
Oggi la sigla del Patto di comunità per la giustizia ecologica nel sito ex-Miteni di Trissino, un accordo promosso da numerose sigle ambientaliste e associazioni contro l’inquinamento da Pfas. L’obiettivo è promuovere una bonifica immediata, trasparente e partecipata dell’area contaminata, a tutela della salute pubblica e dell’ambiente.
Il patto è stato sottoscritto da Ecogiustizia – Acli, Azione Cattolica Italia, Agesci, Arci, Legambiente, Libera, Mamme No Pfas, Acqua Bene Comune Vicenza, Cgil Veneto, Isde, Italia Nostra Sezione Medio Basso Vicentino, Medicina Democratica e Rete Zero Pfas Veneto.
La presentazione del Patto è prevista oggi, venerdì 14 novembre 2025, presso l’Auditorium di Villa Soranzo a Lonigo. Si terrà il convegno “Ecogiustizia subito”, un momento di confronto e approfondimento con le istituzioni sullo stato di avanzamento della bonifica del sito ex-Miteni.
L’incontro sarà anche l’occasione per rinnovare e sottoscrivere gli impegni volti alla piena realizzazione delle opere di risanamento ambientale. Il Patto di Comunità per l’Ecogiustizia sarà illustrato nel dettaglio nel corso della serata e verrà poi sottoposto alla firma di cittadine e cittadini, sindaci dei comuni interessati dalla bonifica, consiglieri comunali delle zone contaminate e candidati al consiglio regionale presenti in sala.
Secondo quanto riportato da Il Corriere del Veneto, Gianpietro Ramina, ex assessore di Trissino oggi incaricato di seguire la vicenda Miteni, interverrà per parlare del collaudo del palancolato e dei dati sulla barriera idraulica.
“La cosiddetta palancolatura lungo il torrente Poscola – ha spiegato Ramina –, lunga circa 600 metri, è stata collaudata in questi giorni da Eni. Ora dovranno fare una serie di valutazioni per capire quanto questa riesca a fermare l’inquinamento, e quindi dopo potremmo avere i primi dati“.
Per quanto riguarda invece la barriera idraulica, implementata e con i nuovi piezometri a Ovest, “sta funzionando come da predisposizioni. Questa deve mantenere i limiti previsti, in modo tale da pulire tutta l’acqua che viene assorbita dai pozzi“.
Sulla bonifica vera e propria, però, bisognerà attendere. “Al momento non ci sono ancora novità vere e proprie – prosegue Ramina –, perché il decreto legislativo prevede sei mesi di tempo da parte dei soggetti interessati a presentare il progetto di bonifica. L’analisi del rischio è stata approvata dalla conferenza dei servizi lo scorso 9 giugno, e quindi si andrà a inizio dicembre“.


































