
(Adnkronos) – Il costo dei pannelli solari è crollato di oltre il 99% dagli anni '70, un risultato che ha reso l'energia solare un pilastro fondamentale nella transizione energetica globale. Ma quali sono i fattori che hanno reso possibile questa rivoluzione? Una nuova ricerca del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha analizzato in profondità le dinamiche di questa drastica riduzione dei prezzi, rivelando una verità sorprendente: il merito non è solo delle innovazioni interne al settore, ma di un'intricata rete di avanzamenti tecnologici provenienti da un'ampia varietà di industrie, insospettabili e diversificate. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica
PLOS ONE
, ha utilizzato una metodologia innovativa che combina modelli matematici quantitativi con un'analisi qualitativa dettagliata. Questa ricerca, finanziata dal Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti, ha permesso di risalire a ben 81 innovazioni uniche che hanno contribuito a ridurre i costi dei sistemi fotovoltaici a partire dal 1970. I risultati della ricerca del MIT mostrano chiaramente come i progressi chiave non siano nati solo nel settore solare. "I nostri risultati mostrano quanto sia intricato il processo di miglioramento dei costi, e quanto gli avanzamenti scientifici e ingegneristici, spesso a un livello molto basilare, siano al centro di queste riduzioni", ha spiegato la professoressa Jessika Trancik, autrice senior dello studio e docente presso l'Institute for Data, Systems, and Society del MIT. "Molta conoscenza è stata attinta da diversi domini e industrie, e questa rete di conoscenza è ciò che fa migliorare queste tecnologie". Gli autori dello studio, tra cui i co-lead Goksin Kavlak e Magdalena Klemun, hanno identificato contributi cruciali provenienti dall'industria dei semiconduttori, dalla metallurgia, dalla produzione del vetro, dalle trivellazioni di petrolio e gas, e persino da processi costruttivi e normative legali. Ad esempio, una tecnica di taglio del silicio con filo, introdotta negli anni '80, ha contribuito in modo determinante a ridurre gli sprechi e ad aumentare la produttività. Un aspetto fondamentale emerso dalla ricerca è la distinzione tra i costi dei moduli fotovoltaici e i cosiddetti costi BOS (Balance-of-System), che includono componenti come sistemi di montaggio, inverter e cablaggi, ma anche "tecnologie soft", ovvero elementi non fisici come le procedure burocratiche di autorizzazione. "Esaminando le innovazioni sia a livello BOS che all'interno dei moduli, identifichiamo i diversi tipi di innovazioni che sono emersi in queste due parti della tecnologia fotovoltaica", ha affermato Kavlak. I costi BOS, che dipendono da fattori locali e procedure burocratiche, sono stati meno influenzati dall'innovazione rispetto all'hardware. "Spesso si tratta di ritardi. Il tempo è denaro, e se si verificano ritardi nei cantieri e processi imprevedibili, ciò influisce su questi costi", ha precisato la professoressa Trancik. Questa intuizione è di grande attualità, con le politiche di diversi paesi che si stanno muovendo per automatizzare le procedure di autorizzazione. Strumenti software che validano automaticamente la conformità dei progetti, come il "SolarAPP+" negli Stati Uniti, sono un esempio concreto di come la riduzione dei "soft costs" stia diventando una priorità per accelerare la diffusione del fotovoltaico. In prospettiva, i ricercatori sottolineano il ruolo crescente di tecnologie digitali come l'intelligenza artificiale e la robotica, che stanno già ottimizzando la disposizione dei pannelli e l'installazione automatizzata nei grandi impianti, contribuendo a un'ulteriore riduzione dei costi e a un miglioramento della qualità. "In termini di trasferimenti di conoscenza, ciò che abbiamo visto finora nel fotovoltaico potrebbe essere solo l'inizio", ha concluso Klemun, indicando come il futuro delle energie rinnovabili sarà sempre più plasmato da una fusione di competenze e tecnologie provenienti da ogni settore. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)