
(Adnkronos) – La Space Economy italiana ottiene per la prima volta una misurazione puntuale nell'ambito dei Conti Nazionali, grazie a un progetto di ricerca congiunto tra l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). I risultati del Conto Tematico sono stati presentati a Roma in occasione dell'evento "Towards a thematic account of the space economy in Italy. Methodology and first evidences". L'iniziativa fornisce dati chiave sul contributo del comparto spaziale al sistema economico nazionale, seguendo le linee guida definite da ESA ed Eurostat. Le stime, che escludono le spese legate alla difesa e le Amministrazioni pubbliche centrali e locali, prendono in esame il 2021. "Con la pubblicazione dei dati chiave sull'economia dello spazio in Italia nell'ambito dei conti Nazionali l'Istat amplia ulteriormente la produzione di conti tematici coerenti con il sistema dei conti nazionali," ha commentato il Presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli. Il quale ha aggiunto che tali conti sono uno strumento essenziale per "garantire sia una prospettiva di analisi integrata non sempre disponibile dalle statistiche di base sia la piena coerenza con le stime del Pil". I dati della prima misurazione confermano il valore strategico della Space Economy. I dati della prima misurazione confermano il valore strategico della Space Economy in Italia: considerando gli operatori market, la produzione generata è pari a 8 miliardi di euro, un volume che si traduce in un valore aggiunto di 2 miliardi di euro, equivalente allo 0.1% del Prodotto Interno Lordo (PIL), e che coinvolge un'occupazione di poco più di 23 mila addetti. La componente upstream (attività incluse nella filiera produttiva) impiega circa 14} mila addetti, generando 4.1 miliardi di euro di produzione e 1.3 miliardi di valore aggiunto. Il report evidenzia che nel settore manifatturiero si concentra il 76% dell'attività upstream, mentre i servizi market dominano la componente downstream. Il settore spaziale italiano si dimostra un motore fondamentale per gli investimenti in tecnologia e per la proiezione internazionale. Il settore market ha investito circa 0.8 miliardi di euro in beni materiali e 0.6 miliardi in ricerca e sviluppo (intra muros). Anche il settore non-market (che include ASI e istituzioni pubbliche) ha un valore aggiunto di 353 milioni di euro, con investimenti di 182 milioni destinati in larga parte all'R&S (162 milioni). In termini di scambi con l'estero, le esportazioni ammontano a 2.1 miliardi di euro (di cui 1.8 miliardi upstream), a fronte di importazioni per 1.6 miliardi. Le imprese operanti nell'upstream mostrano una propensione alla partecipazione ai mercati internazionali superiore del 77% rispetto al resto delle unità produttive, con un più elevato numero di mercati di destinazione 11.6 Paesi contro 7.5 e una maggiore differenziazione merceologica. La struttura produttiva del settore è caratterizzata dalla prevalenza dei grandi player: quasi l'80% del valore aggiunto della Space Economy (1.5 miliardi di euro) è generato dalle grandi imprese (250 addetti e oltre). Ancora più significativa è la dipendenza dai gruppi internazionali: il 90% del valore aggiunto dell’economia dello spazio è generato da imprese appartenenti a gruppi multinazionali (1.8 miliardi di euro). I dati qualitativi sull'occupazione e l'efficienza sono particolarmente netti: le imprese legate allo Spazio mostrano una produttività del lavoro superiore di circa il 65% rispetto alle unità produttive non-space (84.8 mila euro per addetto contro 51.3 mila); coerentemente, le retribuzioni medie degli occupati dipendenti nel settore upstream (41.1 mila euro pro capite) risultano superiori del 55% rispetto a quelle riscontrate nelle altre imprese (21.4 mila euro), riflettendo una struttura occupazionale fortemente orientata verso i livelli di istruzione più alti, con il 32.3% dei dipendenti nell'upstream che possiede un'educazione terziaria, contro il 16.2% registrato nel resto dell'economia.
Il Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, ha sottolineato l'importanza strategica dei risultati: “L’accordo tra ASI e Istat per la misurazione puntuale del valore della Space Economy ha un valore assoluto necessario per dare il giusto risalto al contributo che il settore spaziale ha nella economia nazionale. Un valore troppo spesso confinato in una nicchia e, di conseguenza, anche sottostimato.” Valente ha infine auspicato una continuazione della collaborazione per agire "più in profondità sul dettaglio delle analisi anche a livello regionale" e per supportare la definizione di metriche comuni a livello UE.
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