Ex Istituto Baronio occupato in parte da attivisti del Bocciodromo, parte lo scontro politico a Vicenza tra destra e sinistra col sindaco “alla finestra”

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Ex istituto Baronio occupato dal centro sociale Bocciodromo per spazi sociali
Ex istituto Baronio occupato dal centro sociale Bocciodromo per spazi sociali

Gli attivisti del Bocciodromo traslocano in viale Trento in alcuni locali dell’Ex Istituto Baronio: opposizioni e movimenti di destra chiedono sgombero immediato, il sindaco Possamai ribadisce la priorità della legalità ma rimanda a prefetto e questore. Dalla sinistra qualche cenno di solidarietà e proposte di riuso sociale.

L’ex Istituto Baronio di viale Trento, travolto dai debiti con la ex Banca Popolare di Vicenza e ora venduto all’asta diventando però, come denuncia anche Il Giornale di Vicenza, preda dell’abbandono dopo la temporanea rivitalizzazione fattane dagli Alpini per la loro adunata del 2024, diventa il nuovo epicentro della contesa politica vicentina. Dopo la perdita della storica sede del Bocciodromo di via Rossi, destinata alla demolizione per i lavori dell’Alta Velocità, gli attivisti hanno ufficializzato, per ora unilateralmente però, il trasferimento del centro sociale in alcuni locali dello stabile abbandonato, ribattezzato “Boscodromo” ed evidenziato dallo striscioni in copertina con la scritta “Lunga vita agli spazi sociali”.

Una scelta annunciata e attesa che ha immediatamente scatenato reazioni contrastanti.

Ex Istituto Baronio occupato contro le guerre bocciodromo vicenza
Ex Istituto Baronio occupato contro le guerre

L’affondo delle opposizioni con la destra del MIS

Fratelli d’Italia, in prima linea con il capogruppo Nicolò Naclerio, ha parlato di «silenzio assordante dell’amministrazione» e chiesto l’intervento immediato delle forze dell’ordine. Parole durissime anche dal segretario cittadino Alessandro Benigno: «Ragazzotti senza arte né parte si improvvisano piccoli cosplayer dei miliziani di Hamas, rigorosamente a volto coperto. Chi lavora o studia non ha tempo da perdere a occupare spazi altrui».

Sulla stessa linea, Giulia Gennaro, dirigente provinciale FdI, e la consigliera comunale Simona Siotto: «È inaccettabile che il Comune resti in silenzio mentre questi spazi vengono trasformati in luoghi di propaganda. Serve una risposta ferma».

Durissima anche la nota del Movimento Italia Sociale Vicenza, il contraltare a destra del Bocciodromo. Il portavoce Gian Luca Deghenghi parla di «clima da festa paesana» e accusa istituzioni, prefettura e questura di inerzia: «Il mancato sgombero in tempi rapidi alimenta il sospetto di intrecci tra istituzioni compiacenti e frange antagoniste. A pochi metri dall’area dell’ex consorzio agricolo, già segnalata come zona di degrado, l’ex Baronio occupato rischia di diventare un nuovo focolaio di illegalità».

La posizione attendista del sindaco Possamai

Alle accuse il sindaco Giacomo Possamai replica mantenendo una posizione di principio e di democristiano distacco: «La nostra posizione è sempre la stessa: la legalità viene prima di tutto. Le occupazioni non possono essere abusive. Lo abbiamo detto in passato e lo ripetiamo oggi».

Il primo cittadino ha chiarito inoltre i limiti delle competenze comunali: «Non è il sindaco né il Comune a decidere se sgomberare o meno un immobile. È una scelta che spetta al prefetto insieme al questore. Da parte mia c’è piena fiducia nelle istituzioni che stanno gestendo con intelligenza e attenzione una situazione complessa».

A sinistra solidarietà e proposte di riuso sociale

Dall’altra parte, Rifondazione Comunista e figure come Giovanni Rolando, politico di lungo corso e ancora impegnato per la comunità cittadina anche e proprio nell’area di viale Trento, hanno espresso agli occupanti comprensione se non anche solidarietà, sottolineando il valore sociale e culturale del Bocciodromo nella vita cittadina. Al tempo stesso, è stata rilanciata proprio da Rolando la proposta di trasformare l’area in un parco pubblico aperto a tutta la comunità, restituendo un bene abbandonato a funzioni di interesse collettivo.

Un nodo ancora aperto

L’occupazione dell’ex Baronio mette dunque Vicenza davanti a un bivio: da un lato la richiesta di legalità e ordine, con sgombero immediato invocato dalle opposizioni e dai movimenti di destra; dall’altro il riconoscimento del ruolo storico del Bocciodromo e la spinta a ripensare l’immobile come spazio di socialità e cultura.

Nel mezzo, il Comune, stretto tra le pressioni politiche e il dovere di rispettare le competenze di prefettura e questura. Un equilibrio fragile che nei prossimi giorni potrebbe trasformarsi in una nuova emergenza cittadina.