
Una coppia di turisti ebrei, un cittadino americano e la moglie israeliana, è stata aggredita la notte tra il 7 e l’8 settembre a Venezia da una decina di uomini, presumibilmente nordafricani. L‘episodio di violenza – venuto a galla soltanto nelle scorse ore – è avvenuto al grido di “Free Palestine”.
L’aggressione è iniziata dopo la mezzanotte presso un chiosco di Strada Nuova, quando il gruppo ha notato l’abbigliamento tradizionale ebraico della coppia. Dopo i primi insulti, in particolare da parte di un tunisino di 31 anni, i turisti hanno cercato di fuggire ma sono stati inseguiti e accerchiati.
Durante l’inseguimento, un membro del gruppo ha aizzato il proprio rottweiler senza museruola contro di loro, mentre il trentunenne ha schiaffeggiato l’uomo. L’aggressione è culminata con il lancio di una bottiglia di vetro, che ha ferito la donna alla caviglia.
L’episodio dell’aggressione dei turisti ebrei a Venezia ha suscitato la ferma condanna in maniera bipartisan del mondo politico veneto. Il Presidente della Regione, Luca Zaia, ha definito l’aggressione un “oltraggio alla dignità umana” e un atto “discriminatorio” che tradisce la storia di Venezia, da sempre città di dialogo e convivenza. Zaia ha sottolineato che in Veneto non c’è spazio per la violenza e la discriminazione razziale o religiosa.
Anche il senatore e segretario regionale del Partito Democratico, Andrea Martella, ha definito l’aggressione “inaccettabile”. Martella ha ribadito che la violenza va condannata sempre, in ogni sua forma, e ha sottolineato come l’antisemitismo non possa trovare spazio in una democrazia. Ha espresso solidarietà alle vittime e ha auspicato che i responsabili vengano individuati e puniti.