Astensionismo gonfiato, l’analisi di Alex Cioni (FdI Schio): il peso di AIRE e nuovi cittadini

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Vicenza-Schio astensionismo
Alex Cioni

Ad ogni tornata elettorale, locale o regionale, assistiamo al solito rito del lamento sull’astensionismo. Si parla di crisi della democrazia, di partiti lontani dalla gente, di antipolitica. Tutto vero, per carità. Ma l’analisi, così com’è, resta monca.

C’è un punto che nessuno mette mai sul tavolo nei dibattiti infiniti e noiosi tra politici e opinionisti: i numeri dell’elettorato non coincidono più con quelli della popolazione reale.

Le nostre città perdono abitanti, l’inverno demografico è un fatto, eppure le liste elettorali continuano a crescere. Sembra un paradosso, ma non lo è: è l’effetto di due fenomeni strutturali che gonfiano artificialmente il corpo elettorale e trascinano verso il basso la percentuale ufficiale dell’affluenza.

Questa l’analisi di Alex Cioni, consigliere comunale di Schio del gruppo Fratelli d’Italia, riguardo il fenomeno dell’astensionismo.

Astensionismo: l’elettorato “fantasma” e il peso dell’AIRE

Il primo fattore è tecnico, ma determinante. Rimanendo in casa nostra, la provincia di Vicenza conta circa 774 mila elettori, ma oltre 106 mila sono iscritti all’AIRE, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero: quasi il 14% del corpo elettorale.

Per le elezioni regionali o comunali non è previsto il voto per posta. Per votare, queste persone dovrebbero rientrare fisicamente nel comune di origine.

“È realistico pensare che qualcuno voli dal Brasile, dall’Australia o dal Canada per votare un governatore?” si chiede Cioni. Evidentemente no. Eppure questi elettori “di carta” restano nel conteggio.

Il risultato è una fotografia distorta di un’affluenza che parte già con un handicap impossibile da recuperare.

Nuovi cittadini e liste elettorali gonfiate

Il secondo fattore è sociale e ancora meno discusso. Negli ultimi dieci anni molte persone straniere residenti hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Dal giorno del giuramento entrano automaticamente nelle liste elettorali.

Al netto del fisiologico ricambio generazionale, l’aumento delle liste elettorali è fortemente spinto dall’iscrizione di nuovi cittadini che hanno acquisito la cittadinanza italiana e dalla presenza degli italiani iscritti all’AIRE.

Il dato locale rende il quadro chiaro: a Schio gli iscritti alle liste sono passati da 31.217 nel 2010 a 34.349 nel 2024, mentre i residenti sono diminuiti di oltre 500 unità. “Qualcosa non torna: la popolazione scende, il corpo elettorale sale“, sottolinea il consigliere.

Tra il 2012 e il 2022, sempre a Schio, 2.754 residenti di origine straniera hanno acquisito la cittadinanza. Si tratta di persone provenienti da contesti diversi, accomunate spesso da una partecipazione al voto molto bassa.

Non penso per cattiva volontà, ma per motivi concreti: barriere linguistiche che permangono nonostante il percorso richiesto, poca familiarità con il funzionamento delle istituzioni locali, scarsa identificazione con dinamiche politiche percepite come lontane.

Ci troviamo di fronte a un’acquisizione di cittadinanza che troppo spesso non è stata accompagnata da una vera integrazione al sistema politico-democratico. Questi “nuovi italiani” diventano quindi elettori sulla carta, ma restano astensionisti di fatto per una sostanziale distanza culturale e in quota parte di coinvolgimento con le meccaniche del voto.

In pratica sono elettori teorici che raramente diventano elettori reali, rimanendo più legati alla propria formazione culturale d’origine che al contesto politico locale.

Un’affluenza che racconta solo metà della verità

Ecco perché, se vogliamo interpretare davvero i numeri in chiave politica, continuare a calcolare l’affluenza su un corpo elettorale gonfiato da chi non può o non vuole votare in quanto cittadino italiano spesso solo sulla carta, significa leggere la realtà con strumenti sbagliati.

Gli astensionisti ci sono, la sfiducia c’è, e su questo la politica ha responsabilità enormi. Ma finché il denominatore resta “dopato”, la percentuale ufficiale dell’affluenza non sarà mai una fotografia fedele della partecipazione reale.

La politica dovrebbe interrogarsi non solo su perché le persone non votano, ma anche su chi stiamo considerando davvero come elettorato attivo. E soprattutto su come ricostruire un corpo elettorale reale, presente e rappresentato, invece di limitarsi a commentare percentuali che nascono già viziate.

di Alex Cioni,
capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin