
di Stefano Vaccara
NIAGARA-ON-THE-LAKE (CANADA) – “È tutto nelle mani di Putin”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sintetizzato, poco prima della riunione finale dei ministri degli Esteri del G7 in Canada, la linea italiana sulla guerra in Ucraina, chiedendo che la Russia “cambi atteggiamento e diventi costruttrice di pace”. Nel vertice ospitato dalla ministra canadese Anita Anand, a cui ha partecipato anche il ministro degli Esteri ucraino Andriy Sybiha, Tajani ha confermato che “l’Italia è pronta a fornire ogni assistenza possibile a Kiev, con particolare attenzione alla resilienza energetica e umanitaria e alla difesa”.
È in preparazione il dodicesimo pacchetto di aiuti militari, ma anche nuovi contributi civili: “Forniremo generatori e nuova tecnologia per riabilitare le centrali elettriche colpite”, ha spiegato. Il ministro ha inoltre annunciato che l’Italia investirà “diverse decine di milioni” nella ricostruzione del sistema energetico e nella protezione delle infrastrutture critiche ucraine, ricordando che Roma ha già stanziato oltre 100 milioni di euro in crediti d’aiuto. Al centro del colloquio anche il contrasto alla corruzione: “Il ministro di Kiev ci ha assicurato che la situazione sta cambiando. Noi siamo pronti a collaborare, mettendo a disposizione l’esperienza dei nostri magistrati e della Guardia di Finanza”. Sulle armi a lunga gittata, Tajani ha chiarito che “non ci è stata fatta alcuna richiesta” e ha ribadito che “l’Italia non autorizzerà mai l’uso di armi italiane oltre i confini ucraini”. Nessuna divisione nella maggioranza, ha aggiunto, “vedremo cosa si dovrà fare, ma lo faremo tutti insieme, in piena sintonia con gli alleati”.
Commentando il messaggio del segretario di Stato americano Marco Rubio, che ha invitato Mosca a “seguire la via della diplomazia”, Tajani ha definito le sue parole “un messaggio di buon senso”. “Russia e Ucraina devono parlarsi – ha detto – ma quando ci sarà un accordo, anche l’Europa dovrà essere parte del processo, perché senza la nostra decisione di ritirare le sanzioni non si può arrivare alla pace”. A proposito dell’uso dei fondi russi congelati, il ministro ha ribadito l’apertura italiana: “Non siamo contrari, ma serve una base giuridica solida. Ogni soluzione dovrà rispettare i principi di legalità, stabilità dell’area euro e sostenibilità complessiva, anche per garantirci la capacità futura di continuare a sostenere l’Ucraina”.
Sul fronte mediorientale, Tajani ha insistito sulla necessità di “consolidare la tregua a Gaza” e assicurare gli aiuti alla popolazione civile. “I camion italiani del programma Food for Gaza stanno operando, e da Brindisi partiranno presto aerei con beni alimentari – ha detto -. L’Italia vuole essere protagonista della fase della ricostruzione e della pace”.
A Niagara, il titolare della Farnesina ha poi confermato la missione umanitaria Italy for Sudan, che prevede l’arrivo a Port Sudan, entro Natale, di “un aereo e una nave con aiuti alimentari e materiali per i bambini”. “È un’iniziativa umanitaria ma anche politica – ha sottolineato – perché la politica è sempre tutela delle persone”.
Tajani ha parlato, rispondendo ad una domanda di Italpress, anche della crescente tensione in Venezuela, dopo l’arrivo nei Caraibi della portaerei americana USS Gerald R. Ford. “C’è una involuzione della situazione – ha detto – e una tensione crescente con gli Stati Uniti, che stanno contrastando il traffico di droga, di armi e di esseri umani”. Ha poi confermato che l’Italia “sta facendo di tutto per riportare a casa i cittadini italiani detenuti a Caracas, che sono prigionieri politici e non criminali”. Tra loro, Alberto Trentini, in carcere da un anno. “Stiamo lavorando a livello politico e diplomatico per la loro liberazione“, ha aggiunto.
Il ministro ha poi espresso “forte preoccupazione per le persecuzioni dei cristiani in Nigeria e in altre parti del mondo”, ribadendo la necessità di “difendere la libertà religiosa ovunque”. Alla domanda su quale sia oggi la crisi più grave per il G7, Tajani ha risposto che “tutte preoccupano”, ma ha indicato Ucraina e Medio Oriente come “le più grandi perché coinvolgono anche le potenze mondiali”, seguite dal Sudan, “drammatico per numero di morti e rifugiati”.
In chiusura, il vicepremier ha elogiato l’approccio inclusivo della presidenza canadese: “È positivo che il G7 segua la strada tracciata dall’Italia, aprendo il dialogo ad altri Paesi come India, Arabia Saudita e Messico. Guai se ci chiudessimo in una torre d’avorio: il dialogo è la chiave per difendere i valori della libertà e del mercato globale”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).































