
Le organizzazioni sindacali Funzione Pubblica CGIL e UIL FPL di Vicenza hanno dichiarato lo stato di agitazione del personale degli asili nido comunali di Vicenza, in protesta contro la decisione dell’amministrazione comunale di affidare a soggetti esterni la gestione di tre nuovi nidi comunali di prossima apertura.
L’intenzione del Comune, confermata in un incontro tenutosi martedì 25 novembre 2025, riguarda le strutture di Piarda, Turra e San Lazzaro. Il loro completamento dovrebbe portare a raddoppiare i posti disponibili in città, con l’offerta di nuovi 134 posti a partire da settembre 2026, contribuendo a ridurre le liste d’attesa.
Rischio disparità salariale e calo della qualità
La preoccupazione principale di FP CGIL e UIL FPL riguarda il fatto che le assunzioni per le nuove strutture non saranno dirette, ma passeranno tramite appalto, con il rischio di una disparità di trattamento retributivo e normativo del personale.
Secondo Stefano Bagnara (FP Cgil) e Carola Paggin (Uil Fpl), questa situazione, a parità di mansione e di qualità della prestazione, potrebbe causare un turn-over rapido e un conseguente abbassamento della qualità dei servizi per l’infanzia.
“Mancano inoltre le necessarie rassicurazioni relativamente alla riorganizzazione del personale attualmente in ruolo, informato da poco di questa scelta dell’Amministrazione”, continuano Bagnara e Paggin.
Il personale attualmente in ruolo non sarebbe mai stato coinvolto nelle possibili dinamiche organizzative o per eventuali soluzioni alternative. I sindacati temono che, in mancanza di adeguate rassicurazioni da parte del Comune, il futuro dei servizi all’infanzia possa andare verso una completa privatizzazione.
Sulla stessa materia si è mosso anche il sindacato Cub Vicenza, che ha lanciato nuovamente l’allarme definendo la scelta del sindaco Giacomo Possamai come una “decisione drammatica e inaccettabile”.
La Cub sostiene che la privatizzazione dei nidi non è un risparmio, ma un “deterioramento della qualità” dell’offerta educativa e una “precarizzazione intollerabile dei posti di lavoro”. Il sindacato vicentino critica anche il fatto che l’affidamento al Terziario colpisca il reddito del personale, composto quasi totalmente da donne, con il rischio di un “colpo al reddito femminile”.
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