Fogazzaro negato per “Racconti dai Territori”. Nicolai, Selmo, Cgil e Guarda contro lo stop all’assemblea: “Limitata la libertà degli studenti”

«Se il Governo limita gli spazi di espressione e la destra vicentina si allinea, noi apriamo le porte dei centri giovanili comunali B55 e Porto Burci a studenti e docenti», spiegano Nicolai e Selmo

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Liceo Fogazzaro

La sospensione dei “Racconti dai territori”, testimonianze sulla Palestina previste all’assemblea del Fogazzaro, scatena reazioni durissime: Comune, sindacati e opposizioni parlano di censura e ingerenza politica. Il Comune apre i propri spazi ai ragazzi.

La decisione della dirigente scolastica del Liceo Fogazzaro di sospendere la parte dell’assemblea d’istituto dedicata ai “Racconti dai territori”, alias Palestina e Territori controllati da Israele, in programma il 22 e 23 dicembre, continua a generare un’ondata di reazioni politiche e civili. La motivazione formale richiama le note ministeriali che impongono pluralismo e confronto tra posizioni diverse; ma la scelta, agli occhi di molti, ha assunto subito il sapore della censura.

Gli assessori comunali Leonardo Nicolai e Simone Selmo parlano di “vicenda dai contorni surreali”. «Un’assemblea organizzata in piena autonomia viene limitata: questo basta a capire la gravità di ciò che accade al Fogazzaro», dichiarano. Per i due amministratori, l’intervento della destra vicentina appare come «un’ingerenza grave nel campo scolastico», con un richiamo “strumentale” alla circolare Valditara: «Dei racconti sono diventati una presa di posizione. Testimonianze del genocidio in corso sono state dipinte come propaganda». Il risultato, denunciano, è che «i ragazzi non sono più liberi di discutere i temi che ritengono importanti, quando le assemblee sono da sempre luoghi di libertà».

Il Comune annuncia quindi una scelta inedita: aprire gli spazi pubblici per restituire ai ragazzi ciò che ritengono sia stato loro sottratto. «Se il Governo limita gli spazi di espressione e la destra vicentina si allinea, noi apriamo le porte», spiegano Nicolai e Selmo. I centri giovanili B55 e Porto Burci, accanto all’istituto, saranno messi a disposizione di studenti e docenti: «Le città devono essere spazi di libertà. Noi ci siamo, come sempre siamo stati su questi temi insieme a Casa per la Pace e a molte realtà attive sul territorio».

Durissima la posizione della CGIL. I segretari Giancarlo Puggioni e Giuseppe Marotta definiscono «inaccettabile» il divieto e parlano apertamente di un attacco all’autonomia scolastica. «La scuola deve restare un luogo pubblico di democrazia, confronto e approfondimento. Questo livello di pressione politica è pericoloso», affermano. Per la CGIL, parlare della situazione palestinese non richiede alcun “contraddittorio imposto dall’alto”: «Non si tratta di opinioni, ma di fatti accertati dalla giurisprudenza internazionale. È lo sterminio del popolo palestinese. Censurare queste testimonianze significa impedire un momento straordinario di formazione».

A intervenire è anche l’eurodeputata Cristina Guarda (Verdi–AVS), che parla di «episodio gravissimo». «È inaccettabile che una scuola venga piegata da pressioni politiche e da un clima intimidatorio che soffoca il pensiero critico», accusa. Per Guarda, la circolare ministeriale sul pluralismo «è divenuta uno strumento di censura». E domanda provocatoriamente: «Per parlare della Palestina, chi si dovrebbe invitare come contraddittorio? Netanyahu? Il suo ministro Ben Gvir, che inneggia alla distruzione di Gaza?». Il rischio, ammonisce, è quello di «un’Italia sempre più simile all’Ungheria di Orbán», dove il dissenso viene silenziato.

In mezzo a una disputa che cresce di ora in ora, resta la voce degli studenti, che rivendicano il diritto di scegliere argomenti e modalità delle proprie assemblee. Il caso Fogazzaro, ormai, ha superato i confini dell’istituto, diventando una questione cittadina, politica e culturale. E Vicenza, osservando il confronto, si interroga su che scuola e che libertà voglia costruire per i propri ragazzi.