Aggressioni negli ospedali, scontro politico: Zanoni (AVS) contro i presìdi fissi di polizia, Bet (Lega) lo accusa di giustificare la violenza

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Aggressioni negli ospedali
Aggressioni negli ospedali

Il dibattito sulle aggressioni negli ospedali accende il confronto in Consiglio regionale: per l’esponente di Alleanza Verdi Sinistra la soluzione è potenziare sanità e personale, mentre il leghista difende la linea della fermezza e invita a una condanna senza esitazioni.

Il tema della sicurezza nei Pronto soccorso torna a dividere la politica veneta. A innescare il confronto è stato Andrea Zanoni, consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra, che ha bocciato la proposta del direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, di istituire presìdi fissi delle Forze dell’ordine nelle strutture di emergenza.

«Mettere un poliziotto o un carabiniere a turno nei Pronto soccorso è come mettere un cerotto su una ferita che richiede un’operazione – ha affermato Zanoni –. Le aggressioni negli ospedali nascono da attese interminabili e dalla carenza di medici e infermieri. Non è la repressione la soluzione, ma la prevenzione, con investimenti seri nella medicina territoriale e nei servizi di base».

Il consigliere ha denunciato la chiusura di guardie mediche, ritardi nelle Case di Comunità e la mancanza di medici di base, sottolineando che quasi 700mila veneti ne sono privi: «È questa situazione a trasformare i Pronto soccorso in valvole di sfogo e innescare episodi di violenza. Se vogliamo davvero sicurezza, dobbiamo garantire cure rapide ed efficienti, non militarizzare i reparti».

Parole che hanno fatto insorgere Roberto Bet, consigliere della Lega – Liga Veneta. «Sono affermazioni gravi e pericolose – ha replicato –. Sembra quasi che Zanoni voglia trovare alibi a comportamenti violenti. La violenza non ha e non può avere giustificazioni: aprire anche solo uno spiraglio significa legittimare soprusi e aggressioni».

Bet ha ricordato i numeri dell’assistenza sanitaria regionale – circa 80 milioni di prestazioni annue e quasi 2 milioni di accessi ai Pronto soccorso – per difendere l’efficienza del sistema veneto: «In Veneto nessuno viene abbandonato. I cittadini sanno che possono contare sulle nostre strutture. Le difficoltà esistono, ma questo non autorizza la violenza».

L’esponente leghista ha quindi lanciato un appello diretto al collega: «Invito Zanoni a rivedere le sue dichiarazioni e a condannare senza ambiguità ogni atto violento. Le parole hanno conseguenze, specie quando vengono da un rappresentante delle istituzioni».

Lo scontro politico segna l’ennesima frattura su un nodo che intreccia due priorità: da un lato la tutela del personale sanitario e dei pazienti, dall’altro il rafforzamento di una sanità messa a dura prova da carenze e ritardi strutturali.