
Il dossier relativo alla crisi che interessa le Acciaierie Valbruna è in primo piano al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il Ministro Adolfo Urso, a margine di un evento elettorale di Fratelli d’Italia a Padova, ha confermato che il Governo sta valutando l’eventuale esercizio della Golden Power sullo stabilimento di Bolzano, un’azione che avrebbe ripercussioni anche a Vicenza, dove Valbruna ha una parte della sua produzione.
“Il dossier delle acciaierie Valbruna è un dossier in evidenza al nostro ministero”, ha dichiarato Urso. La questione è nata dalla volontà dell’Amministrazione provinciale di Bolzano di indire una gara per il diritto di superficie sul terreno occupato dalle acciaierie, la cui concessione è scaduta.
Il Ministro ha specificato che, sebbene lo stabilimento principale si trovi a Bolzano, esso “ha influssi sulla produzione a Vicenza” e possiede “caratteristiche strategiche per il nostro Paese”.
Il Golden Power è un insieme di poteri speciali che il Governo italiano può esercitare su aziende che operano in settori strategici per tutelare gli interessi nazionali. Introdotto nel 2012, permette all’esecutivo di intervenire su operazioni societarie, specialmente quelle che coinvolgono investimenti esteri, per salvaguardare la sicurezza e l’economia del Paese (settori come difesa, sicurezza, energia, telecomunicazioni e trasporti).
Urso ha confermato che la procedura della Golden Power è “riservata” e “in corso di conclusione”, anche se è obbligato alla riservatezza sui dettagli. Ha concluso ribadendo che “Quell’impianto ha un interesse strategico“.
Si ricorda che la mobilitazione dei lavoratori, come quella recente organizzata dai sindacati a Bolzano, era stata innescata dalla decisione della Giunta provinciale di Bolzano di indire la gara, mossa difesa dal governatore Arno Komptascher come unica via per rispettare le normative europee.
La speranza per i tanti lavoratori che queste parole pronunciate in tempo di campagna elettorale trovino poi riscontro nella realtà.
Sulla questione si segnala anche l’intervento congiunto dell’ex ministro del Lavoro e responsabile Politiche industriali del Pd, Andrea Orlando, del segretario PD Alto Adige – Südtirol, Carlo Bettio, del segretario regionale del Pd Veneto, Andrea Martella, del Consigliere Provinciale PD Alto Adige – Südtirol, Sandro Repetto, e della consigliera regionale PD Veneto, Chiara Luisetto.
“La convocazione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, fissata per il prossimo 4 novembre, di Regione Veneto, Provincia Autonoma di Bolzano e sindacati è un primo e fondamentale passo verso il riconoscimento del carattere irrinunciabile e strategico della produzione siderurgica delle Acciaierie Valbruna, ed è la conferma di quanto abbiamo richiesto nel corso degli incontri che abbiamo tenuto con le parti sociali a Bolzano nella giornata di venerdì 24 ottobre.
Centinaia di posti di lavoro a rischio, tra la sede di Bolzano e di Vicenza – aggiungono -, in un settore cruciale e decisivo come quello della produzione di acciaio richiedono il massimo impegno delle istituzioni e delle forze politiche e sociali. Il Partito Democratico ritiene necessario che si giunga al tavolo nazionale con il ritiro da parte dell’Amministrazione Provinciale altoatesina del bando per la concessione del diritto di superficie dove insiste la produzione metallurgica.
Riteniamo che questa sia la condizione preliminare per consentire di trovare la strada per risolvere gli aspetti di natura amministrativa relativi all’affidamento dell’area e per consentire il consolidamento dell’attività produttiva”.
Restano a Vicenza, oggi i consiglieri comunali di Coalizione Civica – Sinistra Verdi, Mattia Pilan e Martina Corbetti hanno interrogato il Sindaco Giacomo Possamai e il Presidente del Consiglio Comunale Massimiliano Zaramella sul tema.
“Chiediamo – si legge nell’interrogazione – se ci sono state interlocuzioni recenti con la proprietà delle Acciaierie Valbruna e con le organizzazioni sindacali e quali valutazioni l’amministrazione comunale ha maturato rispetto ai possibili impatti economici e occupazionali derivanti da un’eventuale crisi o ridimensionamento dello stabilimento di Bolzano”.







































