Fusione AVA-Soraris, Schio e Torrebelvicino non mollano: “Nostra è scelta di responsabilità, non di isolamento”

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La Fusione AVA Soraris vista dai Comuni di Schio e Torrebelvicino, i due enti che si oppongono alla creazione del gestore unico per i rifiuti di una ampia porzione della provincia di Vicenza.

Dopo le polemiche delle ultime settimane provenienti dagli altri enti che invece partecipano positivamente al procedimento di fusione, trai quali il Comune di Vicenza e dai sindacati, in maniera congiunta, hanno diffuso un comunicato stampa nel quale difendono la loro “scelta di responsabilità, non di isolamento”.

Così, dunque, i sindaci di Schio e di Torrebelvicino Cristina Marigo ed Emanuele Boscoscuro, secondo i quali le critiche “non modificano la nostra posizione. Il recesso dalla fusione AVA Soraris non nasce da impulsi emotivi né da visioni ristrette, come si vuol far credere, ma da una valutazione approfondita, fondata su fatti, norme e mesi di analisi svolte con totale trasparenza. Una scelta che non nasce all’improvviso, ma che in più occasioni abbiamo motivato in modo trasparente. Il ricorso al TAR presentato da AVA contro i nostri due Comuni soci resta l’elemento più emblematico: una società in house che porta in tribunale gli enti proprietari rivela che il controllo analogo non sta funzionando. È un segnale che non può essere ignorato e che la fusione, così come proposta, rischia di aggravare.

Quanto alla normativa, non accettiamo letture parziali. La legge prevede un gestore unico per la raccolta e per l’invio a smaltimento, ma non impone che la gestione degli impianti debba essere accorpata nella stessa società. Il termovalorizzatore non è automaticamente destinato a confluire nel gestore unico ed è indubbio che la fusione ridurrebbe il controllo sulla struttura e comporterebbe, nei fatti, la cessione gratuita di un asset strategico.

La nostra proposta di mantenere distinte le due funzioni, è pienamente conforme alla legge e tutela proprio questo asset strategico del territorio e ovviamente non siamo disposti a cedere la gestione di questo asset né tantomeno a rinunciare al controllo pubblico sull’impianto e sulle scelte industriali che riguardano il futuro del territorio. La tutela della nostra comunità non è negoziabile.

Colpisce, inoltre, che nel dibattito si continui a evocare il rischio di tagli e sospensioni dei servizi accessori in caso di recesso. È un’ipotesi priva di fondamento: la continuità del servizio è garantita dalla proroga tecnica fino alla nomina del nuovo gestore ed è inaccettabile che venga utilizzata la qualità della vita dei cittadini come strumento di pressione politica.

A questo si aggiunge la situazione attuale della bollettazione TARI: a pochi giorni dalla scadenza del 16 dicembre, centinaia di famiglie attendono ancora l’avviso di pagamento. È un segnale di inefficienza che merita attenzione almeno quanto le accuse rivolte ai nostri Comuni.

Ribadiamo la nostra disponibilità al confronto, ma deve essere un confronto vero, che tenga conto delle diverse sensibilità, non la ratifica di una decisione già scritta. Continueremo a lavorare per un sistema dei rifiuti efficiente e sostenibile senza rinunciare al controllo degli asset fondamentali del territorio“, concludono i due sindaci.