
L’Ulss 7 Pedemontana ha formalmente ottenuto l’approvazione del Ministero dell’Università e della Ricerca per entrare nella rete formativa dell’Università di Verona per la specializzazione in Neuropsichiatria Infantile. Questo accordo, che interessa i servizi di entrambi i distretti (Bassano-Asiago e Thiene-Schio), è volto a contrastare le significative difficoltà di reperimento di questa figura professionale.
L’ingresso nella rete formativa permetterà di ospitare specialisti al quarto anno di formazione, già con una preparazione avanzata, che affiancheranno i medici in servizio. L’obiettivo, ha sottolineato la direzione dell’Ulss 7 è di “essere attrattivi per i giovani medici in formazione, far conoscere loro l’ambiente di lavoro e il territorio e fare il possibile per trattenerli in modo stabile” dopo la specializzazione.
L’Azienda sanitaria ha già avviato i contatti e confida che i primi due specializzandi possano entrare in servizio entro il mese di dicembre, nelle sedi di Neuropsichiatria Infantile di Schio e Thiene. Qui affiancheranno la dottoressa Debora Tripodi, responsabile per il servizio Infanzia Adolescenza Famiglia, e la dottoressa Giada Lunardi. L’ingresso nella rete formativa è stato riconosciuto dall’Ateneo di Verona e dal Ministero come un “attestato di stima e fiducia” nella qualità dei servizi dell’ULSS 7.
Il consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), Renzo Masolo, ha accolto la notizia come un “passo avanti importante” che riconosce la qualità dei servizi e aiuterà ad alleggerire le liste d’attesa. Gli specializzandi, infatti, rappresenteranno un aiuto prezioso per i due neuropsichiatri infantili attualmente in servizio nel Distretto 2 (di cui uno solo a tempo pieno).
Masolo, tuttavia, ha sottolineato che permangono forti criticità: “Rimangono tuttavia forti criticità per quanto riguarda i tempi di accesso ai trattamenti riabilitativi, in particolare logopedia e neuropsicomotricità, che in molti casi superano l’anno”. Anche per le prime visite in Neuropsichiatria infantile si può attendere fino a otto mesi, mentre nei consultori familiari l’attesa per una prima visita psicologica arriva a quattro mesi.
“È un segnale positivo per il territorio – ha sottolineato Renzo Masolo – ma ora è fondamentale che la Regione dia continuità a questo percorso con assunzioni stabili e risposte concrete per ridurre le liste d’attesa”. AVS attende quindi che la Regione “metta in campo misure strutturali per rafforzare i servizi e garantire alle famiglie dell’Alto Vicentino un’assistenza adeguata e tempestiva”, data l’essenzialità della continuità della presa in carico in questo ambito delicato.