
Fratelli d’Italia (FdI) con Simona Siotto e Nicolò Naclerio critica la chiusura degli asili a Vicenza e con Cioni l’eccessiva concentrazione di richiedenti asilo nei CAS di Schio, chiedendo scelte più trasparenti
A Vicenza FdI denuncia la possibile chiusura della scuola dell’infanzia “Piero Trevisan”, accusando la giunta Possamai di scarsa trasparenza e mancato coinvolgimento del Consiglio comunale. A Schio il capogruppo Cioni contesta la gestione dell’accoglienza, sostenendo che i CAS superano di oltre il doppio la soglia di sostenibilità prevista dal protocollo del 2015. I due casi alimentano la critica complessiva di Fratelli d’Italia ai sindaci Possamai e Marigo sulle politiche sociali e sulla sicurezza urbana.
Vicenza, FdI contro la giunta Possamai: “si chiude un altro asilo, decisioni calate dall’alto”

A Vicenza i consiglieri comunali Simona Siotto e Nicolò Naclerio attaccano duramente la giunta Possamai dopo le notizie, emerse dalla stampa, sulla chiusura della scuola per l’infanzia “Piero Trevisan” di via Nino Bixio, che seguirebbe la recente dismissione della scuola dell’infanzia di Casale. La critica principale riguarda il metodo: secondo FdI, l’assessore all’istruzione Selmo avrebbe comunicato la decisione solo ai genitori, senza coinvolgere i lavoratori della struttura e senza alcun passaggio pubblico.

«Una scelta che incide profondamente sulle famiglie – affermano Siotto e Naclerio – avrebbe meritato trasparenza e un confronto in Consiglio comunale. Il sindaco Possamai aveva promesso asili nido gratuiti entro fine mandato: non pensavamo che questo significasse chiuderli». Secondo i due esponenti di FdI, la giunta si troverebbe ora “schiacciata da difficoltà finanziarie causate anche dalla propria incompetenza”, con riferimento al caso GPS, e starebbe “nascondendo i problemi sotto il tappeto”.
Il tema delle implicazioni sociali è centrale nel comunicato: per i due consiglieri, la chiusura di un servizio educativo di prossimità «scompagina gli equilibri di un quartiere e mette in difficoltà famiglie già provate dal costo della vita e dalla complessità di conciliare lavoro e cura dei figli».
Schio, Cioni: “richiedenti asilo oltre il doppio della soglia prevista. Il problema rimane”
Molto diverso il contesto a Schio, ma simile il tono critico. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Alex Cioni prende posizione dopo che il Consiglio comunale ha respinto la mozione di FdI sulla revisione dell’adesione al progetto OASI–SAI e sul rapporto con la Prefettura per gestire l’aumento di richiedenti asilo presenti in città. «Prendiamo atto del voto – dichiara Cioni – ma il problema resta, e la situazione merita chiarezza».

Il nodo principale, secondo FdI, non riguarda il sistema SAI, che a Schio ospita 16 persone, bensì i centri di accoglienza straordinaria (CAS) gestiti dalla Prefettura. I dati forniti dagli uffici comunali indicano 200 richiedenti asilo iscritti all’anagrafe, un numero che secondo Cioni «supera di oltre il doppio la soglia di sostenibilità prevista dal protocollo Prefettura–Comuni del 2015», cioè 1–2 richiedenti asilo ogni mille abitanti. Per una città di 39.000 residenti, il limite sarebbe circa 80 persone.
«È evidente che Schio oggi supera questa soglia non per effetto del SAI, ma per l’elevata concentrazione nei CAS» afferma Cioni. Inoltre, alcuni ospiti risulterebbero irreperibili ma resterebbero iscritti all’anagrafe fino a dodici mesi, contribuendo ad aumentare le presenze ufficiali.
FdI contesta anche la posizione del sindaco Marigo secondo cui gli interventi comunali sarebbero possibili solo a fronte di segnalazioni puntuali: «I controlli su anagrafe, sovraffollamento, igiene e requisiti minimi fanno parte delle competenze ordinarie del Comune. Non chiediamo blitz, ma l’esercizio normale dei poteri che ogni amministrazione ha il dovere di attivare».
Il tema centrale resta, per Cioni, l’impatto della concentrazione: «Schio non può diventare un polo unico dell’accoglienza. Il centro storico è sotto pressione: sicurezza, decoro e convivenza ne risentono. Non è propaganda: lo raccontano i residenti».
Fratelli d’Italia annuncia che continuerà a insistere su una «distribuzione più equilibrata» delle presenze, controlli regolari sugli alloggi e «una linea politica chiara per evitare ulteriori concentrazioni».
Nei due casi, il filo rosso tracciato dal partito è lo stesso: la richiesta alle amministrazioni di affrontare con maggiore decisione i nodi sociali più sensibili, quelli che incidono sulla quotidianità delle famiglie e sulla percezione di sicurezza nelle comunità locali.



































