
Contrarietà netta nel mondo attivista e sindacale veneto di fronte alla proposta di una “class action” privata finalizzata a ottenere il risarcimento dei danni a seguito della condanna nel processo Miteni.
La campagna, lanciata da una società specializzata in finanziamento di contenziosi, non trova l’appoggio dei principali attori locali, come si apprende dall’edizione odierna de Il Corriere del Veneto.
Le reazioni della “galassia no Pfas” sono apparse subito fredde, quando non apertamente ostili. Alberto Peruffo, attivista vicentino, alpinista e scrittore, noto per essere stato il leader storico del movimento No Pfas, si è mostrato scettico sull’opportunità di questa mossa legale: “Non mi pare che i tempi siano maturi per una cosa del genere, oltretutto stiamo parlando di persone che non hanno alcuna esperienza nel tema Pfas. Noi ci stiamo già muovendo con i nostri avvocati“, riporta il quotidiano.
Ancora più duro è stato il giudizio di Giampaolo Zanni, referente per la Cgil del Veneto per l’inquinamento da Pfas, che ha definito l’iniziativa una “operazione di sciacallaggio“. Zanni ha sottolineato la mancanza di esperienza del proponente sul tema (altri dati: società con 50.000 euro di capitale sociale costituita a gennaio 2025, controllata da società a socio unico nata nel 2024, partner della Delex Law Firm, che, si legge nel suo sito, è la prima “Claimant Law Firm italiana”, ndr): “Come avvoltoi arrivano, attirate dai soldi, persone che non si sono mai occupate di questo tema“.
La proposta di avviare una class action in sede civile, denominata “RisarcimentoMiteni.it“, è stata lanciata da una società specializzata in litigation funding. Questa pratica consiste nel finanziamento di una causa legale da parte di un investitore esterno, che copre i costi del processo in cambio di una parte dell’eventuale risarcimento ottenuto.
Un referente della società ha espresso entusiasmo per l’avvio della campagna, affermando di aver ricevuto “centinaia di domande” pur essendo l’azione appena partita. L’obiettivo è quello di raccogliere i cittadini danneggiati dall’ex azienda chimica di Trissino. L’azione risarcitoria è rivolta specificamente a residenti nelle aree contaminate, lavoratori della Miteni o persone con alti livelli di Pfas nel sangue.
Il privato ha dichiarato che l’obiettivo non è solo aiutare i cittadini a ottenere i “giusti risarcimenti”, ma anche “restituire voce e dignità a migliaia di persone che si sentono ignorate”. Inoltre, ha insistito sulla ristrettezza dei tempi di prescrizione.