Tribunale di Vicenza in emergenza: arretrati, carenze di organico e rischio collasso. Colombara e Poncato: «Così la sicurezza è una parola vuota»

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Arretrato in crescita, carenze di magistrati e personale amministrativo, possibili trasferimenti verso Bassano: il Tribunale di Vicenza rischia il collasso. Colombara e Poncato denunciano la situazione e chiedono un intervento immediato delle istituzioni.

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Raffaele Colombara, consigliere comunale di Vicenza (capogruppo di Per Una Grande Vicenza)

Il quadro che emerge dagli ultimi dati del Ministero della Giustizia e dalle analisi diffuse a livello europeo è allarmante: il Tribunale di Vicenza, soprattutto nel settore penale, non riesce più a smaltire i procedimenti in entrata e vede crescere trimestre dopo trimestre un arretrato che rischia di diventare ingestibile. Una criticità che, secondo Raffaele Colombara, insegnante e capogruppo di Per una grande Vicenza, e Luca Poncato, avvocato e capogruppo consiliare di Lista Tosetto, mette in discussione la stessa idea di sicurezza evocata dal governo ma mai sostenuta con risorse adeguate.

Luca Poncato, capogruppo di Lista Tosetto Ripartiamo da Vicenza
Luca Poncato, capogruppo di Lista Tosetto Ripartiamo da Vicenza

Nel solo secondo trimestre 2025 l’arretrato penale è cresciuto di 358 fascicoli, una proiezione di oltre 1.400 l’anno. Il clearance rate – l’indice che misura la capacità di un ufficio giudiziario di definire i procedimenti sopravvenuti – è sceso a 0,92: per ogni 100 nuovi fascicoli ne vengono chiusi meno di 92. Nel 2023 era 1,11, un valore che permetteva non solo di gestire il flusso ordinario ma anche di ridurre le pendenze pregresse. Nel primo trimestre 2025 sono stati iscritti 4.315 procedimenti penali, ma definiti solo 3.957: quasi il 10% resta inevaso. «E questo 10% significa anche il 10% di possibilità di farla franca per chi delinque», osserva Poncato.

Secondo Colombara, le cause sono chiare: «Mancano magistrati, personale amministrativo e condizioni minime per garantire tempi di giustizia accettabili. A Vicenza si continua addirittura a pensare di togliere personale per destinarlo al nuovo Tribunale della Pedemontana, invece di rafforzare un presidio già sotto stress». Una situazione definita «paradossale» che rischia di spezzare la tenuta dell’intero sistema giudiziario provinciale.

Colombara ricorda anche le criticità già evidenziate da Ordine degli Avvocati, Camera Penale e Comitato per una giustizia di qualità: organici sotto-dimensionati, carichi di lavoro aumentati a partire dai maxi-processi BPVi e Miteni, uffici amministrativi con scoperture oltre il 40%, magistrati che entro giugno 2026 saranno dimezzati nella sola sezione penale. «Di quale sicurezza vogliamo parlare – chiede – se non abbiamo né giudici né impiegati?».

Poncato punta il dito contro un cortocircuito politico: «Il governo parla di sicurezza ma non mette i magistrati nelle condizioni di lavorare. Le forze dell’ordine fanno la loro parte, spesso in organici al limite, ma vedono il loro lavoro vanificato perché la giustizia non riesce a reggere l’urto dei procedimenti».

Per fronteggiare la crisi, Colombara ha presentato un’interpellanza al Sindaco di Vicenza chiedendo una presa di posizione chiara, un impegno presso Governo e Parlamento per adeguare organici e risorse, e l’avvio in Commissione di un ciclo di audizioni con Ordine degli Avvocati, Camera Penale, Presidenza del Tribunale e parlamentari vicentini. Obiettivo: definire una linea comune e sollecitare interventi rapidi e strutturali.

Entrambi i consiglieri concordano su un punto: senza un immediato rafforzamento degli organici, senza investimenti e senza una strategia chiara, il Tribunale di Vicenza rischia di non poter più garantire giustizia in tempi ragionevoli. «E senza giustizia – concludono – parlare di sicurezza è solo propaganda».