Basta iniziative con i militari USA, No Military Bases Vicenza: cambio di rotta, trasparenza fondi festival Italia-Usa e dimissioni di Bulgarini d’Elci

"Grazie" alll provocazione dell'Italia-America Fiendship Festival la città torna a farsi sentire col corteo pacifico di sabato 13 settembre, che ha riportato in piazza volti e sensibilità diverse per la mobilitazione antimilitarista

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Manifestazione No military Base a Vicenza, 13 settembre 2025
Manifestazione No military Base a Vicenza, 13 settembre 2025

Dopo il successo della marcia del 13 settembre, con oltre duemila persone in piazza contro guerre e militarizzazione, il coordinamento No Military Bases Vicenza rilancia tre richieste precise al sindaco Possamai: stop a iniziative con i militari statunitensi, ritiro della delega a Bulgarini e trasparenza sui fondi dell’Italia-America Fiendship Festival.

La città torna a farsi sentire. Il corteo pacifico e partecipato di sabato 13 settembre, che ha riportato in piazza volti e sensibilità diverse, dalle famiglie ai giovani, dai movimenti storici ai nuovi attivisti, ha segnato un momento di svolta nella mobilitazione antimilitarista. La manifestazione, promossa dal coordinamento No Military Bases Vicenza, ha ribadito con forza un messaggio: dopo 70 anni di basi statunitensi sul territorio, i vicentini non accettano che la loro città venga ridotta a piattaforma bellica.

70 anni di... basi
70 anni di… basi

“Non può esserci amicizia con chi esporta guerre nel mondo e sostiene il genocidio in atto a Gaza”, hanno dichiarato i promotori. Una presa di posizione netta, che contrasta con la narrazione ufficiale dell’Italia-America Friendship Festival appena concluso, presentato come evento culturale ma di fatto un’operazione di propaganda e soft power.

Il movimento formula ora tre richieste chiare al sindaco Giacomo Possamai:

Un commento social su Jacopo Bulgarini d'Elci che parla all'inaugurazione del suo Italia-America Friendship Festival
Un commento social su Jacopo Bulgarini d’Elci che parla all’inaugurazione del suo Italia-America Friendship Festival
  1. Garanzia che non saranno promosse altre iniziative di amicizia con i militari USA;
  2. Revoca della delega a Jacopo Bulgarini d’Elci e cancellazione della stessa “delega ai rapporti con la comunità americana”;
  3. Trasparenza assoluta sui conti e i finanziamenti del festival, finora rimasti opachi.

Il richiamo arriva in un momento simbolico per la città: tra pochi giorni sarà inaugurato il Parco della Pace, frutto della lunga battaglia del movimento No Dal Molin che ha lottato contro l’ennesima espansione militare. “Se da Vicenza parte la guerra – concludono gli attivisti – da Vicenza può e deve partire anche un vero percorso di pace”.

Il segnale lanciato dalle strade del centro è chiaro: i cittadini vogliono amministratori coraggiosi, capaci di rompere con la sudditanza verso le basi USA e di restituire a Vicenza una vocazione di pace, democrazia e trasparenza.

Fumogeni con i colori della Palestina nel corteo contro le basi a Vicenza
Fumogeni con i colori della Palestina nel corteo contro le basi a Vicenza