La dermatologia non è argomento da consiglio provinciale: con questa motivazione, peraltro supportata dal regolamento, il presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin ha respinto la richiesta di iscrivere all’ordine del giorno della seduta consiliare dello scorso 22 settembre una mozione del gruppo di minoranza dal titolo “Richiesta di reintroduzione della prevenzione dermatologica tra le prestazioni sanitarie garantite dalla Regione Veneto”.

La risposta del presidente Nardin ha suscitato la reazione “sorpresa” dei consiglieri di minoranza, dato che la loro mozione riguarda “un tema che tocca da vicino la quotidianità dei vicentini e delle vicentine come la sanità”.

“Il Presidente – si legge nella nota diffusa dal gruppo – ha chiamato in causa il regolamento, spiegandoci che non può iscrivere la nostra mozione all’odg del Consiglio, dato che la materia oggetto della nostra mozione non è di competenza della Provincia. Comprendiamo che la spiegazione di Nardin è supportata dal regolamento del Consiglio (anche se in altre circostanze lo standard di Nardin è stato diverso, come ad esempio sulla questione della diga sul Vanoi o sul tribunale della Pedemontana), tuttavia riteniamo che con questa scelta si sia persa l’occasione di far arrivare alla Regione Veneto un ulteriore invito, oltre a quelli già espressi da Consigli comunali, associazioni e gruppi a difesa della sanità pubblica, a rivedere la decisione presa”.

Secondo i consiglieri di “Vicenza in Comune” il no alla mozione sulla prevenzione dermatologica è motivato dal fatto che “il Presidente e i gruppi di maggioranza abbiano voluto evitare di pronunciarsi su un tema per loro scomodo. Anche se la sanità non è materia di diretta competenza della Provincia, vista l’importanza della questione sulla vita della popolazione vicentina, si sarebbe potuto, con un atto di volontà politica, comprendere ugualmente la nostra mozione nell’ordine del giorno del Consiglio”.

“Evidentemente – conclude il comunicato – per loro va bene che le visite dermatologiche di mappatura dei nei non siano più comprese tra le prestazioni sanitarie garantite dalla Regione Veneto, altrimenti avrebbero scelto di proporre al Consiglio una deroga al regolamento per unirsi al nostro appello”.