Stephen King bersaglio numero uno della censura in Usa: “Banditi 87 dei miei libri”

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(Adnkronos) –
Stephen King è l'autore più colpito dalla censura statunitense, con 87 libri rimossi dalle biblioteche scolastiche solo nell'ultimo anno. A dirlo è lo stesso scrittore. "Ora sono l'autore più bandito negli Stati Uniti con 87 libri. Posso suggerire di prenderne uno e vedere di che cosa si lamentano? I censori moralisti non sempre ottengono ciò che vogliono. Questa è ancora l'America, dannazione", con queste parole pubblicate sui social il maestro dell'horror all'americana ha reagito al nuovo rapporto del Pen Club America, che lo incorona – suo malgrado – lo scrittore più censurato del Paese. Secondo l'organizzazione americana che si batte per la libertà d'espressione, i suoi romanzi sono stati banditi in 206 casi diversi nel solo anno scolastico 2024-2025, in particolare negli Stati di Texas, Florida e Tennessee, roccaforti della destra repubblicana. Dietro alla censura non c'è un'ondata di moralismo spontaneo, ma un clima politico teso e polarizzato, in cui l'educazione è diventata terreno di scontro ideologico. I libri di King – come quelli di altri autori contemporanei, tra cui Ellen Hopkins e Sarah J. Maas – sono stati rimossi dagli scaffali scolastici per i temi che trattano: identità di genere, sessualità, migrazione, violenza e discriminazione. Il Pen Club America denuncia un sistema in cui i dirigenti scolastici vengono intimiditi da pressioni politiche, minacciati persino di tagli ai finanziamenti se non adeguano le biblioteche alle preferenze ideologiche dominanti. La stessa associazione parla di una crescente "militanza censoria" da parte dei politici, accentuata a partire dall'amministrazione Trump. Nel corso dell’ultimo anno scolastico, sono stati 6.870 i casi di censura registrati nelle scuole statunitensi, in calo rispetto al picco di oltre 10.000 dell’anno precedente, ma ancora ben al di sopra dei livelli pre-2022. La Florida si conferma lo Stato più attivo nella rimozione di libri, con circa 2.000 titoli banditi. Una tendenza in linea con la politica del governatore repubblicano Ron DeSantis, noto per le sue posizioni contro "l’indottrinamento ideologico" nelle scuole. Il successo planetario di Stephen King – autore di capolavori come 'Shining', 'It' e 'Carrie' – non lo ha mai messo al riparo dalle critiche, soprattutto da parte dei movimenti conservatori. Attivissimo sui social, King è da tempo un critico feroce del trumpismo, e le sue posizioni politiche sono spesso finite nel mirino della destra americana. In un clima culturale dove la parola "woke" è diventata un insulto, anche raccontare storie di emarginati, mostri interiori o ribellioni giovanili può essere visto come un atto sovversivo. Ed è proprio questo che sembra oggi renderlo così scomodo. (di Paolo Martini) 
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