In 1500 alla manifestazione della CGIL Vicenza contro la Legge di bilancio, durante lo sciopero nazionale

Una porzione di manifestanti si è staccata dal corteo per raggiungere l'ingresso della Campagnolo ma è stata bloccata

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CGIL VIcenza
La testa del corteo

Sciopero generale indetto da CGIL per la giornata odierna, con una mobilitazione che coinvolge tutti i settori pubblici e privati, tranne il comparto aereo e il personale Atac a Roma. Manifestazioni in molte città da Nord a Sud: il corteo della sezione CGIL Vicenza ha preso il via questa mattina dal parcheggio P6 fronte Fiera di Vicenza, in viale del Commercio. 1500 (dato CGIL, un po’ meno secondo la Digos della Questura di Vicenza) – tra lavoratori, pensionati e studenti – sono stati i manifestanti pacifici, provenienti da diverse zone della provincia, che hanno protestato, a suon di fischietti e tamburi, contro la Legge di Bilancio prevista per il 2026, le motivazioni erano state espresse alla stampa lo scorso martedì dal segretario generale del comparto vicentino dell’associazione, Giancarlo Puggioni.

E proprio Puggioni ha aperto la mattinata alle 9.45: “Oggi qui manifestiamo e scioperiamo per tutti e tutte. Perché questa è una lotta sindacale. Perché non siamo disposti a subire altre giustizie. Stiamo lottando tutti i giorni per una società più giusta, dove sia possibile studiare, lavorare e vivere con dignità. Dove sia possibile pensare di costruire un progetto di vita e non sopravvivere come qualcuno vorrebbe e dove ognuno si arrangia come può. Non è questa la società che vogliamo”. 

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Ad aprire il corteo, Giancarlo Puggioni segretario generale Cgil Vicenza

Il segretario generale ha ribadito le ragioni dello sciopero: l’aumento dei salari, il sistema fiscale iniquo che pesa in particolare su stipendi e pensioni, le azioni insufficienti contro l’evasione fiscale, la necessità di maggiori investimenti pubblici in particolare nelle scuole e nella sanità (che sta virando sempre più verso il privato). E poi si protesta verso la corsa al riarmo e le spese destinate al comparto militare.

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La partenza dello sciopero

Il corteo ha seguito il seguente percorso: via dell’Oreficeria – viale della Scienza – via della Ceramica – via del Commercio – viale della Scienza fino alla rotatoria di Olmo, e ritorno per viale della Scienza fino alla rotatoria del sottopasso di viale degli Scaligeri e di nuovo in viale della Scienza, via dell’Oreficeria e conclusione al luogo di concentramento iniziale.

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Dopo aver compiuto dal rotatoria di Olmo, il corteo è tornato in viale della Scienza

Pacifica la manifestazione, i cui partecipanti hanno rispettato il percorso, salvo una piccola deviazione compiuta da una porzione di corteo che, alla rotatoria di viale degli Scaligeri, ha deviato il percorso e, anziché ritornare verso viale della Scienza, ha svoltato, probabilmente per raggiungere la ditta Campagnolo Srl. Le forze dell’ordine hanno bloccato tale gruppo, riportandolo (attraverso il dialogo e senza l’uso della forza) verso la strada principale.

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La deviazione compiuta da una parte dei manifestanti per raggiungere la sede della Campagnolo

La storica azienda di biciclette, infatti, ha comunicato nei giorni scorsi ai sindacati un piano di tagli che prevede la riduzione di 120 posti di lavoro (su 300 dipendenti presenti), una misura che segna uno dei momenti più delicati nella lunga vita del marchio; è la terza volta in meno di vent’anni che i dipendenti rischiano la mobilità, come sottolineato da uno dei lavoratori, Pasquale Romano.

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La protesta contro i 120 licenziamenti prospettati dalla Campagnolo srl

Presente anche il compartimento di Rete degli Studenti Medi che si è fatto sentire attraverso la voce di Micol che ha ribadito come manchino i fondi per sistemare le aule, per i riscaldamenti e per migliorare l’istruzione, tra la carenza di insegnanti di sostegno e bassi stipendi per i docenti. “220 milioni i fondi che il Governo ha complessivamente tagliato a scuole e università nell’ultimo anno, mentre 29 miliardi di euro i fondi che sono stati destinati a militarizzazione e difesa l’anno scorso, miliardi rubati al presente e al futuro della nostra generazione” ha urlato la rappresentante degli studenti.

Michele Pansera della Federazione Lavoratori della Conoscenza (FLC CGIL) nel suo intervento ha invitato il pubblico a leggere gli articoli 36 e 37 della Costituzione, i quali evidenziano come la retribuzione debba (dovrebbe) essere proporzionata alla quantità e qualità del lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa, stesso diritto proposto per la donna lavoratrice (la parità di salario, questa sconosciuta).
Lo stesso Pansera, ricordando diversi casi di sperpero di denaro pubblico, ha chiosato: “I miliardi previsti per un ponte che al massimo può unire due cosche piuttosto che due coste che fine faranno? Continuano a mentire che non ci sono risorse. Se venisse praticato il concetto espresso dal Presidente Martarella nel 2022, cioè la Repubblica è di chi paga le tasse, forse non avremmo gli oltre 100 miliardi di euro all’anno di evasione fiscale”.
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Manifestanti reggono un’enorme bandiera della pace

Il corteo itinerante si è concluso alle 12.00 con il ritorno nel punto di partenza, ovvero il parcheggio P6 fronte quartiere fieristico, e la manifestazione è terminata alle 12.40 con l’intervento di Maurizio Ferron della segreteria CGIL Veneto che ha ricordato le tre situazioni di crisi attualmente gravi che stanno vivendo i lavoratori delle aziende vicentine: la We Do Spaces, azienda del legno di Nanto, con l’annunciata chiusura dello stabilimento e il trasferimento della produzione; le acciaierie Valbruna a causa della situazione dello stabilimento di Bolzano. E infine, la già citata Campagnolo.

“Bisogna essere consapevoli che ogni crisi aziendale vive il suo problema specifico e ha cause specifiche, ma non bisogna perdere la visione di insieme e le cause più generali: le connessioni tra reddito e investimenti sul welfare, tra economia di guerra e taglio allo Stato sociale, tra lavoro e mancati investimenti e così via, questo ci permette di raccontare la realtà e le scelte politiche che la determinano” ha sottolineato Ferron.

 

Aggiornamento ore 16.50

A conclusione della giornata di sciopero, dalla segreteria CGIL Vicenza arriva l’affermazione che ci sono state manifestazioni molto partecipate nelle varie città; per quanto riguarda l’industria ci giungono alcuni dati relativamente alle aziende metalmeccaniche: Baxi dipendenti 800 – adesione 60%; Sumoto dipendenti 75 – adesione 50%; Askol 2 dipendenti 85 – adesione all’80%; Dinoil 95 dipendenti – adesione 80%; Beltrame adesione al 60%; AGCO adesione al 85%; FRANKLIN adesione al 40%.