
Il 23 agosto apre al pubblico, nella sala degli Zavatteri in Basilica Palladiana, la mostra “Maurizio D’Agostini Retrospettiva 1980-2025. Sulle ali della bellezza tra Natura e Infinito”.
La mostra narra la storia e la vita di un artista vicentino con un proprio riconoscibile linguaggio formale declinato in generi e materiali diversi.
Maurizio D’Agostini è scultore, incisore e pittore. Personalità artistica contemporanea di rilievo internazionale, vive un forte legame con la sua città. Conoscitore della figura umana, che diventa fonte ispiratrice delle sue sculture, D’Agostini indaga l’esistenza dell’essere umano che modella giocando su volumi, spazi e richiami classici. Le opere seguono forme ideali che conquistano la critica d’arte contemporanea, e fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private, italiane e straniere. Le opere monumentali sono esposte in luoghi pubblici e spazi privati, in Italia e all’estero.
La mostra è a cura di Katia Brugnolo e si potrà visitare, ad ingresso libero, dal martedì a domenica dalle 10 alle 18 fino al 9 novembre 2025.
Spiegano l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin e la direttrice dei Musei Civici Valeria Cafà nell’introduzione al catalogo che accompagna la retrospettiva: «Maurizio d’Agostini, scultore vicentino da anni racconta il mondo con uno sguardo profondamente autentico e poetico. Le sue mani sanno dialogare con il marmo, la creta, ma anche con materiali umili e ricchi di memoria come i sassi del Brenta, trasformandoli in opere che parlano di natura, umanità e territorio. Questa esposizione, ricca e articolata, raccoglie numerosi lavori che testimoniano un’intera vita dedicata all’arte, all’amore per la natura e alla bellezza che circonda ognuno di noi. Accogliere questa mostra in Basilica Palladiana significa dare spazio non solo a un grande artista, ma anche a una voce che sa raccontare con sensibilità e forza il legame profondo tra arte, vita e natura. La mostra invita a immergersi nella bellezza dei piccoli dettagli e a lasciarsi stupire davanti a grandi opere, come il maestoso Don Chisciotte in legno di tiglio, alto 3,80 metri. Un’opera iconica che il pubblico e gli abbonati del Teatro Comunale di Vicenza conoscono bene, abitualmente collocata nel foyer, ma che per qualche mese troverà nuova casa negli spazi suggestivi della Basilica Palladiana. Con uno stile riconoscibile e mai banale, D’Agostini è riuscito a creare un mondo artistico personale e questa mostra offre una panoramica completa della sua produzione artistica, celebrando un percorso che unisce arte, passione e radicamento nel territorio. D’altra parte, basta fare una passeggiata al Lago di Fimon per incontrare D’Agostini, spesso impegnato ad osservare da vicino la natura, sempre attento ai suoi dettagli, che diventano poi ispirazione concreta per le sue opere».
Commenta la curatrice Katia Brugnolo: «Alla luce della sua lunga e prestigiosa carriera Maurizio D’Agostini va considerato come uno dei maggiori scultori al mondo che operò e ricevette riconoscimenti a livello internazionale. Altra caratteristica che lo rende impareggiabile è la sua straordinaria competenza estesa a più tecniche artistiche: incisione, scultura e pittura, sempre con risultati straordinari. La sua formazione iniziò presso la Scuola d’arte e mestieri a Vicenza e, in seguito al suo apprendistato come incisore-cesellatore, negli anni ’80 scaturì la volontà di dedicarsi alla scultura. Nel frattempo i viaggi negli Stati Uniti, nel 1982, e in Francia, nel 1984, gli offrirono l’opportunità di mostre, riconoscimenti e lo avviarono alla straordinaria stagione della produzione di sculture su piccola e grande scala. Ciò che infatti va sottolineato è che Maurizio D’Agostini crea capolavori scultorei su dimensioni sia piccole che monumentali. La sua esperienza formativa lo abituò, infatti, a definire forma e dettagli su piccole superfici, curando con maestria la qualità del segno, sempre perfetto e preciso, e la resa dei particolari, che nelle sue opere assumono un’importante funzione narrativa e simbolica. Per un decennio (1983-1991) Maurizio D’Agostini si dedicò a scolpire circa 350 ciotoli selezionati sulle sponde del fiume Brenta. In questa celebre produzione artistica si unirono le competenze di D’Agostini scultore e orafo, perché un centinaio di sassi furono decorati anche con doratura nel 1994, nell’atelier di Honfleur, in Normandia. A partire dalla fine degli anni ’80, dopo l’esperienza scultorea dedicata a opere di piccola e media dimensione, la collaborazione con architetti e la speciale intesa con alcuni mecenati portarono D’Agostini a progettare e a realizzare imponenti e prestigiose opere monumentali. Fu il caso, ad esempio, dell’incontro con l’architetto milanese Carlo Moretti, dalla cui collaborazione nacque la scultura monumentale The King of the isle, in pietra bianca di San Gottardo, collocata nella Galleria Crispi, a Vicenza. Dal 1991 al 1997 seguì una felice stagione per le opere monumentali su commissione di Maurizio D’Agostini: Il sovrano dell’isola (1991), La casa del vento (1992), Elevazione (1992), L’astronomo (1994), L’annunziatore (1996), L’educazione dell’anima (1997), Il nocchiero (1997). Tutte queste maestose sculture furono realizzate in pietra di San Gottardo e di San Germano dei Berici. L’esperienza creativa nella scultura in dimensioni piccole o monumentali si intrecciò, quindi, nella straordinaria produzione di Maurizio D’Agostini. La Francia fu il suo paese d’adozione, dove profonde amicizie e importanti iniziative consolidarono nel tempo un legame e un collegamento fondamentali nella carriera dell’artista dall’animo cosmopolita. Un’altra felice stagione per le sculture monumentali arriverà negli anni 2005-2009, con una sorpresa dettata dal destino. Nel 2005, infatti, una coppia di facoltosi collezionisti americani, i coniugi Judith e Douglas Krupp di Boston, visitarono la mostra in Basilica Palladiana (2006), e richiesero una copia monumentale della scultura Le ali della libertà, collocata nel 2009 nel parco di Villa Krupp, prima opera monumentale di D’Agostini che oltrepassò l’oceano. In questo periodo le maestose sculture furono realizzate anche in bronzo azzurro o in bronzo patinato, aggiungendo ulteriore preziosità ai manufatti: Elevazione e L’Argonauta (2009), chiudono la prestigiosa rassegna delle opere monumentali».
In mostra sono esposte 75 opere: 47 sculture, 11 incisioni, 13 dipinti, 4 pastelli.
Sono state programmate tre occasioni di visita alla mostra con l’artista e la curatrice Katia Brugnolo: il 19 settembre, il 18 ottobre e l’8 novembre alle 17. La partecipazione gratuita. Sarà sufficiente presentarsi con qualche minuto d’anticipo all’ingresso della mostra.
La vernice per la stampa e l’inaugurazione su invito si terranno venerdì 22 agosto alle 11 nella sala degli Zavatteri, in Basilica Palladiana alla presenza della vicesindaca Isabella Sala, dell’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin, dell’artista Maurizio D’Agostini e della curatrice Katia Brugnolo.