
In attesa della premiazione, in programma domani 29 novembre, dei comuni ricicloni e rifiuti free, si è aperto oggi a Este, con l’aggiornamento della situazione raccolta dei rifiuti, l’appuntamento annuale con Ecoforum Veneto, occasione di incontro tra amministratori regionali e locali, enti gestori della raccolta dei rifiuti urbani, aziende leader del riciclo, esperti ed addetti ai lavori.
I dati Arpav
I dati presentati da Arpav per il 2024 vedono un aumento dei rifiuti pro capite di 459 kg per abitante equivalente, +3,1% rispetto al 2023, e in crescita anche il RUR (Rifiuto Urbano Residuo), che registra un +2,5% rispetto al 2023. Cresce anche, più lentamente, la percentuale di differenziata che, con il +0,6% arriva al 78,2%, di poco sotto l’obiettivo intermedio del Piano regionale per la gestione dei rifiuti, che prevedeva un 78,5% al 2025. Si può fare di meglio, anche se il Veneto resta una delle regioni più virtuose in Italia in termini di gestione e di raccolta rifiuti.
Tema importante, oltre all’avanzamento del Piano regionale rifiuti – con obiettivi fissati al 2030 e che come detto fa registrare un andamento della differenziata in lieve ritardo sulla tabella di marcia -, è la qualità della raccolta, motivo per cui quest’anno Arpav ha avviato, su mandato della Regione, una campagna di monitoraggio che prevede anche duecento analisi merceologiche dei rifiuti.
Produzione di rifiuti in aumento
Gli incrementi nelle produzioni dei rifiuti confermano la difficoltà, da parte della società in cui viviamo, nel ridurne alla fonte la produzione. Dopo la pandemia i consumi delle famiglie sono ripresi e questo ha provocato anche un aumento della produzione rifiuti. Lo scopo del Piano regionale è proprio introdurre politiche di prevenzione per poter disaccoppiare i due fenomeni e individuare misure correttive. Il Piano mette in luce l’importanza delle buone pratiche e la necessità che sempre più comuni le adottino. L’obiettivo al 2030 è fissato all’84% di raccolta differenziata, per 80kg/pro capite di rifiuti, numeri ad oggi raggiunti dal 69% dei comuni.
Non si registrano invece in Veneto problemi di collocamento emergenziale dei rifiuti: l’impiantistica consente alla regione l’autosufficienza. I dati però indicano che il ritardo nell’operatività delle due linee di incenerimento recentemente ammodernate a Padova e Venezia Fusina, comporta il fatto che 74mila tonnellate che dovrebbero essere smaltite attraverso gli inceneritori sono finite in discarica.
Tavolo di confronto sulla gestione: meglio il porta a porta
Il tema della gestione dei rifiuti poi è stato ripreso all’interno del tavolo di confronto tra i direttori e le direttrici di tutti gli undici Consigli di bacino, che hanno condiviso metodologie e risultati. Da questo confronto è emerso con il porta a porta si registra un’attenzione maggiore da parte dei cittadini rispetto ai sistemi stradali ad accesso controllato.
È stata evidenziata l’importanza del coinvolgimento della cittadinanza per rispettare gli obiettivi del piano, non solo in termini di raccolta e differenziazione dei rifiuti, ma anche di consumo. In particolare si conta sui giovani e giovanissimi, che spesso manifestano una sensibilità particolare ai temi ambientali. Alcune città del Veneto, come Padova e Verona, registrano produzioni pro capite decisamente più elevate, influenzate dalle dinamiche demografiche, legate per esempio alla presenza delle Università, e al turismo.
RAEE e tessile, numeri in crescita
Un capitolo sempre più rilevante nella gestione dei rifiuti veneti riguarda le filiere dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e del tessile. Sono tipologie di rifiuti che richiedono processi di raccolta, selezione e trattamento molto più articolati rispetto ad altre tipologie di rifiuto urbano e che continuano ad aumentare. I RAEE per l’aumento della quantità di dispositivi elettronici immessi sul mercato, con riduzione della loro vita utile, il tessile per la diffusione del fast fashion, con ricambio accelerato dei capi di abbigliamento.
I rifiuti elettronici in realtà rappresentano una risorsa preziosa grazie alla presenza di metalli e materie prime critiche, ma possono diventare un rischio ambientale se non avviati a filiere autorizzate e controllate. Quanto al tessile, diventa prioritario investire nella qualità della raccolta, nella caratterizzazione dei materiali e nel sostegno a nuove tecnologie e impianti in grado di trasformare i tessili post-consumo in materie prime seconde effettivamente riutilizzabili. Le filiere dei RAEE e del tessile saranno quindi tra le principali aree di attenzione nel prossimo futuro.
Piero Decandia, direttore regionale di Legambiente, ha presentato questa edizione dell’Ecoforum Veneto come tappa fondamentale di un percorso lungo un decennio, che ha reso possibile una fotografia sempre più precisa del Veneto e una programmazione orientata alla qualità ambientale e all’innovazione: “Diventa ancor più indispensabile mantenere salda la rotta tracciata dal Piano Rifiuti regionale, rispettando obiettivi e tempistiche. È necessario continuare a potenziare e affinare gli strumenti già previsti, in particolare riguardo la definizione della tariffa unica regionale di smaltimento e degli indici di complessità. La Regione dovrà proseguire con decisione verso il traguardo più importante: evitare nuove discariche o ampliamenti di quelle esistenti e non introdurre nuovi inceneritori, favorendo invece politiche di prevenzione, riciclo e recupero di qualità”.





































