Per l’appuntamento “Aperitivo con l’autore” dell’editore L’altra stampa Giorgio Langella ha presentato martedì 25 novembre al Bar Minerva il libro “Una storia disonesta” della collana Storia e storie. Il volume – dal sottotitolo “2005: la lotta esemplare dei lavoratori del cantiere del teatro di Vicenza” – è edito dall’editore vicentino, già Editoriale Elas ora con un nome più “orgoglioso” e con nuova sede in Via Fermi 253, Vicenza, (info@laltrastampasrl.it) ed è dedicato alla memoria di Antonio “Toni” Toniolo, storico segretario della FILLEA CGIL vicentina e combattente al fianco degli operai del teatro.
Il libro (112 pagine di attenta ricerca e ricostruzione storica, 14 euro) è ora acquistabile presso le librerie, su Amazon e sul nostro shop.

Ad introdurre la presentazione, in una sala piena in cui spiccavano anche il fratello e la figlia di Toni Toniolo, commossi durante i frequenti applausi al sindacalista d’altri tempi, c’era Giovanni Coviello, giornalista e direttore di ViPiù, curatore delle collane di L’altra stampa, tra cui Storia e storie, che, ha premesso, “vuole ricostruire storie significative della città e del territorio per ricordarle a chi le conosce e per illustrarle anche a chi, i più giovani, non le ha vissute direttamente”.

Per ricordare Toni e “battezzare” il libro (di cui L’altra stampa ha pubblicato anche un’edizione speciale riservata alla Cgil e alla Fillea Cgil di Vicenza che hanno inteso onorare anche così il loro sindacalista appena scomparso) c’erano tra i relatori, oltre a Coviello e Langella, (da sinistra nella foto) Riccardo Martin, segretario Fillea Cgil, Giancarlo Puggioni, segretario Cgil Vicenza, già attivi e “discepoli” ai tempi di Toniolo, e Oscar Mancini, segretario provinciale ai tempi della vertenza e autore della prefazione del libro oltre che dell’orazione funebre per Toniolo.

Dopo una rapida introduzione (tutta la serata è nel video in copertina (in cui l’immagine dello shopper di una catena di supermercati non promuove uno sponsor ma è un refuso “logistico”), il direttore di VicenzaPiù ha passato la parola all’autore, Giorgio Langella, il quale inizia proprio dal titolo, “Una storia disonesta”, perché è da questo che nel 2005 si è partiti: una storia effettivamente disonesta, lo sfruttamento degli operai della COGI rimasti senza stipendio. E che poi si è trasformata in qualcos’altro, in una storia emblematica ed esemplare, “una lotta che dovrebbe rimanere nella memoria della città”.
Piccola premessa: il teatro Comunale di Vicenza nacque dal progetto dell’architetto Gino Valle, per la costruzione fu fatta una gara d’appalto vinta dalla ditta fiorentina Co.Gi. di proprietà di Giuseppe Coccimiglio (anche presidente del Foggia Calcio); i lavori iniziarono nel gennaio ma a fine 2004 la società iniziò a non pagare più i lavoratori,
Il 20 gennaio 2005 in una fredda giornata iniziò la protesta degli operai (prima 9 poi 23, per la maggior parte provenienti dall’est Europa, dal Magreb e dalla Puglia) che sfociò poi nell’occupazione del cantiere. Dopo 6 mesi di stop, si giunse alla firma di un nuovo contratto con la seconda classificata nella gara d’appalto, l’Intercantieri Vittadello di Limena (i lavori terminarono il 9 novembre 2007).
Quella che inizialmente sembrava una “protesta operaia” come altre divenne presto una gara di solidarietà: i vicentini, informati dalla stampa locale, soprattutto grazie alle cronache puntuali sul GdV di Chiara Roverotto, che Langella e Coviello hanno ringraziato pubblicamente anche come fonte del libro, si recavano al cantiere occupato non solo a testimoniare la loro vicinanza ma anche a concretizzarla portando da mangiare ai lavoratori. E, poi, ha ricordato commosso Langella, sfilarono per la città con in testa tanti giovani studenti.
La tenacia dei 9 lavoratori, che protestavano reclamando il normale diritto ad essere retribuiti, unita al supporto della Fillea CGIL condotta da Toni Toniolo, un uomo testardo e combattente, e dei Comunisti Italiani, portò a una risoluzione positiva nonostante le difficoltà della situazione.
Langella, che al tempo era consigliere provinciale del PCI (Partito Comunista Italiano), propose anche, uno dei tanti passaggi del libro, intenso ma agile da leggere, un documento in consiglio in cui chiedeva sostegno e solidarietà, perché non era un “problema di pochi operai”, ma toccava altri temi, dall’immigrazione allo sfruttamento fino al mancato salario. “Io sono convinto che il Dal Molin non sarebbe stato così importante se non ci fosse stata nel 2005 questa presa di coscienza dei cittadini” dice l’autore.

Giancarlo Puggioni, segretario generale della Cgil vicentina, dichiara: “Come CGIL riteniamo che sia oggi fondamentale riuscire a narrare le vicende e le lotte sindacali di tutto il mondo del lavoro. Le lotte ci sono, purtroppo non si vedono come dovrebbero essere viste perché c’è una narrazione che tende a metterle in quarta, quinta pagina e non sempre anche a darne l’informazione dovuta. Soprattutto non viene rappresentata la drammaticità della situazione, delle condizioni di lavoro delle persone di oggi”.
Una battaglia che è riuscita a creare un senso comune, secondo Puggioni, e che è riuscita ad attirare quella parte della politica che si è unita alla Cgil in questa lotta: “oggi è più che mai necessario che la politica torni ad interessarsi delle condizioni di lavoro dei lavoratori, anche alla luce delle sempre maggiore crescita delle morti sul lavoro”.
Ultima chiosa al mancato raggiungimento dei quorum per gli ultimi referendum, dove nel quesito dedicato alla sicurezza sul lavoro era stata fatta una proposta di miglioramento della normativa esistente con molti giovani a dire sì per la rimozione di infauste norme che facilitano appallti e subappalti che ancora oggi, come ai tempi dei lavoratori del teatro comunale, tartassano i lavoratori.
Il tema della sicurezza sul lavoro e della mancanza di responsabilità legata al settore degli appalti è ripreso anche da Riccardo Martin, segretario generale FILLEA CGIL Vicenza, il quale ha sottolineato come nei cantieri – più che in altri luoghi di lavoro – i lavoratori siano spesso sotto ricatto perché contratto e paga sono legati, per gli stranieri, ai permessi di soggiorno. Se è noto che la legge in vigore va rivista e potenziata, è altrettanto vero che le proteste passano davanti all’indifferenza della politica.
A intervenire, con ricordi tecnici e personali di grande intensità anche l’avvocata Barbara Borin chemnella vertenza affiancò Toniolo, di cui ha espresso un vivo e commosso ricordo.
In conclusione, ha preso la parola Oscar Mancini, sindacalista di lungo corso, e in passato segretario regionale della CGIL Veneto, segretario generale aggiunto della Camera del Lavoro di Venezia e segretario generale della Camera del Lavoro di Vicenza ai trempi di Toni Toniolo.
Tra i suoi ricordi questo: alla vigilia dell’inaugurazione del nuovo teatro lui e Danilo Andriollo inviarono una lettera all’allora sindaco Hüllweck (disperato perché tutti volevano partecipare alla “prima”), offrendo di cedere i propri inviti (in realtà mai arrivati…) agli operai che avevano costruito l’edificio. “Qual è l’insegnamento di questa vertenza? Per me l’insegnamento principale è, soprattutto per le nuove generazioni: quando tutto sembra perduto, bisogna ricominciare da capo, avere coraggio e la tenacia necessaria. Non essere mai arrendevoli, ma avere l’intelligenza di agire in modo accorto e non isolarsi. Come Toni..”.
E giù applausi a lui e alla lettura finale di un brano, particolarmente commovente, dell’autore.

Se l’obiettivo del libro è riportare la storia ai giorni nostri, per evidenziare che molte cose non sono cambiate, basta ricordare la protesta dei lavoratori che stanno costruendo il villaggio USA e dove nello scorso febbraio operai egiziani sono saliti su una gru dopo mesi senza salario.
In Italia il sistema degli appalti e subappalti, a cui è decicata un’appendice, continua a sollevare dai rischi il committente, lasciando soli i lavoratori. Perché, come ha detto Oscar Mancini, “la nostra epoca è connotata da una distruzione del passato, ovvero dalla mancanza di conoscenza del passato che i ragazzi di oggi non conoscono. Pertanto più che mai è necessaria la memoria, tramandata da libri come quello di Langella”.
Una postilla su un’osservaziona del curatore della collana Storia e storie e di questo volune: aveva richiesto una prefazione all’ex sindaco di Vicenza, Enrico Hüllweck, senza successo.




































