
A partire dal prossimo anno, Sport e Salute ha deciso di non sostenere più i costi di affitto per numerose sedi periferiche in tutta Italia, tra cui quella di Vicenza, situata in Viale Trento.
Questa decisione ha sollevato forti preoccupazioni, specialmente per le conseguenze sul personale e sui progetti in corso.
Sport e Salute S.p.A. è una società pubblica, di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che si occupa dello sviluppo dello sport in Italia. A Vicenza, l’azienda è promotrice di importanti iniziative come il progetto ‘Vicenza in bici’, che coinvolge oltre 14 Comuni, musei, scuole e associazioni ciclistiche.
Il progetto mira a promuovere la mobilità ciclabile, ridurre il traffico e le emissioni di CO2, e consolidare la città come meta di cicloturismo. Le azioni includono l’installazione di contabici, la creazione di itinerari digitali e iniziative educative e culturali, in linea con l’arrivo della scorsa edizione del Giro d’Italia.
La decisione di chiudere le sedi ha sollevato un’ondata di proteste. Il responsabile nazionale sport del Partito Democratico, Mauro Berruto, ha dichiarato che la chiusura di 30 sedi, tra cui quella di Vicenza, appunto, ma anche Biella, Piacenza, Agrigento e Prato, coinvolgerà 42 famiglie di lavoratori senza alcun preavviso.
Secondo Berruto, questa azione disattende le promesse fatte dal presidente e dal direttore generale di Sport e Salute in una commissione parlamentare lo scorso maggio. Berruto ha depositato un’interrogazione al Governo per chiedere la sospensione del piano di chiusure e una valutazione più attenta degli impatti sulla vita dei lavoratori e sull’attività sportiva.