifestano, con i mezzi da sempre usati in democrazia, per difendere il posto di lavoro o per migliorare la propria condizione lavorativa. Si abbia invece il  coraggio – è l’invito di Bianco – di aumentare le pene per il reato di omicidio colposo sul lavoro».

È anche una questione, continua, di come vengono utilizzate le risorse: «Assistiamo ad una pericolosa e costosissima corsa al riarmo con uno sperpero di risorse economiche che potrebbero essere usate per la nostra “malata” sanità e anche per investire in sicurezza sul lavoro, a partire dalla prevenzione aumentando il numero dei tecnici Spisal e riconoscendo loro un più giusto e adeguato stipendio».

Referendum, occasione mancata

Il quadro che traccia Bianco è sconfortante: «Appalti, sub appalti, lavoro precario, queste sono forme di sfruttamento del lavoro fatte per ridurre i costi aumentando i profitti ma è proprio così che si espongono ancora di più i lavoratori al rischio di infortuni». Su questi temi, ricorda il segretario, la CGIL proprio su  questo argomento aveva cercato una parziale soluzione con quattro quesiti referendari: «Anche in questo caso il Governo, e non solo, ha preferito sostenere l’astensionismo, evitando perfino il confronto su temi concreti – conclude Bianco – ma pensando di contrastare l’iniziativa della CGIL: in questo modo esecutivo e suoi sodali si sono schierati di fatto contro i lavoratori».