Gaza, Flotilla dice ‘no’ a proposta Italia su aiuti a Cipro. Israele: “E’ provocazione”

153
Flotilla

La delegazione italiana del Global Movement to Gaza, a nome del Comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, ha comunicato alle autorità italiane di non accettare la proposta ricevuta mercoledì ”su una possibile deviazione degli aiuti in direzione Cipro, per poi farli arrivare a Gaza con il coinvolgimento del patriarcato latino di Gerusalemme”.

”Ribadiamo – hanno sottolineato in una nota – che la nostra missione rimane fedele al suo obiettivo originario di rompere l’assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica. Qualsiasi attacco o ostruzione alla missione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale e un atto di sfida all’ordinanza provvisoria della Corte internazionale di giustizia che impone a Israele di facilitare gli aiuti umanitari verso Gaza. Continuiamo a chiedere al governo una risposta netta, severa e seria, in linea con il diritto internazionale”. ”Oggi gli attacchi israeliani a Gaza hanno già ucciso un totale di 30 persone – hanno affermato il Global Movement to Gaza – Il recente bombardamento di una abitazione familiare ha ucciso 11 persone tra cui anche bambini.

Questa cifra è destinata a salire a fronte delle ultime incursioni dell’esercito israeliano in corso nel campo profughi centrale di Bureij e nel quartiere di Tal al-Hawa, a Gaza City. Dal 7 ottobre 2023 Israele ha ucciso almeno 65.419 persone e ne ha ferite 167.160. Si ritiene che migliaia di altre siano sepolte sotto le macerie”. “Israele ha accettato la proposta del governo italiano di scaricare gli aiuti nel porto di Cipro e poi trasferirli a Gaza”, ma la Flotilla “l’ha respinta, dimostrando che il suo vero scopo è la provocazione e il servizio ad Hamas”. Così in un post su X il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, che ha ribadito che il suo Paese “non consentirà alle navi di entrare in una zona di combattimento attiva e non permetterà la violazione di un legittimo blocco navale”. “Israele – fa poi sapere – è ancora pronto a impegnarsi in qualsiasi accordo costruttivo per trasferire gli aiuti in modo legale e pacifico”.

La Global Sumud Flotilla ha poi tenuto una conferenza stampa, all’indomani dell’attacco con droni e bombe sonore, che “dimostra il livello di disperazione dell’entità sionista, che vuole fermare i nostri sforzi per porre fine al genocidio e portare aiuti umanitari ai milioni di persone affamate a Gaza”, ha dichiarato Nkosi Zwelivelile Mandela, ex parlamentare sudafricano, che ha ringraziato “i delegati della flottiglia e i milioni di sostenitori in tutto il mondo che hanno reso possibile questa iniziativa coraggiosi”. Paragonando la situazione a quella dell’ultimo decennio dell’apartheid in Sudafrica, Mandela ha denunciato come “l’entità sionista, che da oltre settant’anni agisce impunemente in violazione del diritto internazionale e delle convenzioni sui diritti umani, ora ci sta intimidendo con una violenza intensificata”. Ha avvertito che “le precedenti risposte alle flottiglie sono indicative delle molestie e della violenza che possiamo aspettarci”.

Il leader sudafricano ha lanciato un appello ai governi e alla società civile internazionale affinché esercitino pressioni per fermare le minacce contro la missione umanitaria. “Chiediamo a governi, organizzazioni della società civile, formazioni statali, organizzazioni religiose e agenzie per i diritti umani di far pressione sull’entità sionista per fermare i suoi attacchi – ha detto, prima di concludere – Non smetteremo i nostri sforzi come Gsf finché il genocidio non sarà fermato, gli aiuti umanitari non fluiranno liberamente e il popolo palestinese non sarà libero”.

“Accogliamo con favore la decisione dei governi italiano e spagnolo di inviare imbarcazioni che osservano e navigano accanto alla nostra flottiglia. Non siamo ingenui al punto da credere che governi che in passato hanno cooperato con Israele improvvisamente vogliano sostenere pienamente la causa palestinese. Tuttavia, è molto positivo che reagiscano in questo modo, e questo è frutto degli sforzi dei civili e dei sindacati, in particolare in Italia, che hanno fatto un lavoro straordinario per attirare l’attenzione e contribuire a proteggerci”, ha affermato Kleoniki Alexopoulou, del comitato direttivo della Global Sumud Flotilla. “Non possiamo continuare a fingere che il Consiglio di sicurezza, l’Assemblea generale, la Corte internazionale di giustizia o la Corte penale internazionale bastino a fermare le atrocità che stiamo vedendo. È la stessa finzione che vediamo oggi, mentre la flottiglia è brutalmente attaccata, soprattutto da parte di nazioni occidentali e Paesi complici che si limitano a esprimere condanna e preoccupazione, ma non agiscono”, ha dichiarato Arundhati Gandikota, rappresentante dell’Hague Group in vista di possibili attacchi israeliani nei prossimi giorni. Rivolgendo un messaggio di solidarietà ai partecipanti alla missione, Gandikota ha ringraziato per “il coraggio che ha dato speranza reale a tutti noi, in questo secondo anniversario del genocidio di Gaza”.

“Dobbiamo essere molto chiari: sono i palestinesi ad aver bisogno di protezione. E questi governi hanno fallito nel proteggere la Palestina e il popolo palestinese. Ed è per questo che queste iniziative prendono vita, ed è per questo che siamo qui diretti a Gaza”, ha dichiarato dal canto suo Yasemin Acar, membro del comitato direttivo della Global Sumud Flotilla. Acar ha sottolineato che la flotta, pur ricevendo supporto dalle navi italiane e spagnole, non può sostituire la protezione diretta dei palestinesi: “La flotta ha bisogno di protezione perché Israele rappresenta una minaccia, viola il diritto internazionale e marittimo e commette crimini di guerra. Invece di sfidare Israele e i crimini che sta commettendo, questi governi vengono a proteggerci. Sono molto benvenuti, ma non basta. Servono soluzioni reali: i governi devono proteggere la Palestina e possono farlo solo sfidando Israele, tagliando tutti i legami con esso”. “Al momento la flotta è al completo, tutte le navi destinate a Gaza si sono unite. Siamo fino a 50 imbarcazioni che trasportano aiuti umanitari e centinaia di osservatori per i diritti umani, avvocati, parlamentari, artisti. Non effettueremo più soste tecniche: proseguiremo direttamente verso Gaza per consegnare gli aiuti e aprire un corridoio marittimo umanitario”, ha sottolineato. Consapevole delle minacce ricevute, Acar ha sottolineato che queste hanno avuto un effetto contrario: “Siamo consapevoli dei pericoli e sappiamo che ci sono attori che vorrebbero fermarci, fino al punto di chiedere ad alcuni di abbandonare la missione. Ma queste minacce hanno avuto l’effetto di unirci ancora di più. Porteremo queste navi e andremo dritti a Gaza”. “Chiedo a ogni giornalista, a ogni redazione, a ogni media: non amplificate affermazioni israeliane ingiuste e non verificate come se fossero fatti. Pretendete prove. Chiedete responsabilità. Perché ciò che pubblicate o trasmettete può fare la differenza tra la vita e la morte per Gaza e per i civili su queste navi”, è l’appello lanciato da Yasemin Acar.

(Adnkronos) – internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)