
(Adnkronos) –
La Commissione Europea sta "discutendo" con la Banca Centrale Europea in merito al progetto di un prestito Ue all'Ucraina basato sui beni congelati alla Banca centrale russa, con particolare riferimento alla "liquidità" necessaria ad assicurare una pronta restituzione dei soldi appartenenti all'istituto di emissione russo, se dovesse venire meno il congelamento degli stessi, per qualsiasi motivo. Lo dice la portavoce capo dell'esecutivo Ue Paula Pinho, a Bruxelles, di fatto confermando le indiscrezioni pubblicate dal Financial Times, secondo le quali la Bce si sarebbe rifiutata di fornire garanzie per la liquidità del prestito progettato.
La Bce ha espresso forti riserve riguardo al progetto fin dall'inizio, temendo che finisca per minare il ruolo dell'euro come valuta di riserva. "Stiamo discutendo con la Banca Centrale Europea – afferma Pinho – su quali possono essere le soluzioni fattibili". Per quanto riguarda le modalità con cui garantire la necessaria liquidità, per la portavoce la Commissione sa che "questa è una parte assolutamente essenziale delle discussioni, per garantire la liquidità necessaria ad eventuali obblighi di restituzione delle attività alla Banca centrale russa". Si tratta, continua, di "un elemento importante del prestito di riparazione: è un dovere garantire che l'Ue, i suoi Stati membri e gli enti privati possano sempre adempiere ai propri obblighi internazionali. Anche alla luce anche di questa posizione della Bce stiamo discutendo su come garantire che questa liquidità possa essere assicurata". Pertanto, continua Pinho, "stiamo fondamentalmente cercando soluzioni alternative e questo fa parte di tutto il lavoro che si sta svolgendo mentre parliamo". La portavoce ha lasciato intendere, a precisa domanda, che la Commissione dovrebbe presentare proposte giuridiche riguardanti esclusivamente il cosiddetto prestito di riparazione, e non le altre due opzioni citate da Ursula von der Leyen davanti alla plenaria a Strasburgo, ovvero un prestito comune garantito dal bilancio Ue o prestiti bilaterali degli Stati membri. La Commissione, quindi, insiste, malgrado il premier belga Bart de Wever abbia ribadito la settimana scorsa, in una lettera alla stessa presidente von der Leyen, le serissime riserve del governo belga sul progetto, che assomiglierebbe molto ad una confisca, come ha spiegato in occasione del Consiglio Europeo di ottobre. Ieri l'Alta Rappresentante Kaja Kallas ha sostenuto che quei soldi spetterebbero in realtà all'Ucraina, visti gli enormi danni prodotti al Paese dalla guerra di aggressione scatenata dalla Russia. Quanto al fatto che la stessa von der Leyen ha parlato esplicitamente di "proposte", Pinho spiega che, per il prestito di riparazione, occorrerebbero probabilmente "più proposte" legislative. Alla domanda se si stia pensando di coinvolgere anche il Mes o soggetti privati, la portavoce ha risposto che sono in corso contatti con tutti i soggetti potenzialmente interessati. Non è ancora chiaro se la proposta giuridica della Commissione, che era attesa questa settimana, verrà effettivamente presentata entro venerdì 5 dicembre. La Commissione si era impegnata a presentare una proposta legislativa in tempo per il Consiglio Europeo del 18 e 19 dicembre, ma il progetto di procedere con un prestito all'Ucraina basato sui beni congelati alla Russia, opzione che la Commissione considera la "migliore", come ha detto Kallas, incontra sempre più difficoltà.
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