
(Adnkronos) – Meno del 3% delle coppie italiane sceglie di donare il sangue del cordone ombelicale (Sco). I dati raccolti nel Rapporto banche Sco – 2024 del Centro nazionale sangue, diffusi in vista della Giornata mondiale del sangue cordonale, che si celebra ogni anno il 15 novembre, mostrano che questo gesto altruistico è ancora poco diffuso sul territorio nazionale. Sono state 8.189 le donazioni raccolte nel 2024. In crescita rispetto alle 7.456 registrate nel 2023, ma sempre poche rispetto al numero di parti avvenuti, nelle strutture adibite alla raccolta, complessivamente 282.815. In sostanza solo il 2,9% delle coppie o delle madri che aveva questa possibilità ha deciso di donare il sangue del cordone ombelicale. La donazione di sangue da cordone ombelicale è una procedura sicura per la mamma e per il nascituro e permette di raccogliere un tipo di sangue ricco di cellule staminali e che, proprio per questo, è al centro di consolidate terapie salvavita per la cura di numerose e gravi malattie del sangue congenite e acquisite. Più recentemente, sono nati molti filoni di ricerca innovativi orientati a possibili impieghi alternativi per le unità non idonee al trapianto. Tali impieghi comprendono: la produzione di globuli rossi per il trattamento dell’anemia nei neonati pretermine o l’utilizzo di gel ottenuti da piastrine di cordone le cui proprietà rigenerative hanno un ampio ambito di applicazione in dermatologia ed oftalmologia. “Il sangue da cordone ombelicale è una risorsa preziosa per la salute di tantissimi pazienti – commenta il direttore del Centro nazionale sangue, Luciana Teofili – e ancora di più potranno essere in futuro, quando i nuovi filoni di ricerca si trasformeranno in terapie consolidate. Eppure, sono ancora in poche le coppie o le madri che scelgono di portare avanti questo gesto dall’ampio valore solidaristico”.
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