Tasse, CNA: a Vicenza e Verona si lavora fino a luglio per pagare il Fisco

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A Vicenza e Verona, le piccole imprese lavorano per metà dell’anno solare per pagare le tasse. È quanto emerge dall’Osservatorio annuale della CNA, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. Nonostante la pressione fiscale in calo, il “Tax Free Day” – il giorno in cui l’impresa smette di lavorare per il fisco – rimane un traguardo ancora lontano.

Secondo i dati del 2025, le imprese vicentine raggiungono il 30 giugno, mentre quelle veronesi devono attendere fino all’8 luglio. Nonostante questo, entrambe le province si posizionano al di sotto della media nazionale, che si attesta al 9 luglio. Il “Total Tax Rate”, ovvero l’incidenza fiscale sul reddito d’impresa, è del 49,8% per Vicenza e del 51,8% per Verona, entrambi inferiori al 52,3% della media italiana.

I dati della pressione fiscale nel dettaglio

L’indagine della CNA ha preso in considerazione un’impresa tipo con 5 dipendenti e un reddito di 50 mila euro. A Vicenza, le imprese lavorano 184 giorni per il fisco e i restanti 181 per sé stesse. Un risultato che la CNA attribuisce a una tassazione regionale stabile e a un’imposizione comunale più contenuta rispetto alla media. A Verona, il carico fiscale è leggermente più pesante, con le imprese che lavorano 190 giorni per il fisco e 175 per il proprio profitto.

Nel dettaglio delle singole voci di spesa, in entrambi i territori l’unica voce in aumento dal 2019 è quella relativa alla Tari e alle tasse comunali in generale. Tuttavia, il taglio di Irap, IVS e Irpef ha bilanciato questi aumenti, contribuendo a consolidare il reddito medio disponibile. A Verona, il reddito è passato da 20.189 euro nel 2019 a 25.772 nel 2024, mentre a Vicenza è salito da 21.718 a 27.111 nello stesso periodo.

Il commento della CNA

Diego Stimoli, presidente della CNA Veneto Ovest, si è mostrato soddisfatto dai numeri che indicano un alleggerimento della pressione fiscale. Ma ha anche sollevato delle preoccupazioni. “Mezzo anno di lavoro speso per il fisco resta comunque troppo”, ha dichiarato. “Il rischio è che, senza una riforma complessiva, si inneschi un micro dumping fiscale tra province e regioni, generando ingiustizie e ostacolando la competitività dell’Italia nel suo insieme”.

La CNA chiede dunque un sistema fiscale più semplice, equo e stabile, che liberi risorse per investimenti, innovazione e occupazione. Solo così, secondo l’associazione, le piccole e medie imprese potranno continuare a crescere e competere nel mercato europeo.