
Sabato 13 settembre, presso il centro civico Villa Lattes a Vicenza, alla presenza del candidato presidente Giovanni Manildo è stata presentata la lista Le Civiche Venete, inedito progetto di rete tra realtà civiche territoriali della regione.
Un passo decisivo per portare il civismo all’interno delle istituzioni regionali: lo hanno confermato i tanti amministratori e amministratrici provenienti da tutte le province venete, che hanno testimoniato la volontà di costruire un progetto corale, radicato in ogni territorio e capace di raccogliere le istanze che nascono dalle comunità locali.
La lista, schierata nella coalizione a sostegno della candidatura alla Presidenza della Regione Veneto di Giovanni Manildo, presente all’assemblea, punta a rafforzare e arricchire la proposta progressista, partendo dalla consapevolezza che militanza civica significa innanzitutto un metodo nuovo e alternativo di fare politica rispetto a quello dei partiti tradizionali. Un approccio orizzontale e partecipativo, costruito sull’ascolto, sulla fiducia reciproca e sulla responsabilità condivisa. Una politica non calata dall’alto, ma elaborata e organizzata a partire dal coinvolgimento diretto di cittadine e cittadini, con strumenti concreti di partecipazione e trasparenza.
Un progetto non ostile ai partiti ma complementare ad essi, perché capace di parlare linguaggi nuovi, di avvicinare chi si sente escluso dal dibattito politico – anche ma non solo dal punto di vista generazionale – e di riportare al centro la concretezza dell’amministrazione quotidiana incarnata da persone che hanno scelto di impegnarsi nei propri territori. È da qui che nasce la spinta civica: dall’amministrazione locale, dalla gestione dei problemi quotidiani, dal desiderio di restituire a cittadine e cittadini la possibilità di scegliere e di incidere. Un civismo che non si esaurisce in un appuntamento elettorale, ma guarda al futuro come orizzonte continuo, fatto di politiche radicate nei valori e capaci di misurarsi concretamente nella vita delle persone.
Alla presentazione, aperta dall’assessore del Comune di Vicenza Giovanni Selmo, insieme al candidato Giovanni Manildo hanno partecipato numerosi esponenti del civismo veneto coinvolto nel progetto, che hanno posto l’accento sul senso del progetto civico regionale, sulla sua genesi e sui suoi obiettivi: Manuel Remonato e Gianfranco Cipresso per È il momento di Bassano del Grappa (VI), Aldo D’Achille per Impegno per il Bene Comune di Rovigo, Beatrice Verzè per il movimento civico Traguardi di Verona, Caterina Dozzo consigliera comunale di Treviso, Maria Buoso, Francesco Sardo Infirri e Ilaria Taurino per Treviso Civica di Treviso, Rossella Cendron sindaca di Silea (TV), Marco Gasparinetti per Terra e Acqua di Venezia, Arturo Lorenzoni Consigliere Regionale di Padova, Giorgio Maschietto e Giorgio Maschietto per Città Insieme di San Donà di Piave (VE), Elia Pizzolato e Giovanni Menegato per Civici per Vicenza di Vicenza, Andrea Canil per Asolo.
Nella corsa per la Presidenza di Giovanni Manildo, il progetto de Le Civiche Venete rappresenta un tassello fondamentale proprio perché non si tratta solo di una lista in più nella coalizione, ma di una rete di amministratori e cittadini determinati a portare in Regione la credibilità maturata nei territori. Le liste, le associazioni e i movimenti civici costituiscono già oggi un asse portante nell’amministrazione dei comuni del Veneto, dai più piccoli alle città capoluogo, rivelandosi spesso determinanti non solo in termini di risultati elettorali, ma anche per la capacità di mettersi in relazione con mondi e reti che altrimenti resterebbero esclusi dal campo progressista. Un ruolo fondamentale nell’amministrazione locale fondato su valori chiari coniugati con un approccio pragmatico e concreto, sul rifiuto delle posizioni ideologiche e sulla conoscenza dei territori e delle persone che li abitano. Ed è proprio per il peso determinante che hanno le scelte della Regione sulla vita amministrativa dei Comuni che è diventato urgente e fondamentale “completare la filiera”, portando le voci civiche anche nelle istituzioni regionali per offrire a tutte le città del Veneto un filo diretto con l’amministrazione centrale.
L’obiettivo non è occupare spazi di rappresentanza formale, ma aprirli, allargando la partecipazione, costruendo politiche di prossimità, mettendo al centro la sostenibilità integrata che tiene insieme ambiente, giustizia sociale ed economia. Questa scelta collettiva non vuole solo raccogliere consenso, ma generare una trasformazione politica duratura e necessaria: un Veneto che metta al primo posto la dignità delle persone, la tutela dei diritti, la responsabilità verso l’ambiente e la capacità di costruire futuro con coraggio, riformismo concreto e visione condivisa.
I valori che orientano questo percorso sono chiari. La Costituzione come bussola, l’Europa come orizzonte di diritti e opportunità, la sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – come criterio di ogni politica pubblica. Accanto a questi principi, la convinzione che il civismo debba essere responsabile, concreto, radicato nei bisogni quotidiani delle persone. Progressisti non per ideologia, ma perché si sceglie di costruire futuro con uguaglianza, innovazione e giustizia sociale.
Il programma, frutto di un lavoro collettivo condotto nel corso degli scorsi mesi, ha coinvolto tutte le comunità rappresentate dai movimenti civici. Al centro alcune priorità urgenti: rafforzare la sanità territoriale e il welfare di prossimità, riducendo le disuguaglianze e restituendo dignità ai servizi pubblici; sostenere lavoro, imprese e giovani talenti, con particolare attenzione all’imprenditoria femminile e alla formazione continua; guidare la transizione ecologica, fermando il consumo di suolo e promuovendo comunità energetiche diffuse; investire in cultura e istruzione come leve di crescita e coesione; sviluppare infrastrutture sostenibili e innovazione digitale per ridurre i divari tra città, pianura e aree montane.
Le Civiche Venete hanno chiarito la loro posizione anche sul tema dell’autonomia: sì a più strumenti di autogoverno, ma in un quadro costituzionale, con risorse adeguate e nell’ottica di rafforzare diritti e servizi, non di dividerli. L’obiettivo è un Veneto che sappia negoziare con lo Stato con trasparenza e responsabilità, senza derive di egoismo territoriale.
Con Le Civiche Venete il civismo della regione compie un salto di qualità, trasformandosi da esperienza locale e frammentata in una rete stabile, radicata e capace di incidere nelle istituzioni e determinata a costruire un progetto comune, che parta dalle comunità e non dalle segreterie di partito magari a livello nazionale, che metta al centro le persone e i territori e non gli equilibri di potere e i cartelli elettorali. Un progetto che guarda al futuro, che mira a costruire un nuovo soggetto politico a partire da un patrimonio di esperienze locali vincenti, facendo della diversità un valore. Una vera e propria federazione civica che punta a cambiare la Regione grazie a una politica capace di unire, ascoltare, innovare. Una politica che parte dai territori per tornare al servizio di cittadine e cittadini.











































