Contaminazioni da Pfba, Comitato Tuteliamo la Salute accusa: “Il Comune di Montecchio Precalcino sapeva da maggio”

Dopo la preoccupante relazione di ARPAV, il Comitato scrive alla Provincia: “Non si aggravi una situazione già compromessa, irresponsabile approvare il progetto Silva.”

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“Il Comune di Montecchio Precalcino conosceva la situazione Pfas già da maggio”: è questa l’accusa del Comitato Tuteliamo la Salute, che ha proposto oggi in conferenza stampa una serie di informazioni preoccupanti – corredati da varie documentazioni (qui la relazione Arpav 12 dell’novembre 2025) – sulla contaminazione da PFBA provenienti dalla Pedemontana Veneta.

Diversi i punti toccati durante la conferenza stampa, che tracciano un ritratto poco rassicurante della situazione delle acque: è del 19 maggio scorso la comunicazione dell’Arpav a Regione, gestori acquedottistici, ULSS, Provincia di Vicenza e comuni di Montecchio Precalcino e Marano Vicentino, in cui si parla esplicitamente di un “rinvenimento di sostanze perfluoroalchiliche (PFBA) nell’acquifero sotterraneo del medio-alto vicentino e nei pozzi acquedottistici”.

Le indagini di Arpav riguardano tre aree specifiche, Cava Vianelle – Marano Vicentino, Discarica Terraglioni – Montecchio Precalcino e Cava Cavedagnona – Montecchio Precalcino, e circa 1.000.000 m3 di terre conferite. A seguito delle analisi effettuate, ARPAV conferma la presenza “di PFBA nelle acque di dilavamento, con punte anche superiori a 2.000 ng/l, parametro in generale preponderante rispetto ad altri PFAS”. Superamenti notevoli e valori elevati soprattutto nelle due cave coinvolte a Montecchio Precalcino.

I dati sono ancora più preoccupanti se si considera che poco più a sud rispetto alle due cave c’è il comune di Dueville, in cui 13 mila persone bevono acqua tramite pozzi privati, in cui non ci sono regolari controlli e analisi sulla potabilità dell’acqua. Secondo quanto riferito dal Comitato Tuteliamo la salute, il primo cittadino di Montecchio Precalcino Fabrizio Parisotto avrebbe dunque sottaciuto l’emergenza ambientale e sanitaria che gli era stata comunicata da ARPAV. Dato che appare paradossale considerando che il 7 aprile era stata approvata all’unanimità una delibera comunale che chiedeva il bando dei PFAS dal territorio di Montecchio Precalcino. Fra l’altro, continua il Comitato, mentre il Comune di Marano Vicentino ha manifestato preoccupazione e ha richiesto informazioni ad Arpav, da Montecchio Precalcino c’è stato silenzio totale.

La situazione poi continua a peggiorare: secondo un report di Arpav del 12 novembre sulla contaminazione di PFAS derivanti dalla Pedemontana Veneta, si legge che “a seguito delle elaborazioni idrogeologiche dell’acquifero vicentino e delle relative direttrici di flusso sotterraneo, si evidenzia uno scenario di progressiva contaminazione da PFBA nell’acquifero vicentino proveniente da nord, non meglio identificato”. Una situazione che risulterebbe apocalittica per il Comune di Dueville e per i pozzi acquedottistici di Padova che si trovano all’interno dell’Oasi di Villaverla. Inoltre sempre secondo la relazione di ARPAV a Villaverla e Caldogno si è riscontrata una maggiore concentrazione percentuale di PFBA, rispetto alla totalità dei PFAS, una diversa concentrazione che potrebbe denotare una fonte di contaminazione diversa.

Il Comitato ricorda anche che 30.600 m3 di materiale contaminato della Pedemontana è stato portato nella “Cava Brugiane”, proprietà di Silva Srl, ed ha evidenziato la presenza di PFBA nelle acque sotterranee dei piezometri di valle della discarica Terraglioni di Montecchio Precalcino adiacente a Silva.

Vista la situazione, il Comitato ha scritto alla Provincia di Vicenza, illustrando la contaminazione di PFBA derivante dalla costruzione della Superstrada Pedemontana Veneta che sta interessando anche il territorio di Montecchio Precalcino, Dueville e Villaverla: “Il Comitato Tuteliamo la Salute, dopo aver consultato esperti di Diritto ambientale, ritiene che sia ormai necessario e doveroso non aggiungere un nuovo insediamento così impattante come quello proposto da Silva in un’area già martoriata che andrà monitorata per gli anni a venire”. Il Comitato conclude sottolineando che il danno ambientale è un reato: “Chiediamo che le istituzioni intervengano per tutelare la popolazione ed il territorio con gli opportuni interventi di studio, bonifica e risanamento delle zone in cui è già stato riscontrato inquinamento da PFAS. Ci aspettiamo che, a tutela di 300.000 veneti, non vengano autorizzati ulteriori business industriali in una zona, Montecchio Precalcino, in cui la sommatoria degli inquinanti risulterebbe insostenibile e inaccettabile”.