Rifondazione Comunista di Vicenza contro la settimana corta alle superiori: “Un taglio al trasporto pubblico che colpisce gli studenti”

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Un taglio pesantissimo al trasporto pubblico scolastico che colpisce gli studenti, costretti a subirne le conseguenze: Rifondazione Comunista di Vicenza, attraverso un deciso comunicato stampa, esprime con forza la sua contrarietà alla settimana corta per le tutte le scuole superiori della provincia a partire dal prossimo anno scolastico. Secondo Rifondazione non c’è nulla di didattico o di educativo nel non andare a scuola il sabato, “la soppressione delle corse speciali del sabato è una misura puramente economica, funzionale a ridurre i costi della Provincia — riscaldamenti, utenze, personale — chiudendo gli edifici un giorno in più. Insomma, si gioca con la vita scolastica degli studenti per far tornare i conti”.
Rifondazione attacca in particolare il presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin, ricordando che era stato eletto come indipendente dal centrosinistra e che ora è approdato in Fratelli d’Italia: “PD e FdI, quando si tratta di tagliare servizi e diritti, marciano uniti”. Ma anche il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai viene chiamato in causa: “socio (anche se minoritario) di SVT, avrebbe il dovere politico e morale di alzare la voce contro il taglio del servizio pubblico. Non lo fa.”
Quanto alla difficoltà a reperire autisti, causa della necessità di tagliare le corse del sabato, Rifondazione punta il dito contro SVT: “non trova giovani autisti perché offre salari da fame. E i 135 autisti, che rimangono, vengono spremuti fino all’osso, con turni eccessivi e adesso anche in deroga al contratto nazionale, aumentando il rischio per la sicurezza degli studenti, soprattutto nei rientri pomeridiani.”Imporre la settimana corta ai licei e agli istituti tecnici e professionali, continua il comunicato di Rifondazione, vuol dire concentrare in 5 giorni fino a 34 ore, con giornate da 8–9 ore consecutive: come dicono i dirigenti scolastici, una vera e propria prova di resistenza, non un modello educativo. Senza contare la necessità di prolungare la permanenza a scuola in istituti privi di mense, di spazi adeguati, all’aperto o al chiuso, per una pausa degna di questo nome. “Un panino freddo e una coca-cola mangiati in piedi in corridoio dovrebbe diventare la normalità per migliaia di ragazzi?”
Rifondazione Comunista di Vicenza si mette dunque a fianco degli studenti del Liceo Quadri, che hanno iniziato a mobilitarsi, dei docenti del Rossi, che già a giugno avevano espresso una critica netta e a ottobre hanno rifiutato di avallare una scelta priva di fondamento didattico e di tutte le comunità scolastiche pronte a reagire.

“Sosteniamo le proteste degli studenti, che vedono i propri diritti sacrificati a una logica di austerità sempre più feroce, figlia di una “economia di guerra” che prepara nuovi tagli a scuola, sanità, servizi sociali, pensioni e trasporti. Sosteniamo i collegi docenti che non si piegano e chiediamo ai dirigenti scolastici non solo di respingere pressioni politiche che nulla hanno a che fare con la buona didattica, ma anche di chiedere ulteriori confronti con SVT, la provincia e il comune capoluogo.”

Rifondazione chiede dunque il ritiro immediato di ogni ipotesi di taglio alle corse scolastiche del sabato, l’apertura urgente di un tavolo pubblico e trasparente, con studenti, famiglie, docenti e lavoratori del TPL presieduto dal Sindaco Possamai, che “si assuma finalmente la responsabilità politica che gli compete”.

La scuola, conclude il comunicato, non è un’azienda. Gli studenti non sono numeri da comprimere per pareggiare un bilancio. Il diritto allo studio e alla mobilità non si toccano.