A Vicenza flash mob di comitati e associazioni: “La Terra Vicentina è morta per troppi inquinamenti, serve un cambio di rotta”

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Flash mob, il funerale di Madre terra vicentina dell'8 novembre 2025
Flash mob, il funerale di Madre terra vicentina dell'8 novembre 2025

Un feretro simbolico, fiori, silenzio e cartelli funebri per la “Terra Vicentina”. Davanti alla sede della Provincia, comitati e associazioni ambientaliste hanno dato vita a un flash mob dal forte valore civile: una protesta pacifica per denunciare l’inquinamento e chiedere più responsabilità ambientale alle istituzioni.

Questa mattina, sabato 8 novembre, la facciata della Provincia di Vicenza, in Contrà delle Gazzolle, si è trasformata nel palcoscenico di un funerale simbolico: quello della Terra Vicentina.

Sarà infatti proprio la Provincia di Vicenza, entro il 10 dicembre, a doversi esprimere sul progetto della società Silva Srl a Montecchio Precalcino, dove la multinazionale Ecoeridania intende realizzare (qui alcune cronache nel tempo):

  • un impianto di sterilizzazione termica di rifiuti sanitari infettivi pericolosi provenienti anche da fuori Veneto;

  • un deposito per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi solidi e liquidi fino a 12 mesi;

  • un impianto per il trattamento di sabbie inorganiche e additivate.

Caso Silva, manifestazione del Comitato Tuteliamo la Salute
Caso Silva, manifestazione del Comitato Tuteliamo la Salute

L’iniziativa, ideata e organizzata da una rete di comitati e associazioni ambientaliste, è stata un flash mob sobrio e rispettoso, ma dal messaggio inequivocabile: la denuncia del degrado ambientale che da anni colpisce il territorio berico.

Un piccolo corteo, fiori e una bara scenografica hanno rappresentato il rito funebre dedicato alla natura, “morta prematuramente per il troppo inquinamento di aria, acqua e suolo”. L’azione scenica, volutamente semplice, ha voluto ricordare che il territorio vicentino sta pagando un prezzo altissimo alla corsa all’industrializzazione e alla mancanza di controlli.

«Ci sembra che il Vicentino sia stato venduto o regalato a imprenditori con scarsa responsabilità ambientale — hanno dichiarato i promotori del flash mob —. Gli uffici preposti continuano a concedere autorizzazioni a nuove attività industriali senza considerare la fragilità del nostro ecosistema».

Durante la cerimonia simbolica, i partecipanti hanno ricordato le gravi emergenze che da anni affliggono la provincia: inquinamento da PFAS, contaminazione delle falde, consumo di suolo, eccessiva pressione produttiva. “Troppo pesante è risultata l’impronta ecologica degli ultimi decenni, troppo alta la domanda di industrializzazione a una Madre Natura tanto generosa, ma già fragile”, si è letto in uno dei cartelli funebri esposti davanti al portone dell’ente provinciale.

All’iniziativa hanno aderito numerose realtà territoriali, tra cui Comitato Tuteliamo la Salute, Mamme No PFAS, COVEPA, Rete Zero PFAS Veneto, , Comitato Residenti Colceresa, Acqua Bene Comune Vicenza, LIPU e Legambiente.

L’“ultimo saluto all’amata defunta Terra Vicentina” — recitava l’epigrafe simbolica — “si è tenuto tra le braccia della sovente invocata Provincia di Vicenza”. Un modo ironico ma amaro per ricordare alle istituzioni locali il loro ruolo nel difendere un territorio “tanto produttivo quanto fragile”.

Il messaggio finale, condiviso da tutti i partecipanti, è stato chiaro: la tutela ambientale non è più rinviabile. Servono politiche concrete, controlli rigorosi e una visione che metta al centro la salute dei cittadini e la salvaguardia del paesaggio vicentino, prima che il funerale della Terra smetta di essere solo una metafora.