In attesa di approfondire ulteriormente questa storia tragicomica dell’Italia-America Friendship Festival vi facciamo ascoltare (in copertina il video a immagine fissa ma con l’audio integrale) l’intervista che Giancarlo Loquenzi (Zapping Rai Radio 1) ha fatto a Jacopo Bulgarini d’Elci, ideatore e direttore dell’evento, il primo in attesa del secondo e così via, lo dice lui che è titolare di MondoSerie, “guida ragionata all’immaginario seriale“.
Nessun cenno ascoltiamo in 7 minuti al fatto che il festival nasce ufficialmente per celebrare il 70° anniversario della prima base Usa a Vicenza, la Carlo Ederle, a cui, poi si è aggiunta la seconda, che ha preso il posto dell’aeroporto Tommaso Dal Molin per, poi, essere intitolata, per accontentare gli USA anche in questo, a Renato Del Din, a cui si sono opposti in massa ma invano i vicentini e non solo (storica la marcia dei 100.000 del 17 febbraio 2007 con Dario Fo e Franca Rame), che ancora non hanno digerito il boccone amaro.
Ma questo dimentica di dirlo (e, prima ancora, di farselo chiedere) Bulgarini d’Elci, molto bravo (lui al telefono ieri sera e perfetta la comunicazione pre intervista per i facilitatori) a irretire Loquenzi, conduttore e collega di grande livello per eventi nazionali e internazionali ma forse un po’ distratto nel caso specifico su cui, d’altronde, la stampa (ufficiale) locale ha steso un velo di… pubblicità.
Nessun cenno viene fatto in 7 minuti su come è nato il festival (Gala NIAF in ambito Nato a Washington nel luglio 2024 in contemporanea con l’invio a Vicenza dei missili V-Shorad), da chi e come è finanziato: senza trasparenza alcuna e con una strana triangolazione Comune- Fondazione Teatro Comunale di Vicenza e ideatore direttore che è il consigliere esterno senza gettoni per i rapporti con i 15.000 americani a Vicenza, la maggior parte dei quali militari, che sono rinchiusi nella basi in attesa di volare verso scenari di guerra, ma che trova il modo di ideare e dirigere, non di certo gratis, questo festival.
Ma Bulgarini d’Elci è in primis un comunicatore – navigatore di gran mestiere, ben prima di farsi intervistare da Giancarlo Loquenzi.
Lo è stato da spin doctor per Achille Variati (fine politico del PD di stampo… democristiano), che vinse le elezioni nel 2008 schierandosi contro la base; poi, promosso vice sindaco sempre da Variati (al secondo mandato nel terzo millennio dopo aver “esordito” nel ruolo a fine 1900), nel 2013 il nostro Jacopo fu delegato a rappresentare Istituzione comunale all’inaugurazione della Del Din “senza fascia tricolore”, per convinta (?) protesta di entrambi (il primo cittadino non va, il secondo ci va sfasciato).
Bulgarini fallì, quindi, nel 2013 il salto in politica in prima persona, quando alle primarie del centrosinistra (lui, “intervistato” in campagna elettorale dal suo ammiratore-ammirato Variati, dichiarò di non essere di certo di non amare la sinistra…) fu sconfitto non solo da Giacomo Possamai, Pd al suo primo tentativo di scalata a palazzo Trissino, ma ancora di più dal più quotato, tra i tre, candidato Otello Dalla Rosa, anche lui del Pd ma non voluto da Variati & c e quindi scaricato alle urne finali dando via libera al “destro” Francesco Rucco.
Fallito il tentativo di dare un successore diretto ad Achille cosa fece il nostro comunicatore? Prima di un’esperienza a Roma col sottosegretario agli interni…, il sempiterno Achille Variati, Bulgarini d’Elci nel 2015 si reca negli States alla cui religione, dopo lo “strappo” dell’inaugurazione della Del Din senza fascia, si converte estasiato (leggi anche “Vicenza a Stelle e Strisce è il diario di viaggio di Jacopo Bulgarini su Radio Vicenza“).
E non a caso oggi con Loquenzi parla della sua felicità per i prossimi 250 anni della liberazione degli Stati Uniti d’America dall’imperialsimo europeo… (si noti bene ho figli e nipoti oltre oceano ma qui parliamo di amicizia tra Stati non fra singole e tante persone che, tra l’altro, negli eventi del festival non entrano in contatto neanche per fare… amicizia)
Ma il tempo passa e allora, dopo Roma e States, lui fiorentino di nascita, diviene il portavoce del sindaco di Siena… Di centrosinistra? Per carità, no, di centro destra.
Tornato sulle sponde del Bacchiglione il nostro protagonista di Zapping di ieri, che ama le inversioni a U, tipiche della circolazione stradale negli USA, collabora con Possamai da gost writer o qualcosa di simile per fargli vincere le amministrative del 2023, grazie anche ai voti degli ex No Dal Molin, a lui che ha la “spensieratezza” di ricordare che con loro marciava. Lo fa ancora oggi, dopo aver patrocinato e promosso l’Italia-America Friendship Festival, affidando, per riconoscenza?, al suo consigliere esterno (senza compenso ma anche sì) una manifestazione di “tanta” cultura di ogni tipo, ma che si auto etichetta come celebratrice dei 70 anni della prima base USA a Vicenza…
Caro Giancarlo Loquenzi, bel profilo di comunicatore – narratore di (parte o poche delle) verità il suo intervistato!
D’altronde dagli studi nazionali è più facile sapere cosa si fa negli USA per Gaza e gli altri scenari di guerra dimenticandosi che le guerre, sbagliate o giuste (ma ce ne sono di questo tipo?), si fanno con i soldati che partono da basi, come quelle di Vicenza, i cui cittadini possono essere e già sono amici degli americani che armeggiano con birre e barbecue ma non lo sono né mai lo saranno di chi, i loro governi, li mandano da qui a usare le armi affrontando loro stessi la morte e facendo rischiare la città del Palladio, patrimonio UNESCO, che, grazie ad Ederle e Del Din, è obiettivo primario di eventuali attacchi nemici, in barba all’esportazione amichevole della democrazia.
Se non avrà il tempo di documentarsi, anche col saggio/instant book “America sorella?” dello storico di fama internazionale Emilio Franzina, sul comune sentire dei vicentini (tra cui quelli di ANPI, CGIL, Lega ambiente e tantissime associazioni locali che il 13 settembre marceranno come nel 2007, anche senza Dario Fo e Franca Rame e senza una stampa che li abbia ascoltati, magari Giancarlo Loquenzi richiami per una nuova intervista da 1 minuito Bulgarini e gli chieda ora se i suoi e nostri concittadini sono così festanti in attesa del festival, che parte oggi, da far guadagnare, fino al momento in cui pubblichiamo,m ai social curati da due mesi dal suo attrezzatissimo staff in tutto 1.026 followers…


Se Loquenzi lo chiamerà, chissà, però, se Bulgarini avrà il tempo per rispondergli questa volta visto che, non amante della sinistra e portavoce del sindaco senese di centrodestra ma delegato da quello di Vicenza di centro sinistra a gestire senza gettoni la comunità e il festival USA dal budget ignoto, deve occuparsi anche della comunicazione del PD veneto e del candidato presidente della regione, Giovanni Manildo… Un masochista?