Meloni all’Onu “Hamas ha scatenato la guerra, ma Israele ha superato il limite” / Video

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – “La ferocia e la brutalità” dell‘attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre 2023, “la caccia ai civili inermi, hanno spinto Israele ad una reazione, in principio, legittima. Perché ogni Stato e ogni popolo ha il diritto di difendersi. Ma la reazione a una aggressione deve sempre rispettare il principio di proporzionalità. Vale per gli individui, e vale a maggior ragione per gli Stati. E Israele ha superato quel limite, con una guerra su larga scala che sta coinvolgendo oltre misura la popolazione civile palestinese”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento all’80esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

“Ed è su questo limite che lo Stato ebraico ha finito per infrangere le norme umanitarie, causando una strage tra i civili. Una scelta che l’Italia ha più volte definito inaccettabile, e che porterà al nostro voto favorevole su alcune delle sanzioni proposte dalla Commissione europea verso Israele – ha aggiunto Meloni -. Però non ci accodiamo a chi scarica su Israele tutta la responsabilità di quello che accade a Gaza. Perché è Hamas ad aver scatenato la guerra. È Hamas che potrebbe far cessare le sofferenze dei palestinesi, liberando subito tutti gli ostaggi. È Hamas che sembra voler prosperare sulla sofferenza del popolo che dice di rappresentare”.

 “Israele deve uscire dalla trappola di questa guerra. Lo deve fare per la storia del popolo ebraico, per la sua democrazia, per gli innocenti, per i valori universali del mondo libero di cui fa parte – ha sottolineato il premier -. E per chiudere una guerra servono soluzioni concrete. Perché la pace non si costruisce solo con gli appelli, o con proclami ideologici accolti da chi la pace non la vuole. La pace si costruisce con pazienza, con coraggio, con ragionevolezza”.

“I bambini di Gaza, come quelli che l’Italia sta orgogliosamente accogliendo e curando nei propri ospedali, chiedono risposte che possano migliorare la loro condizione, e su quello siamo impegnati. L’Italia c’è e ci sarà per chiunque sia disposto a lavorare a un piano serio per il rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco permanente, l’esclusione di Hamas da ogni dinamica di governo in Palestina, il graduale ritiro di Israele da Gaza, l’impegno della comunità internazionale nella gestione della fase successiva al cessate il fuoco, fino alla realizzazione della prospettiva dei due Stati”, ha aggiunto Meloni. “Consideriamo, in questo senso, molto interessanti le proposte che il Presidente degli Stati Uniti ha discusso in queste ore con i Paesi arabi in queste ore e siamo pronti ovviamente a dare una mano – ha aggiunto Meloni -. Riteniamo che Israele non abbia il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo. Per questo abbiamo sottoscritto la Dichiarazione di New York sulla soluzione dei due Stati. È la storica posizione dell’Italia sulla questione palestinese, una posizione che non è mai cambiata”.

“Riteniamo, allo stesso tempo, che il riconoscimento della Palestina debba avere due precondizioni irrinunciabili: il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e la rinuncia da parte di Hamas ad avere qualsiasi ruolo nel governo della Palestina. Perché chi ha scatenato il conflitto non può essere premiato”, ha detto ancora il premier.

LA RUSSIA NON VUOLE SEDERSI AL TAVOLO DI PACE

Tra i principali conflitti in corso, c’è la guerra d’aggressione su larga scala della Federazione Russa contro l’Ucraina. Tre anni e mezzo fa, il 24 febbraio 2022, Mosca ha deciso di attaccare Kiev. E io penso che non si sia riflettuto abbastanza sulle conseguenze di quella scelta e su un punto che considero fondamentale: la Federazione Russa, membro permanente del Consiglio di Sicurezza, ha deliberatamente calpestato l’articolo 2 dello Statuto dell’Onu, violando l’integrità e l’indipendenza politica di un altro Stato sovrano, con la volontà di annetterne il territorio. E ancora oggi non si mostra disponibile ad accogliere seriamente alcun invito a sedersi al tavolo della pace. Questa ferita profonda inferta al diritto internazionale, come era prevedibile, ha scatenato effetti destabilizzanti molto oltre i confini nei quali si consuma quella guerra. Il conflitto in Ucraina ha riacceso, e fatto detonare, diversi altri focolai di crisi. Mentre le Nazioni Unite si sono ulteriormente disunite”, ha aggiunto Meloni.

GREEN DEAL PORTA ALLA DEINDUSTRIALIZZAZIONE 

“Trent’anni di globalizzazione fideistica sono finiti, ne sono stati sottovalutati i contraccolpi e oggi siamo davanti a ‘conseguenze inattese’, che inattese non erano, di grave portata per i cittadini, per le famiglie e per le imprese. Non è andato tutto bene, come pure veniva promesso. E vi do un’altra notizia: le cose potranno andare molto peggio, se non fermeremo la creazione a tavolino di modelli di produzione insostenibili, come i “piani verdi” che in Europa – e nell’intero Occidente – stanno portando alla deindustrializzazione molto prima che alla decarbonizzazione”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento all’80esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

La riconversione di interi settori produttivi sulla base di teorie che non tengono conto dei bisogni – e delle disponibilità economiche – delle persone, è stato un errore che provoca sofferenze nei ceti sociali più deboli e fa scivolare la classe media verso il basso, imponendo scelte di consumo non razionali – ha aggiunto Meloni -. L’ecologismo insostenibile ha quasi distrutto il settore dell’automobile in Europa, creato problemi negli Stati Uniti, causato perdite di posti di lavoro, appesantito la capacità di competere e depauperato la conoscenza. E ciò che è più paradossale, non ha migliorato lo stato di salute complessivo del nostro pianeta. Non si tratta, ovviamente di negare il cambiamento climatico, ma di affermare la ragione, che significa soprattutto neutralità tecnologica, e gradualismo delle riforme in luogo dell’estremismo ideologico. Rispettare l’ambiente mantenendo l’uomo al centro. Perché ci sono voluti secoli per costruire i nostri sistemi, ma bastano pochi decenni per ritrovarsi nel deserto industriale. Solo che come ho detto molte volte nel deserto non c’è nulla di verde”.

SULL’IMMIGRAZIONE “DA MAGISTRATI POLITICIZZATI IDEOLOGIA SU ASILO”

“Per essere efficaci, non sono solo le istituzioni che dobbiamo riformare. Perché siamo di fronte a un cambio d’epoca, e questo impone una revisione profonda di tutti gli strumenti che abbiamo per regolare i rapporti tra le Nazioni e difendere i diritti delle persone, comprese le Convenzioni Internazionali. Penso, ad esempio, alle convenzioni che regolano la migrazione e l’asilo. Sono regole sancite in un’epoca nella quale non esistevano le migrazioni irregolari di massa, e non esistevano i trafficanti di esseri umani. Convenzioni non più attuali in questo contesto che, quando vengono interpretate in modo ideologico e unidirezionale da magistrature politicizzate, finiscono per calpestare il diritto, invece di affermarlo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento all’80esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

“Con altri Stati europei abbiamo sollevato questo tema e intendiamo portarlo avanti. Non ovviamente per abbassare il livello delle garanzie, ma per costruire un sistema che sia al passo con i tempi, capace di tutelare i diritti umani fondamentali, insieme però alla sacrosanta prerogativa di ogni Nazione di proteggere i propri cittadini e i propri confini, esercitare la propria sovranità, governare il tema della migrazione, che impatta sulle persone, particolarmente su quelli più fragili – ha proseguito Meloni -. La comunità internazionale deve unirsi nel contrastare il fenomeno del traffico di esseri umani. Le Nazioni Unite, al pari di altre istituzioni internazionali come l’Unione europea, non possono voltarsi dall’altra parte o finire per tutelare i criminali nel nome di presunti diritti civili. Allo stesso modo, le Nazioni Unite non possono ipocritamente considerare alcuni diritti umani meno meritevoli di essere tutelati rispetto ad altri. Penso tra tutti al valore negato della libertà religiosa e alle decine di milioni di persone in tutto il mondo – in larga parte cristiane – perseguitate e massacrate, in nome della loro fede”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).