Cantieri edili: le nuove regole di sicurezza del 2025

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Il mondo delle costruzioni in Italia resta tra i più esposti al rischio infortuni. Non è un caso se l’INAIL continua a segnalare il comparto come uno dei più critici: ponteggi, lavori in quota, macchinari pesanti e ritmi serrati sono un terreno fertile per incidenti che, troppo spesso, hanno conseguenze gravi. Per questo la normativa evolve di anno in anno, e il 2025 non fa eccezione.

Il riferimento centrale rimane il Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/2008), ma con due novità sostanziali: la patente a crediti, divenuta obbligatoria dal 1° ottobre 2024 per chiunque lavori in cantiere, e l’aggiornamento degli standard per i dispositivi di protezione individuale (DPI) secondo il Regolamento europeo.

Patente a crediti: la rivoluzione del 2024

Molti la chiamano “patente a punti” ed è la misura che più ha fatto discutere. Ogni impresa o lavoratore autonomo che opera nei cantieri edili deve possedere questa patente, che parte con un certo numero di crediti e può perderli in caso di violazioni. Le decurtazioni arrivano in particolare quando si verificano incidenti gravi, omissioni documentali o mancanza di formazione.

Un sistema che vuole spingere tutti a essere più attenti: non bastano più carte in regola e dichiarazioni di conformità, serve una condotta costante. Senza patente, infatti, non si può lavorare. E se i crediti scendono sotto la soglia minima, l’attività si ferma fino a quando non vengono recuperati attraverso percorsi formativi e dimostrazione di conformità.

Il cantiere come comunità di responsabilità

Parlare di sicurezza significa descrivere un ecosistema. C’è il committente, che ha l’obbligo di nominare i coordinatori quando sono coinvolte più imprese e di verificare l’idoneità dei soggetti che entrano in cantiere. Ci sono il CSP e il CSE, figure chiave che traducono i rischi sulla carta e sul campo: il primo redige il Piano di Sicurezza e Coordinamento, il secondo vigila che le regole siano rispettate durante i lavori.

Poi ci sono i datori di lavoro delle imprese esecutrici, chiamati a organizzare il lavoro in sicurezza, fornire DPI, formare e addestrare i lavoratori. Accanto a loro, i preposti, veri “occhi sul campo”, e i lavoratori, che non sono semplici destinatari di ordini, ma soggetti attivi della prevenzione.

DPI: cosa cambia e cosa resta obbligatorio

Gli elmetti restano un’icona della sicurezza in cantiere, ma non sono certo l’unico obbligo. Oggi la lista dei DPI comprende occhiali e visiere, guanti, scarpe antinfortunistiche, dispositivi di protezione delle vie respiratorie e indumenti ad alta visibilità. Nei lavori in quota entrano in gioco le imbracature e i sistemi anticaduta, regolati da norme sempre più severe.

La differenza rispetto al passato? Non basta distribuire i DPI. Devono essere conformi alle norme UE, controllati periodicamente e, soprattutto, accompagnati da addestramento pratico. Troppo spesso gli infortuni avvengono non perché mancava il dispositivo, ma perché era usato male o non usato affatto.

Documenti che fanno la differenza

In un cantiere non ci sono solo betoniere e martelli pneumatici: ci sono anche fascicoli e piani che hanno un peso decisivo. Il PSC, redatto in fase di progettazione, e i POS, predisposti da ogni impresa, definiscono le regole comuni e quelle specifiche. A questi si affiancano il DVR aziendale, il DUVRI per la gestione dei rischi da interferenza e tutti i registri che tracciano formazione e consegna dei DPI.

Se un cantiere funziona bene, questi documenti non restano chiusi in un cassetto: diventano strumenti di lavoro, aggiornati e consultati.

Prevenzione: la chiave per ridurre i numeri

La prevenzione non si misura solo con le norme, ma con la cultura che si respira in cantiere. Molte imprese hanno iniziato a introdurre briefing quotidiani, le cosiddette “toolbox meeting”, dove si discutono rischi e procedure prima di iniziare la giornata. Altre hanno adottato sistemi digitali per monitorare i DPI, registrare incidenti mancati e programmare controlli.

I dati dimostrano che queste pratiche funzionano. E quando, nonostante tutto, si verifica un incidente, per i lavoratori diventa fondamentale avere accesso a assistenza legale per gravi infortuni, così da vedere riconosciuti i propri diritti e da non restare soli di fronte a responsabilità complesse e procedimenti spesso lunghi.

Sanzioni e controlli: cosa rischiano imprese e lavoratori

Le conseguenze per chi non rispetta le regole sono pesanti. I datori di lavoro possono incorrere in ammende elevate o addirittura nell’arresto per violazioni gravi come la mancata valutazione dei rischi o l’assenza di misure di emergenza. I lavoratori, dal canto loro, rischiano sanzioni se non usano i DPI o ignorano le disposizioni di sicurezza ricevute.

A vigilare ci sono gli organi ispettivi, che negli ultimi mesi hanno intensificato i controlli, soprattutto nei cantieri pubblici e nei lavori di grandi dimensioni. La novità della patente a crediti rende le ispezioni ancora più incisive: oltre alle sanzioni economiche, si rischia la sospensione dell’attività.

I diritti dei lavoratori

Oltre ai doveri, i lavoratori hanno diritti precisi. Possono allontanarsi da situazioni di pericolo grave e immediato senza subire ritorsioni. Hanno diritto a ricevere DPI adeguati, formazione specifica e informazioni chiare sui rischi. Devono essere consultati tramite i loro rappresentanti (RLS) e possono partecipare attivamente ai processi di miglioramento della sicurezza. In altre parole, la prevenzione non è un flusso dall’alto verso il basso: è un dialogo.

Checklist per un cantiere sicuro

Prima di aprire i lavori: verifica delle imprese, patente a crediti, PSC e POS pronti, piano di emergenza chiaro, DPI conformi disponibili. Durante le attività: coordinamento costante tra imprese, aggiornamento della documentazione, vigilanza sui DPI, controlli periodici su ponteggi e macchinari. Alla chiusura: archiviazione ordinata dei documenti, fascicolo dell’opera aggiornato e report sugli eventuali incidenti o near miss.

Sembra burocrazia, ma è proprio questa rete di procedure che, se rispettata, riduce i rischi e tutela i lavoratori.

La sicurezza come valore e vantaggio

Nel 2025 la sicurezza nei cantieri non è più solo una questione di adempimenti, ma un vero e proprio indicatore di qualità. Un’impresa che investe nella prevenzione riduce infortuni, abbassa i costi assicurativi, evita contenziosi e guadagna in reputazione.

Per i lavoratori, conoscere i propri diritti e pretendere condizioni sicure significa proteggere la salute oggi e il futuro domani. Per i datori di lavoro, significa assumersi responsabilità precise, con la consapevolezza che un cantiere sicuro è anche un cantiere più produttivo.

La sfida dei prossimi anni sarà trasformare le norme in cultura diffusa: solo così i numeri degli infortuni potranno davvero calare, e la parola “sicurezza” smetterà di essere percepita come un obbligo, diventando parte naturale del lavoro quotidiano.