Lavoro nero nel Vicentino, Prc chiede interventi immediati contro il fenomeno

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Il Partito della Rifondazione Comunista si scaglia contro l’ennesimo caso di sfruttamento emerso in provincia di Vicenza e chiede misure concrete per arginare il fenomeno del lavoro nero.

La rappresentanza locale del partito, che ha appreso della notizia dal blitz della Guardia di Finanza in un ristorante della Valle del Chiampo, rivendica con forza l’adozione di un salario minimo legale e il rafforzamento dei contratti nazionali, ritenuti strumenti essenziali per fermare il precariato.

Rifondazione Comunista chiede anche piani straordinari di controllo in tutti i settori con un’alta incidenza di lavoro irregolare, attraverso l’aumento di ispettori e di risorse. Per chi sfrutta, il partito invoca l’applicazione di sanzioni e pene severe, che arrivino fino alla revoca delle licenze per le aziende recidive. Infine, una delle richieste principali è l’abolizione della legge Bossi-Fini, che, legando il permesso di soggiorno a un contratto di lavoro, rende i lavoratori migranti ricattabili e costretti ad accettare qualsiasi condizione.

L’operazione della Guardia di Finanza a Ferragosto contro il lavoro nero in provincia di Vicenza

L’intervento del partito arriva a seguito di un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Vicenza durante il fine settimana di Ferragosto. I militari della Compagnia di Arzignano, in un’attività di contrasto al lavoro sommerso, hanno effettuato un’ispezione in un ristorante della Valle del Chiampo, scoprendo gravi irregolarità.

Durante i controlli, i finanzieri hanno identificato cinque lavoratori completamente in nero, tra cui due minori, e altri tre dipendenti che ricevevano parte del loro compenso “fuori busta”. Per l’attività è già stata proposta all’Ispettorato del Lavoro la sospensione dell’attività, dato che la manodopera irregolare superava la soglia del 10% dei dipendenti presenti. Il caso si aggiunge a una lunga serie di interventi: dall’inizio del 2025 le Fiamme Gialle vicentine hanno già individuato 293 lavoratori irregolari, di cui 159 in nero, per un totale di oltre 300 mila euro di sanzioni e 45 aziende sospese.

Nel suo comunicato, Rifondazione Comunista esprime soddisfazione per l’attività delle forze dell’ordine, ma sottolinea come i controlli siano “a macchia di leopardo” e non sufficienti a contrastare un fenomeno che reputa quotidiano e sistematico. Il partito accusa lo Stato e la Regione Veneto di “fingere di non vedere” e ricorda che il lavoro irregolare colpisce tutti, abbassando i salari e distruggendo la dignità del lavoro.