Vicenza, il Comune non patrocinerà più i concorsi di bellezza. Scoppia la polemica con Fratelli d’Italia

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Benedetta Ghiotto

Al centro di un’accesa polemica politica a Vicenza, un ordine del giorno approvato in Consiglio comunale con il quale l’amministrazione si impegna a non concedere più il patrocinio a concorsi di bellezza e a eventi che mercificano l’immagine femminile.

La decisione, sostenuta dalla maggioranza, ha scatenato la reazione di Fratelli d’Italia, i cui esponenti hanno criticato il provvedimento, definendolo un esempio di “ipocrisia” e “politicamente corretto”.

La consigliera Benedetta Ghiotto (Civici per Vicenza), proponente dell’ordine del giorno, ha risposto alle critiche del segretario cittadino di FdI, Alessandro Benigno. “Leggo con sconcerto le sue dichiarazioni, relative al mio ordine del giorno per contrastare gli stereotipi e la mercificazione dell’immagine femminile”, ha dichiarato Ghiotto, precisando che il provvedimento “non vieta niente“, ma si limita a “orientare l’azione pubblica in coerenza con principi di uguaglianza e rispetto”. La consigliera ha spiegato che l’amministrazione si impegnerà a non patrocinare manifestazioni basate “esclusivamente sulla valutazione estetica delle partecipanti”.

Ghiotto ha sottolineato che Vicenza non è la prima città ad affrontare il tema: provvedimenti simili sono stati adottati a Milano, Torino, Bologna e Firenze. Ha poi concluso con un invito a Fratelli d’Italia a un “confronto politico serio e trasparente che si svolga nelle istituzioni, non solo sui social”, notando che “il suo gruppo in consiglio non ha espresso alcuna contrarietà“.

Alessandro Benigno, presidente cittadino di Fratelli d’Italia, aveva sollevato la questione sui social, con il post “La bellezza non è una colpa da espiare”. Secondo Benigno, il provvedimento è un’ennesima dimostrazione di “retorica neofemminista sessantottina, lontana dai bisogni concreti delle donne”.

Il presidente di FdI ha ricordato che concorsi come Miss Italia hanno rappresentato un trampolino di lancio per personalità come Sophia Loren, Stefania Sandrelli e la vicentina Anna Valle. Ha poi lanciato una provocazione, chiedendo coerenza alla giunta, e invitandola a smettere di patrocinare il Gay Pride o altre iniziative LGBTQ+, dove, a suo dire, il corpo femminile verrebbe “sessualizzato”.

Sulla questione è intervenuta anche l’eurodeputata di FdI, originaria del Vicentino, Elena Donazzan, recentemente citata come possibile candidata alla carica di governatore veneto per il partito, che ha criticato il provvedimento, definendolo “triste”.

“Mi chiedo il perché di questo accanimento. Io ho sempre sognato di vincere un concorso di bellezza! E questo non fa di me una donna meno indipendente”, ha dichiarato, sottolineando anche lei l’ipocrisia della sinistra, che da una parte demonizza i concorsi di bellezza e dall’altra patrocina manifestazioni in cui, a suo parere, il corpo femminile viene “usato”.