
Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, ha aperto la conferenza stampa dedicata ai temi della sanità e del sociale, presentando le linee guida del proprio programma e annunciando in anteprima la figura che chiamerà a guidare l’assessorato alla Sanità “se i veneti sceglieranno il cambiamento”: si tratta del medico Mimmo Risica, professionista con 35 anni nel SSN e già primario di cardiologia.
“Una sanità pubblica forte è il primo diritto di cittadinanza. Vogliamo un Veneto che curi tutti, vicino alle persone e ai territori, dove la salute non sia un privilegio ma un diritto”, ha dichiarato Manildo.
Mimmo Risica è medico nel SSN per 35 anni, già primario di cardiologia all’Ospedale Civile di Venezia, medico volontario di Emergency dal 2006, con all’attivo numerose missioni umanitarie in Africa e nel Mediterraneo e la responsabilità del coordinamento di personale e attività mediche di 10 ospedali e di varie cliniche.
“Abbiamo voluto compiere una scelta di trasparenza e di serietà – ha spiegato Manildo – indicando prima del voto un nome di altissimo profilo, di grande competenza tecnica e umana, totalmente estraneo alle logiche spartitorie e partitiche con cui il centrodestra guarda alla sanità veneta”.
Il servizio sanitario regionale, ha ricordato Manildo, vive una fase di evidente difficoltà. È nell’esperienza di tutti il peggioramento della qualità e dei livelli di assistenza, con tempi d’attesa che si allungano, difficoltà nel trovare medici e un crescente ricorso alla sanità privata. “È una ferita profonda nella nostra comunità – ha sottolineato –. Così si erode il principio di uguaglianza, trasformando la salute in un bene per pochi. Il centrodestra parla di privatizzazione, noi faremo l’opposto”.
Mimmo Risica, sbarcato pochi giorni fa dalla nave Mediterranea, ha voluto chiarire la sua visione: “Per me il faro fondamentale sarà l’articolo 32 della Costituzione, e non solo la difesa ma anche l’applicazione piena del diritto universale alla cura. I risultati in sanità non si misurano sul numero di nastri tagliati ma sulla capacità di dare ai cittadini quelle cure che servono, e a cui hanno diritto”.
Il programma parte da un piano straordinario di assunzioni per medici, infermieri e operatori sociosanitari. Per contrastare la carenza di personale che oggi affligge ospedali e strutture territoriali, si arriverà alla gratuità dei percorsi di formazione per infermieri e operatori sanitari, e al ripristino di borse di studio piene per studenti di medicina e delle professioni sanitarie, con l’impegno a prestare servizio nel sistema veneto per un biennio. Un forte investimento verrà fatto sulla prevenzione, anche in funzione di alleggerimento delle liste di attesa e della pressione sui Pronto Soccorso.
Una parte importante del programma riguarda gli anziani e le persone fragili. Oltre alla riforma delle Ipab, rinviata dal Veneto per anni, Manildo propone la realizzazione di 100 nuove strutture di cohousing e promette un fondo straordinario di riequilibrio da 150 milioni in tre anni, per garantire assistenza ai circa 10 mila veneti anziani che oggi non ricevono le prestazioni cui avrebbero diritto. «È un impegno di giustizia sociale – ha detto – che restituirà dignità e aiuterà le famiglie venete».
Accanto a questo, un piano per la salute mentale e il benessere psicologico, in particolare dei giovani, che renda accessibili gli psicologi territoriali. Il tavolo permanente della sanità veneta valorizzerà la partecipazione di professionisti, sindacati e associazioni per programmare insieme risorse e personale.
Manildo conclude con una stoccata: “Stefani dice che sanità e sociale sono centrali e che serve un cambio di marcia, ma al contempo si presenta come l’erede di Zaia. Ed è stato il partito di cui è segretario, la Lega, a bloccare in questi anni le riforme e a tagliare. Noi non abbiamo ambiguità: diciamo che serve un cambio di rotta per restituire al Veneto una sanità pubblica forte, giusta e vicina alle persone”.
“La designazione ad assessore regionale di Gabriele Mimmo Risica da parte di Giovanni Manildo è una buona notizia per molte ragioni: perché conosce il mondo della sanità pubblica veneta e, in particolare, quello delle urgenze, perché sa risolvere la situazione drammatica dei pronto soccorso e valorizzare le professionalità mediche e sanitarie. Le scelte di Risica saranno sicuramente contrarie al finanziamento delle strutture private e convenzionate per sostituire le strutture di diagnosi e cura pubbliche. Da veneziane e veneziani è, ancor più, una buona notizia perché conosce la situazione delle strutture ospedaliere veneziane e della medicina del territorio nel centro storico e nelle isole e cercherà di rilanciarle”, il commento di Rifondazione Comunista Veneto.


































